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Taxi Monamour di Ciro De Caro
Record di presenze femminili: ben sedici film su venticinque di tutto il programma sono stati diretti da donne. Ventisette nazionalità rappresentate tra cui per la prima volta la Repubblica Domenicana. E tanti film in concorso con protagonisti in bilico una sorta di funamboli della vita che cercano di mantenere una leggerezza nonostante il mondo fuori imploda e spesso circondati da una natura selvaggia.
È questo il cartellone della ventunesima edizione delle Giornate degli Autori, promosse da ANAC e 100autori, guidate da Francesco Ranieri Martinotti (Presidente) insieme a Giorgio
Gosetti (Delegato generale) e Gaia Furrer (Direttrice artistica), che si svolgeranno dal 29 agosto al 6 settembre a Venezia 81. in Sala Perla.
Francesco Ranieri Martinotti ha dichiarato: "Come suo successore sto cercando di rafforzare tutto quello che aveva avviato Andrea Purgatori, scomparso esattamente un anno fa, cioè un forte rapporto con la Casa degli Autori della Siae e il dibattito e il confronto che riguarda i diritti degli autori. Inoltre voglio rafforzare il ruolo delle associazioni promotrici delle Giornate quindi 100 autori e Anac. Stiamo lavorando sul contratto collettivo nazionale e sul tema dell'intelligenza artificiale. La parte di confronto è quello che ci differenzia dalle altre sezioni".
“Quest’anno molte cose si consolidano, festeggiamo i dieci anni della competitività delle Giornate, e molte cose cambiano, dice Giorgio Gosetti, delegato generale delle Giornate degli Autori.
La nostra giuria sarà composta da dieci ragazzi europei venuti fuori dal campus di Ventisette volte cinema. Marjane Satrapi riceverà il 3 settembre il Premio “Le Vie dell’Immagine” per le arti della visione conferito da Cinematografo e Naba. Poi si parlerà di razzismo e di sogni, di intelligenza artificiale, di memoria con una mostra dedicata ad Anselmo Ballester, grande pittore e cartellonista della storia del cinema, e anche dei diritti degli autori”.
Dieci i film in concorso: l’unico italiano è Taxi Monamour, quarto lungometraggio di Ciro De Caro, un film libero che racconta la storia di due donne perse che decidono di reagire, interpretate da Rosa Palasciano (che torna dopo Giulia alle Giornate) e dalla giovane attrice ucraina Yeva Sai.
Tra i titoli: l’olandese Alpha di Jan-Willem Van Ewjk, thriller psicoanalitico sulle Alpi svizzere; Boomerang di Shahab Fotouhi, un’istantanea sui legami affettivi nella Teheran moderna tra adolescenti che si innamorano e coppie che si separano; Selon Joy di Camille Lugan, con Asia Argento e Raphael Thiéry a rappresentare rispettivamente il diavolo e l’acqua santa; To Kill a Mongolian Horse, esordio della regista mongola Jiang Xiaoxuan; Manas della brasiliana Marianna Brennand, con produttori associati i fratelli Dardenne, racconto di una storia di abuso familiare; Sugar Island, opera prima della domenicana Johanné Gomez Terrero, sull’industria dello zucchero; The Antique di Rusudan Glurjidze ambientato a San Pietroburgo all’epoca della deportazione illegale di migliaia di georgiani condotta dalla Russia; Super Happy Forever, terzo lungometraggio del giapponese Kohei Igarashi, racconto di una storia d’amore che non vediamo mai mentre accade (prima quando è tutto già finito e poi quando niente è ancora iniziato) e infine Sanatorium Under The Sign Of The Hour Glass, il nuovo atteso lavoro dei Fratelli Quay, un mix di animazione in stop motion e live action ispirato all’omonimo racconto dello scrittore polacco Bruno Shulz, nel quale un uomo viaggia verso un sanatorio in Galizia per trovare il padre morto.
Fuori concorso apre il film Coppia aperta quasi spalancata di Federica Di Giacomo, interpretato e prodotto da Chiara Francini, ispirato all’omonimo testo teatrale di Franca Rame e Dario Fo, un doc che si interroga con ironia su cosa sia la coppia oggi, dal 29 agosto in sala con I Wonder. Mentre chiude l’italiano Basileia, opera prima di Isabella Torre, con le musiche di Andrea De Sica e il montaggio di Jonas Carpignano, una storia di uomini a caccia di tesori e di luoghi che li custodiscono.
Tra gli eventi speciali anche: il colombiano Alma del desierto di Monica Taboada Tapia, un doc on the road che segue il viaggio di un’anziana donna transgender; Peaches Goes Bananas della francese Marie Losier, che riprende l’iconica cantante Peaches; il nuovo lavoro del documentarista serbo Mladen Kovacevic, Possibility of Paradise. E poi: il corto Kora della portoghese Clàudia Varejao, un manifesto contro le guerre e la discriminazione delle donne e Soudan, souviens-toi della franco-tunisina Hind Meddeb sulla guerra in Sudan.
Nove Notti Veneziane, i lungometraggi tra finzione e documentario dello spazio off realizzato in collaborazione con Isola Edipo. “Abbiamo tentato di dare un ventaglio poliedrico ed eclettico di quel che accade in Italia dai doc ai ritratti al cinema d’archivio”, dice Gaia Furrer. E Silvia Jop, al timone di Isola di Edipo, aggiunge: “Volevamo dare visibilità e eterogeneità”. Si spazia da Quasi a casa, opera prima di Carolina Pavone, film inaugurale e anche debutto corale, a L’occhio della gallina, autoritratto di Antonietta De Lillo, sulla resistenza e la solitudine di essere autrice in Italia, fino a Tenga duro, signorina! di Monica Strambini dedicato all’artista italiana Isabella Ducrot.
E poi: torna l’argentina Laura Citarella, scelta insieme a Miu Miu per il progetto Women’s Tales. Quest’anno sarà anche l’anno di Patti Smith, che terrà una masterclass. Infine un ricordo di Emidio Greco (cofondatore della sezione) a 50 anni dal suo esordio con L’invenzione di Morel nel 1974 e un altro dedicato alla Napoli di Gaetano Di Vaio ed Enzo Moscato con Dadapolis di Carlo Luglio e Fabio Gargano. Un nuovo spazio tra parole e immagini, intitolato Confronti, è dedicato a temi e storie che raccontano la memoria e il futuro del nostro mondo. E il saluto di tutta Venezia (insieme alla Mostra e alla SIC) a Massimo Troisi, 30 anni dopo la prima mondiale del suo ultimo capolavoro, Il postino.