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“Nella mia terra d’origine la Puglia, fino a poco tempo fa, quando c’era un problema, una questione importante ci si riuniva intorno a un tavola con un bel piattone condiviso al centro per ‘fare u’ ragionamento’. Su questo grande luna park chiamato cibo è arrivato il momento di riunirci e ‘fare u’ ragionamento’ “. Il regista Umberto Spinazzola (L’ultimo crodino) ha presentato oggi nell’Aula dei Gruppi Parlamentari di Palazzo Montecitorio il suo ultimo film: Non morirò di fame.
Protagonista della storia è Pier (Michele Di Mauro), ex chef di successo con una stella Michelin che, caduto in disgrazia e morta l’ex moglie, torna nella sua Torino accampandosi nella baracca a due passi dal Po’ di proprietà del suo migliore amico Annibale. Vessato dalla fame, senza lavoro né soldi, Pier accoglie nella sua casa di fortuna Anna, la figlia adolescente che sogna di andare a Montréal. I due non si conoscono e all’inizio si studiano, diffidenti l’un l’altra, ma, nel tempo, grazie ad Anna e soprattutto al fido compagno di scorribande nei supermercati Granata (Jerzy Stuhr), Pier si rimetterà in gioco: arriverà a riscoprire il valore del cibo scartato, della condivisione con i più indigenti e farà sua la necessità di non sprecare più neanche una briciola di pane.
Un film che interroga le nostre abitudini alimentari, il consumismo della nostra società e lo spreco di prodotti di cui si rende protagonista la grande distribuzione. Proprio su questi temi è intervenuta l’onorevole Maria Chiara Gadda, prima firmataria della legge “Antispreco” 166/2016 C.D, un provvedimento che nasce “per recuperare gli alimenti della filiera produttiva in eccedenza attraverso la rete della solidarietà”. La deputata di Italia Viva ha sottolineato, inoltre, come questo film getti luce “sul tema dello spreco alimentare ma anche sulle relazioni umane, su quel senso di comunità che anche attraverso il cibo recuperato si riattiva”. Gadda ha voluto ricordare anche come al Ministero dell’Agricoltura “è attivo un Tavolo Indigenti che ogni anno si occupa di creare sinergie tra i settori agricoli in crisi con le associazioni di volontariato che distribuiscono prodotti”.
Presente anche Giovanni Bruno, Presidente della Fondazione Banco Alimentare. Ha sottolineato “come dal film si esca toccati più dalla dimensione del recupero che da quella dello spreco, perché l’idea del recupero di rapporti, relazioni, amicizie vecchie e nuove, di motivazioni e tempo perso è centrale”. Un tema doppiamente importante perché il Banco Alimentare, ha ricordato Bruno “non nasce essenzialmente per combattere lo spreco, ma per aiutare chi ha bisogno attraverso il recupero delle eccedenze alimentari”.
Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, infine, ha ribadito la necessità per l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni “di garantire buon cibo a tutti i cittadini e intervenire sulle catene della grande distribuzione per sensibilizzare gli italiani, tramite le amministrazioni di volontariato e i comuni, a costruire un modello di produzione virtuoso e vantaggioso per l’Italia”. Parallelamente, il titolare del dicastero di via Venti Settembre ha annunciato "interventi del governo fino a 500 milioni nella grande distribuzione e nel commercio al dettaglio, selezionando le famiglie italiane che per ISEE hanno una condizione effettiva di difficoltà per riuscire ad aiutare in modo strutturale coloro che abitualmente hanno difficoltà a fare la spesa”.