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Lucia Borgonzoni (foto di Giovanni Bresciani)
Un ampio intervento sulla situazione del settore audiovisivo italiano e delle sfide che dovrà affrontare. Questo è stato l’incontro al Nuovo Cinema Aquilone con la Senatrice Lucia Borgonzoni, Sottosegretaria di Stato alla Cultura con delega al Cinema e audiovisivo, che ha esordito ringraziando i volontari del Lecco Film Fest 2023: “Un enorme grazie ai volontari che consentono lo svolgersi di questa manifestazione. Dietro il risultato c’è il cuore: è importante ricordare il mondo dietro”.
Proprio a partire dalle sale cinematografiche è iniziato l’intervento della Senatrice: “In Italia il settore del cinema è un sistema sano. Dopo la sofferenza durante la pandemia, le sale sono tornate ad essere dei luoghi e dei presidi sociali e culturali, dei fondamentali momenti di aggregazione. A giugno di quest’anno le presenze in sala si sono attestate addirittura sopra la media del triennio precedente alla pandemia. La gente vuole andare al cinema. Il mio sogno? Che aprano altre sale. Perché la magia del grande schermo non può essere riprodotta a casa. Un risultato ottenuto grazie al sistema che noi siamo chiamati a sostenere. Per questo stiamo garantendo un grande investimento nell’audiovisivo, un intervento complessivo di 740 milioni”.
“Vogliamo sostenere il settore – prosegue la sottosegretaria – con investimenti e strategia, anche con la collaborazione delle major non più tentate di andare interamente su piattaforme di streaming come durante la pandemia: hanno riscoperto il valore delle sale cinematografiche, luoghi in cui l’immagine avvolge lo spettatore. Abbiamo pertanto avviato questa campagna estiva, sostenuta quest’anno da maggiori investimenti. Iniziata con la promozione dei David e dal sostegno del mondo degli attori, è proseguita poi col Cinema in Festa. Ora, per tutta la stagione, c’è Cinema Revolution con il prezzo dei biglietti scontato a 3,50 euro e la differenza coperta dai fondi del Ministero”.
Diversi sono gli interventi più strategici: “La promozione passa dai film: lo strumento del tax credit consente non solo di far uscire film italiani in estate, ma è utile per fare altri tipi di intervento. Ci sono diverse cose da mettere a posto: occorre pensare delle regole per tutelare i giovani e le start up del settore, ma al tempo stesso favorire la selezione dei grandi. Forse 900 titoli all’anno sono troppi”.
Non solo: “Occorre intervenire sia sull’occupazione femminile nel settore, da sostenere e rivalutare con premialità per la parità, e sulla presenza di attori e professionalità italiane nei film stranieri girati nel nostro Paese, studiando degli appositi incentivi. È imprescindibile poi la promozione dei film italiani all’estero: una prima tappa sarà la prossima collaborazione con il Festival di Tokyo, che ospiterà una retrospettiva su Zeffirelli e darà un riconoscimento a Pupi Avati. Occorrerà inoltre sostenere lo sviluppo tecnologico delle sale con l’impiego dei fondi del MEF”.
Il ruolo educativo del settore audiovisivo è centrale per Borgonzoni: “Investiremo sulla formazione con nuove attività del Centro Sperimentale e di Cinecittà e anche nei territori, anche attraverso l’impiego di beni confiscati alla mafia. Questo perché la formazione audiovisiva può essere uno strumento sia per contrastare la dispersione scolastica sia per superare il consumismo che porta nei giovani o la fruizione di video brevissimi, i 15 secondi di TikTok, o la visione superficiale di serie. Occorre valorizzare il settore audiovisivo mettendolo in dialogo con tutte le altre materie. Per questo sono già stati stanziati 54 milioni nel 2022 sulla formazione e nella Legge Cinema c’è un pacchetto dedicato alle scuole. Con il ministro dell’istruzione Valditara ho condiviso il progetto che il cinema diventi materia curriculare. A questo si accompagneranno dei corsi legati al PNRR in zone difficili, per dare l’opportunità di scelta ai giovani che vivono in contesti di degrado”.
La sfida più grande resta ovviamente quello delle intelligenze artificiali: “Il campo delle intelligenze artificiali è sicuramente da normare. È una questione globale che può costituire un pericolo per la creatività, in particolare al diritto d’autore. Mentre l’Unione Europea si sta muovendo sull’aspetto etico del loro impiego, l’Italia può essere la guida in questo settore. Lavorando con chi da anni studia questi fenomeni, dobbiamo garantire la visionarietà dell’arte. L’uomo è un insieme di emozione e logica: guarda e immagina il futuro. Le macchine al contrario si concentrano sul presente e sul passato. Di conseguenza ci sono lavori che sono a rischio o che andranno rimodulati: proprio per questo occorrerà far capire a tutti ciò che fa una macchina e ciò che fa un uomo. Di fronte a queste sfide, i festival restano degli spazi fondamentali dove confrontarsi e formare le nuove generazioni”.
Sollecitata dalle domande dei partecipanti in sala, la Senatrice ha concluso sullo snellimento burocratico e sul decentramento della filiera produttiva: “Occorre dar sostegno a chi si affaccia nel settore per poter produrre e alleggerire i diversi ambiti, spacchettando le regole e rendendole più settoriali. È imprescindibile poi spostare e ampliare il raggio di azione in tutto il Paese: le film commission saranno realtà da rendere sempre più attrattive, a partire da quella lombarda, e da coordinare fra loro. I fondi dovranno arrivare su tutto il territorio per garantire a tutto il Paese le potenzialità occupazionali del settore audiovisivo”.