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Io e mio fratello
Una rom-com in terra di Calabria con un lieto fine che rompe gli schemi, ovvero un non matrimonio d’amore. È Io e mio fratello, il nuovo film di Luca Lucini, dal 21 aprile su Prime Video, che vede protagonisti Denise Tantucci (da Buio di Emanuela Rossi al recente Tre Piani di Nanni Moretti), Cristiano Caccamo (da Sotto il sole di Riccione a Summertime) e Greta Ferro (Made in Italy, prima serie tv che racconta la nascita della moda italiana negli anni Settanta).
Un film sulla generazione inquieta dei trentenni. Da una parte c’è Sofia (Denise Tantucci) che ha lasciato la sua terra d’origine per trasferirsi a Milano e che è un po’ la pecora nera della famiglia. Dall’altra suo fratello Mauro (Cristiano Caccamo) che invece ha fatto la scelta opposta: ha deciso di rimanere nel suo paese in Calabria e di portare avanti l’azienda vinicola della famiglia.
Scelte opposte, ma stesso desiderio: quello per Michela (Greta Ferro), primo e unico amore di Sofia, che però sta per sposare Mauro. Quando Sofia si rende conto che sta per perdere la donna della sua vita decide di tornare a riprendersela.
“Una storia di contrasti e scelte che parla di amore, famiglia, sesso, valori e sogni e che guarda ai cambiamenti della società”, racconta il regista, che ha girato il suo film in Calabria.
“Abbiamo usato delle lenti anamorfiche per avere sempre questa grande presenza del paese, della natura e della forza della Calabria. Abbiamo raccontato una Calabria diversa da quella che normalmente si vede al cinema, spesso scenario di storie di malavita o violenza. C’è invece tutta una Calabria che sta cambiando in modo veloce e positivamente. Non è una patinatura, è proprio così”.
E poi: “E’ una storia che poi evolve in una sorta di imprenditoria etica. Il personaggio di Cristiano subisce un destino che non gli appartiene cioè è costretto dagli eventi a fare l’imprenditore dell’azienda vinicola di famiglia, mentre Sofia scopre che la sua vera natura”.
Nel cast anche Teresa Mannino, Lunetta Savino, Ninni Bruschetta e Nino Frassica.
“Interpreto una donna libera, deliziosa e fuori dagli schemi- dice Teresa Mannino, nei panni di una zia calabrese controcorrente-. A lei non interessa il giudizio degli altri. Va liberamente verso i propri desideri. Questo film è diverso dalle commedie romantiche che abbiamo sempre visto. Mi ha colpito l’utopia che sia la comunità a salvarci e non l’individualismo. L’idea di Sofia di vendere l’azienda a ogni singolo cittadino che voglia partecipare è una cosa molto contemporanea e interessante. Dobbiamo renderci conto che dobbiamo essere comunitari, fare le cose insieme, un po’ come le formiche. L’individuo si deve un po’ mettere da parte perché è la comunità che sposta il mondo. Anche il concetto che sposati o meno l’importante è amarsi è molto bello. Spesso ci facciamo invece trasportare dall’onda dei meccanismi sociali e arriviamo all’altare infelici”.
E Greta Ferro: “Michela è una ragazza semplice che vuole fare la guida nella natura e che entra a fare parte di questa nuova famiglia. Questo è un film che in modo leggero racconta la liberazione di ogni personaggio”.
Infine Denise Tantucci sul suo personaggio definito da Lucini “una ragazza forte che maschera una fragilità in qualche modo generazionale” racconta: “Mi sono affidata alla sceneggiatura e ai colleghi. La forza di Sofia sta nell’avere avuto il coraggio di tornare in famiglia, l’unico posto dove si sente giudicata e dove ha dei conti in sospeso”.