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Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
“Siamo un gruppo significativo di documentaristi indipendenti italiani e lanciamo questo appello pubblico in un periodo critico, aggravato dai recenti tagli finanziari annunciati dal Ministro Sangiuliano. Queste misure infatti hanno ulteriormente intensificato le preoccupazioni riguardanti il futuro del nostro settore.
Desideriamo evidenziare come, negli ultimi anni, il Ministero della Cultura abbia favorito in modo marcato il cinema di finzione, sia in termini di contributi selettivi, sia per quanto riguarda il Tax Credit, nel quale il documentario ha ottenuto soltanto il 6% nel 2022. Parallelamente, il nuovo Contratto di Servizio della RAI per il 2023-2028 non ha finora definito un ruolo specifico e chiaro per il documentario, rischiando di escluderlo completamente dalle future produzioni e diffusioni per i prossimi 5 anni.
Molti colleghi, dirigenti e responsabili politici al di fuori della comunità dei documentari non sono a conoscenza della crisi in corso. L'idea di un'età d'oro del documentario è un mito alimentato dalle piattaforme streaming. Queste tendono a focalizzarsi però su temi popolari come il crimine o le celebrità, spesso attraverso case di produzione con legami stranieri che, è importante notare, hanno ampio accesso ai finanziamenti pubblici.
L'essenza del documentario indipendente, che si concentra su temi sociali, culturali e politici cruciali, rischia di essere soffocata. La situazione per i documentaristi indipendenti è preoccupante: i fondi per lo sviluppo, la produzione e la distribuzione sono praticamente inesistenti per il documentario, rendendo quasi impossibile sostenere una professione in questo campo.
Nonostante gli ostacoli, continuiamo ad alimentare la cultura e il dibattito sociale attraverso il nostro lavoro. I documentari indipendenti non solo sfidano i pregiudizi ma rappresentano un pilastro fondamentale per una democrazia sana, fornendo una prospettiva critica spesso assente nei media mainstream.
Il documentario italiano, un'eccellenza riconosciuta a livello mondiale, è una presenza costante e acclamata nei festival internazionali, conquistando ogni anno premi e riconoscimenti di rilievo nel mondo dei festival del documentario e del cinema. Questo dimostra l'importanza e la rilevanza del documentario italiano sul palcoscenico globale, nonostante gli investimenti esigui rispetto ai film di finzione. È inoltre un settore composto perlopiù da piccole case di produzione che frequentano i mercati internazionali, spesso unica forma di finanziamento possibile.
Firmate la lettera per il documentario indipendente italiano!
Chiediamo una redistribuzione dei fondi della cultura con una specifica sezione del Ministero dedicata al documentario, che ha un processo creativo e produttivo molto differente dal cinema di finzione. In aggiunta, sollecitiamo Rai e Rai Cinema a sviluppare un piano ben definito per il settore documentaristico, accompagnato da un budget annuale dedicato e da un processo trasparente per la selezione dei progetti”.
Il documento aggiornato è disponibile per la consultazione e la sottoscrizione a questo link: https://shorturl.at/lzABM