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Emanuela Fanelli e Paola Cortellesi in C'è ancora domani (foto di Luisa Carcavale)
La notizia, in fondo, è clamorosa. In un giorno infrasettimanale, che conclude la sua seconda settimana di sfruttamento in sala, un film italiano in bianco e nero diretto da una regista esordiente incassa più di mezzo milione di euro, battendo un blockbuster americano, ennesimo capitolo di una saga di grande successo e con una fanbase attivissima, che al suo primo giorno di programmazione ne porta a casa meno della metà.
I film in questione sono C’è ancora domani di Paola Cortellesi, il “must-see” del momento, che proprio ieri ha superato la soglia degli 8 milioni di euro (8.424.463), e The Marvels di Nia Da Costa, che ha debuttato con 280.716 euro. Il 33° film del Marvel Cinematic Universe registra il peggior esordio per la saga, “battendo” il record negativo di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli che, mercoledì 1° settembre 2021 (in un momento storico complicatissimo per le sale, totalizzando 1.484.624 nel weekend), incassò 340.206 euro. Per tornare a cifre simili dobbiamo arrivare al 2014, quando Guardiani della Galassia, uscito il 22 ottobre, si fermò a 287.163 euro (chiudendo il fine settimana con 2.678.142).
brie larson contro i fan misogini
Per il MCU è un campanello d’allarme abbastanza atteso: il trailer, diffuso su YouTube lo scorso 11 aprile, ha registrato oltre 15 milioni di visualizzazioni nei primi giorni, raggiungendo quasi mezzo milione di pollici versi (cioè “non mi piace”: circa 468mila), più degli apprezzamenti fermi a circa 444.000. Una presa di posizione diretta, nata sull’onda dell’antipatia dei fan per Brie Larson, che ha interpretato Captain Marvel nell’omonimo film del 2019: l’attrice, premio Oscar per Room, è finita al centro di una campagna di odio condotta da coloro che credevano che l’universo Marvel non avesse bisogno di una supereroina. Al di là delle strategie di marketing o delle macchinazioni orchestrate da piccoli gruppi che gestiscono bot e troll, è un fatto che rivela la misoginia di un certo tipo di pubblico, convinto che il calo di popolarità degli ultimi film dello Studio siano legati alle politiche di inclusione.
Un episodio emblematico è quello di She-Hulk, miniserie di Disney+ che chiude la cosiddetta Fase 4 del MCU, che ha ricevuto recensioni positive da parte della critica e negative dal pubblico, ostile all’approccio camp e poco persuaso dalla CGI. Una strategia ormai comune anche fuori dal MCU, come dimostra la shitstorm contro il reboot femminile di Ghostbusters. Ma quello di Brie Larson è un caso più profondo, non solo perché coinvolge un’attrice strutturata e prestigiosa (non fosse altro per la statuetta vinta), ma anche perché lei si è posta in maniera molto dialettica con quei fan più sessisti e conservatori che hanno promosso il boicottaggio di Captain Marvel: alcune dichiarazioni dell’attrice, infatti, sono state strumentalizzate e lette come atteggiamenti di una “razzista femminista” intenzionata a “rovinare il franchising”. Il linciaggio social degli incel ha raggiunto livelli tali che altre star del MCU si sono schierate dalla parte di Larson, da Chadwick Boseman e Don Cheadle fino a Samuel L. Jackson.
il caso italiano
L’eco di queste polemiche si è riverberato anche in Italia, che non è esattamente la nazione più abituata a seguire le avventure con supereroine come protagoniste (Wonder Woman, per dirne una, non ha superato i 4 milioni nel 2017). Benché Captain Marvel abbia incassato circa 10 milioni nel 2019, le proiezioni di The Marvels non promettono benissimo.
Tuttavia, il box office del 9 novembre ci offre qualcosa di inedito: i due film che guidano la classifica sono diretti da registe. Se allarghiamo la visuale, vediamo che il film più redditizio del 2023, Barbie, è diretto da una donna, Greta Gerwig. Ma, limitandoci all’attualità, la lettura è meno banale: The Marvels subisce la misoginia del pubblico, C’è ancora domani la sfida e la sconfigge.