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Joker: Folie à Deux - Foto Niko Tavernise @ 2024 Warner Bros. Entertainment
(Cinematografo.it/Adnkronos) – "Tornare a Venezia con il sequel ci è sembrata la scelta più giusta. Questo festival è stato un trampolino di lancio e con Venezia abbiamo un feeling particolare non solo per il Leone d’oro ma proprio per come è stato accolto il film".
Lo afferma Todd Phillips, regista del pluripremiato Joker che torna alla Mostra del Cinema – sempre in gara – con il sequel Folie à Deux con Joaquin Phoenix e Lady Gaga. Un ritorno non privo di timori, però: "Confesso che questa volta sono più nervoso ed emozionato", commenta il regista. Con il primo film era “più facile trovare una novità”. In questo caso, invece, “è stato difficile perché le aspettative erano alte. Con il primo film abbiamo lavorato al di sotto del radar. Adesso la parte dura è stato essere sotto lo sguardo attento di tutti".
Joker, del resto, non è stato solo un successo di pubblico e critica, ma un vero e proprio fenomeno culturale. Un successo che Phillips fatica a spiegare: "Non so perché il primo film abbia avuto un successo così grande. In generale credo che i film rispecchino la società del momento. In questo caso Joaquin (Phoenix, ndr) era restio a fare il sequel ma ne avevamo parlato diverse volte e concordato che qualora avessimo deciso di farlo doveva essere audace e dare qualcosa di diverso".
In Folie à Deux la musica ha un ruolo centrale: "La musica fa parte del personaggio di Joker. Nel primo film ci sono dei momenti dove balla ed è il suo modo di esprimere quello che sente. La musica è dunque un personaggio importante e ci è sembrato logico coinvolgere Lady Gaga".
E per il futuro Phillips sembra categorico: "Un terzo capitolo? Per quanto mi riguarda credo che la storia di Arthur Fleck sia stata raccontata. Quanto a continuare nello spazio di Joker come regista mi sento di dire no”.
Joaquin Phoenix sulla realizzazione del film parla di un processo "energizzante" e ammette che è stato un piacere "prendere delle canzoni conosciute e fare in modo che diventassero specifiche per i personaggi che così riescono ad esprimersi". Stefani (Lady Gaga,ndr) mi ha detto 'faremo tutto dal vivo'. Io non ne ero sicuro, almeno per quanto mi riguardava, ma alla fine ce l'abbiamo fatta ogni singola registrazione è stata fatta live, senza rifare nessuna parte", racconta l'attore.
Un lavoro che ha richiesto un grande impegno fisico, soprattutto per la perdita di peso: "Non parlerò dei dettagli della dieta, ma questa volta mi è sembrata un po' più complicata, solo perché c'erano così tante prove di danza che stavamo facendo, cosa che non avevo fatto la volta precedente. Quindi mi è sembrata un po' più difficile, ma è stata sicura, seguita da un medico. Ora ho 49 anni, probabilmente non dovrei farlo di nuovo".
Per Lady Gaga invece "il modo in cui viene usata la musica è quello di dare davvero ai personaggi un modo per esprimere ciò che avevano bisogno di dire perché dirlo non è abbastanza: abbiamo lavorato molto sul modo in cui cantavamo. Per me è stato necessario dimenticare come respirare e la tecnica, per dare vita a qualcosa che rispecchiasse il personaggio", racconta. Un'esperienza "liberatoria" per la pop star che non considera il film come un "musical” e che si sofferma sul potere dell'arte: "La musica e il cinema hanno la capacità e forza di fare stare bene le persone e cambiare il modo in cui si sentono. Adoro creare".