Pensavamo di aver preso un abbaglio e invece no, è proprio L’abbaglio. L’ultimo film di Roberto Andò, con Toni Servillo, Salvo Ficarra e Valentino Picone, esce oggi 16 gennaio 2025 nelle nostre sale, ma concorrerà ai Premi David di Donatello per i film di lungometraggio italiani riferiti all’anno appena trascorso, il 2024. E come è possibile?

Grazie a una “uscita fantasma” consumata entro il 31/12/2024, buona per soddisfare il Regolamento dei David 2025, che all’articolo 2 comma a) recita: “Concorrono ai Premi David di Donatello i film di lungometraggio italiani destinati prioritariamente alla sala che siano stati programmati in prima visione in almeno 2 sale cinematografiche italiane con tenitura di 7 giorni comprensiva del weekend nel periodo 1° gennaio - 31 dicembre”.

Recependo l’adagio “lontano dagli occhi, lontano dal cuore” dei votanti, L’abbaglio ha fatto la primina, iscrivendosi ai David anzitempo rispetto a quanto gli consentirebbe la cosiddetta “uscita ufficiale” validata dalla locandina: l’uscitina carbonara o, meglio, garibaldina è legittima, ma commendevole?

Dello stesso stratagemma si sono serviti Ciao bambino di Edoardo Pistone, che approderà sul grande schermo il prossimo 23 gennaio, e Tornando a est di Antonio Pisu, che uscirà addirittura il 13 febbraio – e nel novero dei 154 titoli in concorso, di cui 48 opere prime, ai David 2025 ne abbiamo sicuramente dimenticato qualcun altro.

Soddisfa, viceversa, il comma b) del suddetto articolo 2 un altro “anticipatario”, Luce di Luca Bellino e Silvia Luzi, che ritroveremo in sala il 23 gennaio 2025 dopo l’anteprima in Concorso Internazionale al Festival di Locarno 2024: “I lungometraggi italiani di ricerca e formazione che siano usciti nelle sale cinematografiche in Italia pur non rispettando i requisiti di cui al comma a) possono accedere al concorso Premi David di Donatello esclusivamente se presentati in una delle sezioni ufficiali dei festival di Venezia, Cannes, Berlino, Locarno”.

Insomma, il titolo di Andò fa scuola: si rischia di trasformare L’abbaglio in miraggio, “prospettiva tanto allettante quanto ingannevole”, ai David, dove compete “alla pari” con Enea di Pietro Castellitto, uscito pe davero l’11 gennaio del 2024.

Che fare, dunque? Mettere le mani al regolamento dei Premi David, lasco o comunque permeabilissimo al pro domo sua del singolo concorrente.

Per dirne un’altra, “i film di lungometraggio italiani destinati prioritariamente alla sala” siamo proprio sicuri che annoveri Il treno dei bambini di Cristina Comencini, la cui locandina campeggia sul sito dei David (https://www.daviddidonatello.it/concorso/film-italiani-in-concorso.php) con un trionfante “Solo su Netflix”? Per toglierci il dubbio, modificheremmo l’articolo 2 comma a) come segue: “Concorrono ai Premi David di Donatello i film di lungometraggio italiani destinati [stralciare: prioritariamente] alla sala che siano stati programmati in prima visione…”.

Tornando alla “retrodatazione” de L’abbaglio, avremmo caldeggiato la via egualmente strumentale – l’idoneità a candidato italiano nella corsa agli Academy Awards – ma più decorosa presa da Parthenope di Paolo Sorrentino con le annunciate e realizzate anteprime settembrine di mezzanotte alla canonica uscita del 24 ottobre.

In punta di diritto, come potrebbe dunque essere rettificato l’articolo 2 comma a), considerando che la data di uscita, quel “dal 16 gennaio al cinema” stampigliato sul poster de L’abbaglio, è poco più di una convenzione promozionale e giornalistica?

Si dovrebbe agire in senso accrescitivo ed estensivo sui numeri delle sale e dei giorni di tenitura, prospettando altresì una multi-regionalità della programmazione richiesta. Le controindicazioni sono evidenti: minore accessibilità al Concorso dei David, con palesi ricadute sui criteri di uguaglianza, inclusività e democraticità tout court.

L’avvocatura non è il nostro mestiere, ma il calendario è di tutti: quando esce L’abbaglio, oggi o ieri? 
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Questo articolo è originariamente apparso, il 16 gennaio 2025, sulla newsletter di Federico Pontiggia Koyaanisqatsi: iscriviti, è gratis.