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In principio Oceania 2 avrebbe dovuto essere una serie tv. Poi invece Disney e il team di sceneggiatori hanno cambiato idea. Ma non è detto che questo sia l’ultimo capitolo delle avventure di Vaiana. Anzi. La sua saga è appena iniziata. Lo conferma il regista Dave Derrick Jr., che, arrivato a Roma per presentare il film, in sala dal 27 novembre, ha spiegato come è andata. E l’ha fatto in italiano!
“Abbiamo cominciato a scrivere questa storia durante la pandemia: il mondo era molto diverso. A me non importava se sarebbe stata una serie o un film: volevo semplicemente continuare il viaggio di Vaiana. Ho partecipato al primo film e sono molto legato alle Samoa: per me è una storia che vive, un retaggio importante. Quando siamo andati avanti con la scrittura abbiamo capito che questo secondo capitolo meritava di essere portato sul grande schermo”.
In Oceania 2 Vaiana è cresciuta ed è una vera e propria navigatrice. Dopo aver ricevuto un importante riconoscimento da parte del suo popolo, viene chiamata dagli antenati: deve rompere la maledizione del dio Nalo, trovando l’isola nascosta di Motufetu, che una volta univa tutti i popoli dell’oceano.
Lungo il suo viaggio incontra nuovi personaggi, compresa Matangi, una misteriosa donna-pipistrello, che nella versione italiana ha la voce di Giorgia. ll regista descrive così il loro incontro: “Vaiana pensa che, come navigatrice, debba sempre sapere la direzione da seguire. Adesso però deve trovare cieli nuovi, che non ha mai visto. La canzone di Matangi ci insegna che per trovare luoghi nuovi bisogna perdersi. Per trovare la magia ti devi perdere”.
Il mondo di Oceania
Anche per questo sequel si è fatta molta attenzione agli usi e alla cultura degli abitanti delle isole Samoa, come spiega Dave Derrick Jr.: “Per il primo film avevamo un cultural trust: un gruppo di esperti provenienti da tutte le isole dell’Oceania. Esperti della lingua e anche dei tatuaggi. Non volevamo usare storie vere, ma ci siamo ispirati a tutte le storie di quella regione. La natura è fondamentale: vive. E anche i riti che si vedono nei film vengono da quelle regioni. Ce n’è uno molto importante: quando il padre di Vaiana dà l’acqua che viene da una pianta considerata sacra, si tratta di un rito che viene da Samoa e ha una grande valore”.
C’è anche un po’ di storia personale del regista in questi personaggi: “Abbiamo lavorato 4 anni a questo film. Sono molto grato di avere l’opportunità di continuare la storia di Vaiana, per me è molto personale. La sorellina è un personaggio che viene dalla mia vita: anche mia figlia maggiore si chiama Simea e adesso ha 21 anni. Mio figlio più piccolo, Quentin, ha 7 anni. Quando ho scritto la storia eravamo tutti in casa durante la pandemia: i miei figli, nonostante la differenza di età, facevano tutto insieme. Quando Simea è dovuta andare all’università, mio figlio Quentin era disperato: voleva che tornassero a vivere insieme di nuovo. Il film mostra l’importanza della famiglia e del futuro. Amo che Vaiana si impegni molto per gli altri. L’empatia è il suo superpotere”.
Le voci italiane di Oceania 2
Oltre a Giorgia, che è la new entry di Oceania 2, ritroviamo le voci italiane di Maui (doppiato in originale da Dwayne Jonson), Fabrizio Vidale, e di Vaiana, ovvero Emanuela Ionica (dialoghi) e Chiara Grispo (canto). Vidale, che ha una carriera di 50 anni nel doppiaggio, cominciata proprio con il classico Disney Robin Hood, è felice di riprendere il ruolo del semidio: “Maui come carattere mi somiglia molto: quindi, anche se sono passati otto anni, non ci ho messo tanto a ritrovare il giusto mood. C’è stata una differenza però tra l’altro e questo: è mancato l’amico Ernesto Brancucci, che stavolta ci è stato vicino in modo diverso. Questa nuova canzone di Maui è un rap: non è stato facile, bisognava trovare il giusto ritmo”.
Anche Ionica si sente moto vicina a Vaiana: “Ogni giorno scegliamo chi siamo, chi vogliamo essere. C’è un momento del film in cui Vaiana può scegliere se arrendersi, rimanere la Vaiana di prima, oppure vincere le sue paure e andare avanti. Credo che sia una leader: dà una nuova visione, ma lo fa in maniera empatica. È ferma, ma è anche accogliente. È come se fosse una madre per il popolo. È una matriarca: governa in maniera gentile ma ferma”.
D’accordo Grispo: “Noi siamo le nostre scelte e, soprattutto nella mia vita artistica, ogni scelta musicale fa il mio futuro. Ho anche un tatuaggio sulla schiena, in spagnolo, che parla di futuro. Noi siamo le nostre scelte di tutti i giorni”.