“È un thriller, non un horror. Protagonista è una ragazza che sin da bambina si trova ad avere una maledizione e un dono. È una giovane estremamente isolata, ma con un mondo interiore vivissimo e molto forte. Si rifugia in una città anonima che potrebbe essere ovunque, dove sembra tutto calmo e tranquillo, ma lì si annida l’insidiosità della violenza. In questo film voluto fare luce sui concetti di corruzione, avidità e violenza”.

La regista Mitzi Peirone presenta al Taormina Film Festival Saint Clare, il suo coming of age che vede protagoniste Bella Thorne e Rebecca De Mornay. Il film è stato proiettato al Teatro Antico della cittadina messinese in anteprima mondiale, prima del percorso di sfruttamento nelle sale.

In conferenza stampa la giovane cineasta italo-statunitense ha ripercorso i primi passi nel mondo del cinema: "Ho fatto il mio primo film nel 2018, un film sperimentale finanziato in criptovalute. Non ho fatto scuole di cinema, ero completamente nuova in questo ambiente, provenivo da una famiglia senza connessioni con l’industria cinematografica. Poi con un visto scaduto negli Stati Uniti sono stata costretta a tornare in Italia e ho sospeso i miei progetti per un anno. Era la fine del 2021, periodo della pandemia, un momento pesante e tragico”. Fin quando non è spuntato fuori il progetto del nuovo film. Peirone: “La produttrice del mio primo film mi ha detto che Bella Thorne voleva lavorare con me, con una sceneggiatura non ancora pronta, si trattava di adattamento di un libro, Clare ha 16 anni di Don Roff”.

Il romanzo è stato riadattato a quattro mani da Guinevere Turner e dalla stessa regista: “Abbiamo fatto crescere di qualche anno la ragazza, rimanendo assolutamente rispettose del romanzo. Da scrittrice, odio i travisamenti e le manipolazioni. Il personaggio è diventato una giovane donna, il film è stato ambientato in un college. Il contesto è ispirato da una scuola cattolica che io ho frequentato: generalmente il cattolicesimo ha una rappresentazione estremamente grafica dei suoi insegnamenti. Per cui molti horror spirituali prendono ispirazione dalla religione cattolica perché è violenta, sanguinolenta e barocca”.

Saint Clare
Saint Clare
Saint Clare

Questo film, dunque, per la regista che si sente “un po’ un’attivista nel realizzare il cambiamento sociale a cui tutti aspiriamo attraverso l’arte”, si configura come “un puzzle con una trama principale e una sottotrama in cui Clare è chiamata a scoprire i delitti nei rimandi e nei paralleli tra le due trame”.

Co-protagonista, insieme a Thorne è Rebecca De Mornay che interpreta nel film l’attrice Gigi. A proposito del film. l’interprete ha parlato di “un bellissimo viaggio, con una sceneggiatura centrata su personaggi femminili molto forti e potenti. Ho trovato interessantissima l’idea di aiutare e sostenere la forza amorevole che rappresenta il personaggio Bella. Il mio personaggio è un modello che aiuta Clare a sviluppare la fiducia e la capacità di combattimento”.

L’interprete statunitense è stata convinta a partecipare nel film grazie al discorso “sugli archetipi archetipi e stereotipi presente nella sceneggiatura che rimangono attaccati alle donne sia nei film di Hollywood che nella vita quotidianità”. 

E poi, per rincarare la dose, De Mornay ha aggiunto: “Questo è esattamente il tipo di film che sto cercando ora come attrice, su come sia possibile mettere in luce la diversa forza delle donne. È sempre stato il mio desiderio, lungo tutta la mia carriera. Cerco ruoli che raccontino la possibilità di condurre la vita alle proprie condizioni senza essere definite da un uomo. Ruoli che consentano di mostrare alle donne che è possibile reagire alla violenza dell’uomo e opporsi al patriarcato. Quando avevo 15 o 16 anni ho visto Ultimo tango a Parigi, un film difficile da accettare per una ragazza: è difficile accettare l’uomo che ti violenta, eppure quella era anche una storia d’amore. Invece è possibile reagire e liberarsi”.