"Dopo La stranezza era nato questo desiderio di fare una sorta di trilogia, di poter continuare a lavorare con attori così stimolanti. Poco dopo si è presentata questa storia, che conoscevo, che ho ristudiato insieme agli sceneggiatori e che ci ha offerto la possibilità di innestare elementi fantastici in una vicenda reale".

Roberto Andò incontra la stampa italiana al Festival di Cannes per presentare il suo nuovo film, L'abbaglio, che si sta girando (mancano 5 settimane di riprese) tra Palermo e altri luoghi della Sicilia, ambientato nel 1860 durante l’epopea dei Mille in Sicilia.

Ancora una volta, dopo il sorprendente successo de La stranezza, il film è interpretato da Toni Servillo, Salvo Ficarra e Valentino Picone.

Set  del film “L’Abbaglio” di Roberto Andò, 2024.Nella foto Foto di Lia Pasqualino.Questa fotografia è solo per uso editoriale, il  diritto d'autore è della società cinematografica e del fotografo assegnato dalla società di produzione del film  e può essere riprodotto solo da pubblicazioni in concomitanza con la promozione del film. E’ obbligatoria la menzione  dell’autore- fotografo: Lia Pasqualino.Set of “L’Abbaglio” di Roberto Andò, 2024.In the picture Photo by Lia Pasqualino.This photograph is for editorial use only, the copyright is of the film company and the photographer assigned by the film production company and can only be reproduced by publications in conjunction with the promotion of the film.The mention of the author-photographer is mandatory: Lia Pasqualino
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L'abbaglio di Roberto Andò - Foto Lia Pasqualino

Il primo veste i panni del colonnello Vincenzo Giordano Orsini: "Nel momento in cui Garibaldi arriva in Sicilia si rende conto che è quasi impossibile scontrarsi con l'imponenza dell'armata borbonica. Avendo tra i suoi uomini Orsini, gli propone di compiere un'azione diversa, tirando su una colonna di persone raccogliticcie facendo credere al nemico che si stesse dirigendo verso l'interno dell'isola e che Garibaldi si stesse ritirando", racconta ancora il regista, che aggiunge: "In questo fatto realmente accaduto ci siamo insinuati con la fantasia per creare un'emozione diversa che ci riporta a una pagina importante della nostra Storia, così fondante, che potrebbe essere un bene rivedere con altri occhi. Il tono è quello a me ultimamente più congeniale, dove si mescola dramma e comicità. Questa mescolanza libera una visione di un fatto storico già conosciuto che si apre ad una nuova interpretazione, non meno lucida, ma ammantata di una leggerezza che dà modo di rivederla in modo inedito".

1860. Giuseppe Garibaldi inizia da Quarto l’avventura dei Mille circondato dall’entusiasmo dei giovani idealisti giunti da tutte le regioni d’Italia, e con il suo fedele gruppo di ufficiali, tra i quali si nota un profilo nuovo, quello del colonnello palermitano Vincenzo Giordano Orsini. Tra i tanti militi reclutati ci sono due siciliani, Domenico Tricò, un contadino emigrato al Nord, e Rosario Spitale, un illusionista. Sbarcati in Sicilia, a Marsala, i Mille iniziano a battersi con l’esercito borbonico, di cui è subito evidente la preponderanza numerica. In queste condizioni, per il generale appare pressoché impossibile far breccia nella difesa nemica e penetrare a Palermo. Ma quando è quasi costretto ad arretrare, Garibaldi escogita un piano ingegnoso. Affida una manovra diversiva al colonnello Orsini, che mette in piedi una colonna di feriti con uno sparuto gruppetto di militi, cui viene affidato il delicatissimo compito di far credere a Jean-Luc Von Mechel, comandante svizzero dell’esercito regio, che il generale stia battendo in ritirata all’interno dell’isola. Inizia così una partita a scacchi giocata sul filo dell’imponderabile, il cui esito finale sarà paradossale e sorprendente.

Set  del film “L’Abbaglio” di Roberto Andò, 2024.Nella foto Foto di Lia Pasqualino.Questa fotografia è solo per uso editoriale, il  diritto d'autore è della società cinematografica e del fotografo assegnato dalla società di produzione del film  e può essere riprodotto solo da pubblicazioni in concomitanza con la promozione del film. E’ obbligatoria la menzione  dell’autore- fotografo: Lia Pasqualino.Set of “L’Abbaglio” di Roberto Andò, 2024.In the picture Photo by Lia Pasqualino.This photograph is for editorial use only, the copyright is of the film company and the photographer assigned by the film production company and can only be reproduced by publications in conjunction with the promotion of the film.The mention of the author-photographer is mandatory: Lia Pasqualino
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Roberto Andò sul set - Foto Lia Pasqualino

Oltre al cast principale, si rinnova anche l'apparato produttivo dopo il film precedente: Tramp Limited e Bibi Film con Rai Cinema e Medusa Film, con distribuzione stavolta affidata a 01 (la volta scorsa era Medusa) e prima programmazione televisiva sulle reti Mediaset (al contrario, La stranezza è passato prima su Rai 1): "Il budget stavolta è di 18 milioni di euro", svela Attilio De Razza di Tramp Limited, mentre per Angelo Barbagallo (Bibi Film) si tratta di "Un'altra avventura impegnativa, ambiziosa, che riusciamo nuovamente ad affrontare insieme a Rai Cinema e Medusa, in questo caso anche in collaborazione con Netflix".

Paolo Del Brocco di Rai Cinema saluta con entusiasmo il "rinnovarsi di un'operazione industriale e culturale: rimettere insieme le forze con Medusa è un plus, per il bene della nostra industria, per il bene identitario di queste storie. Il film uscirà il 16 gennaio ed è uno dei primi titoli che distribuiremo all'estero come Rai Cinema International Distribution". Infine Giampalo Letta di Medusa: "L'entusiasmo è rimasto il medesimo, per La stranezza avevamo Pirandello, qui Garibaldi. Ci è sembrato giusto e bello continuare con questa formula, sperando di poter bissare il successo di critica e pubblico ottenuto allora. Dal dopo pandemia ad oggi La stranezza è il quarto film italiano per maggior numero di spettatori, è il film che nell'ottobre del 2022 ha riaperto le porte dei cinema italiani al pubblico".

Per quanto riguarda il ritorno al periodo risorgimentale, Roberto Andò spiega: "Si tratta di un periodo cruciale, denso, dove si muovono idealità pure tra le più pure che si siano mai viste. Se rileggiamo le pagine di Giuseppe Cesare Abba, cronista della spedizione dei Mille, scopriamo l'entusiasmo disinteressato di giovani provenienti da varie parti dell'Italia, che hanno sposato quella causa. Studiando quel periodo, poi, ti rendi conto di come Garibaldi sia stato costretto ad accettare alcuni compromessi, compromessi che l'Italia sconta ancora oggi. Il cinema deve ricominciare ad accarezzare i lidi della pedagogia creativa, quel periodo storico ma anche opere letterarie come I promessi sposi, forse uno dei più grandi romanzi concepiti in Europa, molto spesso vengono subiti dagli studenti: il cinema può aiutare a riportare emozione su alcuni personaggi o vicende che la scuola tende ad affrontare spesso in maniera retorica, enfatica".

Oltre a Toni Servillo (Vincenzo Giordano Orsini), Salvo Ficarra (Domenico Tricò), Valentino Picone (Rosario Spitale) e Tommaso Ragno (Giuseppe Garibaldi), nel cast troviamo anche Giulia Andò, Pascal Greggory, Leonardo Maltese, Andrea Gherpelli, Daniele Gonciaruk, Giulia Lazzarini, Vincenzo Pirrotta, Filippo Luna.

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Toni Servillo in L'abbaglio di Roberto Andò - Foto Lia Pasqualino

Per Toni Servillo, per la quarta volta in un film di Andò, "tornare a recitare con Salvo Ficarra e Valentino Picone è una gioia, già ne La stranezza mischiarci è stato molto bello. La sceneggiatura (firmata anche stavolta dal regista insieme a Massimo Gaudioso e Ugo Chiti, ndr) ci ha dapprima dato il sospetto se ripeterci o meno, ma la storia ci ha profondamente sorpresi. Questo film si inserisce nel cinema di Roberto che amo molto, un cinema che si fa racconto morale, dove la fantasia si innesta in un episodio storico per vederlo con un atteggiamento nuovo, rinnovato, un po' alla maniera di Stendhal. Il personaggio che interpreto, Orsini, è una sorta di Guevara, malvisto dagli alti ranghi militari, giudicato stravagante, si muoveva sotto varie casacche, ovunque servisse difendere la libertà. Quello che lo rende affascinante è che nonostante sia un militare determinato, feroce in alcuni momenti, nella seconda parte del racconto inizia a vivere un forte dissidio interiore, che lo porta a ritenere sterile lo sfociare dei conflitti nel sangue e nella violenza".

Salvo Ficarra e Valentino Picone sono invece "due garibaldini un po' indisciplinati, quasi stonati all'interno di questa epopea. Con Roberto ci divertiamo molto perché riscopriamo il gusto di recitare in dialetto, cosa che ci dà molta naturalezza", dice Picone, che aggiunge: "Trovo sia molto bello che all'interno di storie così solenni si possa aggiungere quel tono popolano che io e Salvo proviamo a restituire alla vicenda".

Set  del film “L’Abbaglio” di Roberto Andò, 2024.Nella foto Foto di Lia Pasqualino.Questa fotografia è solo per uso editoriale, il  diritto d'autore è della società cinematografica e del fotografo assegnato dalla società di produzione del film  e può essere riprodotto solo da pubblicazioni in concomitanza con la promozione del film. E’ obbligatoria la menzione  dell’autore- fotografo: Lia Pasqualino.Set of “L’Abbaglio” di Roberto Andò, 2024.In the picture Photo by Lia Pasqualino.This photograph is for editorial use only, the copyright is of the film company and the photographer assigned by the film production company and can only be reproduced by publications in conjunction with the promotion of the film.The mention of the author-photographer is mandatory: Lia Pasqualino
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Valentino Picone e Salvo Ficarra in L'abbaglio - Foto Lia Pasqualino

Rispetto a La stranezza, infine, L'abbaglio è "un film più corale" (Servillo) ma, soprattutto, è caratterizzato da un apparato più spettacolare: "Ritengo sia molto eccitante poter fare un film non minimalista su una vicenda che non lo è. Provando a riportare in vita uno scenario della grande Storia, persino abusato, è come restaurare un quadro che tutti hanno già visto. Ci deve essere impatto spettacolare, è eccitante sì ma anche molto faticoso. Toni ha imparato ad andare a cavallo, il cast e la troupe hanno dovuto raggiungere luoghi impervi, raggiungibili solo con le strade della forestale. Quella dove giriamo è una Sicilia di boschi, location non abituali rispetto all'immagine canonica dell'isola. Siamo abituati ad un certo tipo di immagine, qui troviamo il verde, i fiumi, il paesaggio è uno dei protagonisti del film, che si muove tra Erice, Palermo, Trapani, Ficuzza, Caltabellotta".