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La passion de Dodin Bouffant @ Carole Bethuel
Si delinea la lista dei titoli che si contenderanno la statuetta del miglior film internazionale alla 96a edizione degli Oscar.
francia
Il comitato francese (composto, tra gli altri, dal due volte premiato Alexandre Desplat e dai registi Olivier Assayas e Mounia Meddour) ha proposto La Passion de Dodin Bouffant di Trần Anh Hùng, che all’ultimo Festival di Cannes ha ricevuto il riconoscimento per la miglior regia. Una mossa a sorpresa: i bookmakers indicavano come papabile Anatomia di una caduta di Justine Triet, insignito della Palma d’Oro e già acquisito dalla Neon per il mercato americano. La Francia non è nuova a scelte bizzarre (Renoir anziché La vita di Adele, Titane anziché La scelta di Anne) ma lo schema ha un suo senso: se il film di Triet è pronto per giocarsela nelle categorie principali, perché non puntare anche su un secondo titolo francese, una storia d’amore e di cucina nella Francia di fine Ottocento diretta da un regista vietnamita naturalizzato francese che, giusto trent’anni fa, garantì al suo Paese d’origine l’unica nomination della storia dell’Oscar (Il profumo della papaya verde)? D’altro canto, i film non in lingua inglese che hanno avuto fortuna anche nelle altre categorie sono stati proposti anche dalle rispettive nazioni, rafforzando la propria posizione (esempi: Niente di nuovo sul fronte occidentale, Drive my Car, Un altro giro, Parasite, Roma, Cold War). Ce la farà la Francia a vincere il suo primo Oscar nella categoria dai tempi di Indocina, vincitore nel 1993?
spagna
Per la prima volta la Spagna sceglie un film distribuito in streaming, nella fattispecie di Netflix (vincitrice in carica nella categoria con Niente di nuovo sul fronte occidentale): è La sociedad de la nieve di Juan Antonio Bayona, film di chiusura dell’ultima Mostra di Venezia, survival movie che racconta in forma spettacolare la tragedia delle Ande. Per Bayona è il secondo tentativo: fu proposto anche nel 2007 per The Orphanage. L’ultimo Oscar della Spagna risale al 2004, quando trionfò Mare dentro di Alejandro Amenábar, mentre l’ultima candidatura si deve a Pedro Almodóvar e al suo Dolor y gloria nel 2019. È un’indicazione che potrebbe replicare lo schema dell’anno scorso, quando il war movie di Edward Berger fece incetta di nomination tecniche, guadagnando altri tre premi oltre a quello per il film internazionale. E Netflix – che quest’anno pare un po’ in sordina per la corsa all’Oscar: l’original Maestro, l’acquisizione May December, i biopic Rustine e Nyad – potrebbe puntare anche quest’anno su una superproduzione europea.
gran bretagna
A sorpresa, i sudditi di re Carlo entrano in partita grazie a La zona d’interesse, ritorno alla regia del britannico Jonathan Glazer a dieci anni da Under the Skin. Il libero adattamento del romanzo di Martin Amis, già Gran Premio della Giuria a Cannes, conferma la tendenza allo spariglio degli inglesi, certo non proprio dei comprimari nella storia dell’Academy: quella del Regno Unito è una delle industrie cinematografiche più visibili e i suoi membri, interpreti in primis, sono altamente rispettati dagli elettori. Ma è anche una delle più meticce, sia per la presenza di seconde (anzi, terze, quarte...) generazioni spesso post-coloniali sia per le minoranze linguistiche che tuttora resistono. Negli anni Novanta hanno ottenuto nomination Hedd Wynn e Solomon and Gaenor, entrambi parlati in gallese, mentre nell’ultimo decennio sono stati proposti film in dari e pashtu (Afghan Star), filippino (Metro Manila), turco (Little Happiness), persiano (L’ombra della paura), urdu (My Pure Land). Quest’anno l’occasione è troppo ghiotta: perché non lanciare un film di produzione britannica, parlato in tedesco e polacco, che tratta un argomento verso cui c’è una storica sensibilità (l’Olocausto) e per di più già abbastanza lanciato per la campagna elettorale principale?
La maggior parte dei paesi ha espresso il proprio candidato, ma mancano all’appello nazioni come Argentina, Danimarca, India, Iran, Messico, Polonia. Il termine ultimo per presentare un film è fissato al 2 ottobre.