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Zac Efron in The Warrior - The Iron Claw
Ci sono sport che sono particolarmente cinegenici, come la boxe o il football americani, che vengono particolarmente bene se colti dalla macchina da presa. E poi ci sono sport che invece sembrano condividere la stessa radice del cinema e dell’intrattenimento, in cui la performance degli atleti non è sportiva, ma spettacolare, ossia il wrestling, uno sport-spettacolo che esplicitamente nel 2002 ha visto la principale associazione di lottatori abbandonare la dicitura di ‘federazione’ per divenire WWE, World Wrestling Entertainment.
Da questo deriva che la maggior parte dei combattenti che si cimentano sul ring sono acrobati e attori, che devono interpretare ruoli anche fuori dal quadrato, con evoluzioni e “psicologie” che possono mutare da incontro a incontro. Se a questa predisposizione aggiungiamo anche l’enorme successo popolare, sembra quasi in continuità il fatto che il cinema dedichi film al mestiere del lottatore (dall’omonimo film di John Ford del ’32 a The Wrestler di Darren Aronofsky fino al recente The Warrior - The Iron Claw , con Zac Efron interprete di una storia vera) e soprattutto che molti wrestler siano poi divenuti attori di cinema e in parecchi casi, anche di un certo talento.
Negli ultimi anni, c’è un vero e proprio fiume di atleti che calcano i set, vista la crescente popolarità mediatica, ma tre in particolare sembrano avere un feeling speciale con la macchina da presa: John Cena (16 volte campione del mondo individuale) che nel pieno della sua carriera sportiva tenta le scena con film d’azione di serie B, per poi dare sfoggio di una vena umoristica che lo renderà figura importante nella saga di Fast & Furious , in particolare i capitoli 9 e 10, nella Suicide Squad di James Gunn - il suo Peacemaker avrà anche l’onore di una serie tv tutta per lui - e nell’imminente commedia demenziale Ricky Stanicky; Dave Bautista (6 titoli mondiali in solitaria), anche lui capace di mescolare umorismo e forza bruta, alternando action movies, film ad altissimo budget come i film Marvel che lo hanno consacrato, soprattutto i tre Guardiani della galassia , per arrivare a opere più raffinate, per non dire proprio d’autore (nel suo curriculum c’è persino un Herzog), come Glass Onion e Bussano alla porta , il più recente film di Shyamalan; e poi forse il migliore dei tre, Dwayne Johnson, conosciuto col nome d’arte di The Rock, quello che ha capitalizzato di più il proprio carisma come attore e imprenditore, realizzando una serie di film d’azione e d’avventura, diventando un brand dei film che interpreta (San Andreas, Rampage, Skyscraper) e seguendo le orme, sempre tra humour e violenza, di Schwarzenegger, anche per quanto concernerebbe l’impegno politico, ambito nel quale sarebbe secondo a Jesse Ventura, che con Schwarzy ha condiviso le riprese di Predator e L’implacabile, prima di diventare governatore del Minnesota nel ’99.
E poi ci sono le leggende, quelle che sanciscono il passaggio del wrestling dalla dimensione statunitense a quella globale, come André the Giant, il colosso francese affetto da gigantismo che è nei cuori dei ragazzi degli anni ’80 per essere stato Fezzick in La storia fantastica e soprattutto Hulk Hogan, il divo del wrestling per eccellenza, rivale di Rocky Balboa in una sequenza scult di Rocky III. Tutti atleti che giocavano con la loro figura e, nei film interpretati, si limitavano a riproporla, mentre salta agli occhi la differenza con i wrestler contemporanei, molto più consapevoli e preparati a calcare il terreno dell’attore. E poi, c’è Roddy “Rowdy” Piper, canadese che fingeva di essere scozzese, miglior cattivo della storia della WWF/E e tra i più grandi intrattenitori dello sport: la sua carriera davanti la macchina da presa è banale e mediocre come quella di molti altri lottatori e sportivi, ma basterebbe un solo film per illuminare i percorsi attoriali anche di colleghi di maggior successo. Si tratta di Essi vivono , il film di John Carpenter in cui interpreta John Nada, l’uomo che scopre la cospirazione aliena che domina il mondo. Un ruolo iconico per un cult-movie che dagli anni ’80 continua a parlare agli spettatori ancora oggi.