PHOTO
Io capitano
Sono (al momento) ottanta i paesi in corsa per l’Oscar al miglior film internazionale. La deadline per presentare un titolo all’Academy era fissata per il 2 ottobre: alcune nazioni hanno deciso di non partecipare (su tutte la Russia, in protesta per la sanzioni), altre sono ancora in bilico. Ora la palla passa al Comitato per l’International Feature Film Award, l’organismo che supervisiona il processo di selezione ed esamina tutti i film presentati. Per “lungometraggio internazionale” si intende un film prodotto fuori dagli Stati Uniti, con più della metà dei dialoghi non in inglese, senza distinzioni (si possono proporre anche documentari o animazioni, purché superino i 40 minuti) e distribuiti nelle sale nei rispettivi paesi tra il 1° dicembre 2022 e il 31 ottobre 2023. Il 21 dicembre, l’Academy comunicherà una short list composta da 15 titoli. L’annuncio delle candidature è previsto al 23 gennaio, la cerimonia di premiazione il 10 marzo.
L’Italia, com’è noto, punta su Io capitano di Matteo Garrone, che a Venezia ha vinto il Leone d’Argento per la regia. Per Garrone – che ha superato la concorrenza di Rapito e La chimera, inizialmente più quotati per la selezione – si tratta del terzo tentativo dopo Gomorra e Dogman. Ma l’Italia c’è anche in un altro film, nonostante batta bandiera austriaca: è Vera di Tizza Covi e Rainer Frimmel, ritratto eccentrico e sorprendente di Vera Gemma, figlia d'arte alla ricerca di un posto nel mondo, premiato nel 2022 a Venezia per la regia e l’interpretazione femminile nella sezione Orizzonti.
Da cannes con furore
Anche in virtù della sua collocazione stagionale, l’ultimo Festival di Cannes si conferma trampolino di lancio per la categoria (negli ultimi dieci anni 27 candidature su 50 e ben 6 vincitori, tra cui Amour e Parasite). Dopo aver clamorosamente snobbato la Palma d’Oro Anatomia di una caduta (con annesse polemiche della regista Justine Triet), la Francia propone The Taste of Things (cioè La passion de Dodin Bouffant), premiato per la regia di Trần Anh Hùng: dalla sua ha la presenza di Juliette Binoche, già Oscar per Il paziente inglese e intenzionata a entrare nella cinquina delle non protagoniste. A sorpresa, con un film parlato in tedesco e polacco, la Gran Bretagna è entrata in partita con The Zone of Interest di Jonathan Glazer, adattamento del romanzo di Martin Amis che ha ricevuto il Gran Prix sulla Croisette. E ci riprova anche Aki Kaurismäki, vincitore del Premio Speciale, proposto nuovamente dalla Finlandia con Foglie al vento (Fallen Leaves).
I vincitori dei premi per le interpretazioni sono i protagonisti dei film proposti dalla Turchia, Le erbe secche (About Dry Grasses) di Nuri Bilge Ceylan, e dal Giappone, Perfect Days di Wim Wenders. Con Four Daughters (Les Filles d’Olfa), la Tunisia punta di nuovo su Kaouther Ben Hania, che nel 2021 ha regalato al suo Paese la prima candidatura nella categoria. E il Senegal lancia Banel et Adama di Ramata-Toulaye Sy.
Dal Certain Regard arrivano l’heist comedy Los delincuentes di Rodrigo Moreno (Argentina), il fantasmagorico Omen (Augure) del rapper Baloji (Belgio), il documentario The Mother Of All Lies (Kadib Abyad) di Asmae El Moudir (Marocco), il western Los colonos di Felipe Gálvez Haberle (Cile) e il romantico The Breaking Ice di Anthony Chen (Thailandia). E lo Special Screening Pictures of Ghosts (Retratos Fantasmas) di Kleber Mendonça Filho è la scelta del Brasile.
E ci sono anche film selezionati nel 2022: dal Certain Regard arriva Godland di Hlynur Pálmason (Islanda), mentre dalla Quinzaine Un varón di Fabián Hernández Alvarado (Colombia).
Gli altri festival
Oltre a Garrone, la selezione ufficiale della Mostra di Venezia è presente con The Promised Land (Bastarden) di Nikolaj Arcel, suggestivo period drama che può contare sull’interpretazione di Mads Mikkelsen (Danimarca); il film di chiusura Society of the Snow (La sociedad de la nieve) di J.A. Bayona (Spagna), titolo su cui punta Netfflix; e il Queer Lion Housekeeping for Beginners di Goran Stolevski, visto in Orizzonti (Macedonia del Nord). Alle Giornate degli Autori c’erano Bye Bye Tiberias di Lina Soualem, documentario su Hiam Abbass (Palestina), e Photophobia di Ivan Ostrochovský and Pavol Pekarčík catabasi nella metropolitana di Kiev (Slovacchia). E quella del 2022 torna in ballo, oltre con Vera, con il dramma politico Autobiography di Makbul Mubarak (Indonesia).
A gennaio, il Sundance ha ospitato Shayda di Noora Niasari (Australia), Smoke Sauna Sisterhood (Savvusanna sõsarad) di Anna Hints (Estonia). Da Berlino arrivano The Teachers’ Lounge (Das Lehrerzimmer) di İlker Çatak (Germania), Tótem di Lila Avilés (Messico), Bad Living (Mal viver) di João Canijo (Portogallo) e Opponent (Motståndaren) di Milad Alami. Era a Locarno nel 2022 il coming of age I Have Electric Dreams (Tengo sueños eléctricos) di Valentina Maurel, mentre quest’anno sono passati il Pardo d’Oro Sweet Dreams di Ena Sendijarević (Paesi Bassi) ed Excursion di Una Gunjak, dramma su una gravidanza precoce (Bosna ed Erzegovina). Dopo la candidatura a sorpresa per Lunana, dal Bhutan Pawo Choyning Dorji ritenta l’exploit con The Monk and the Gun, passato a Telluride, Toronto e Busan.
Il caso Green Border
Escluso dalla Polonia – che gli ha preferito The Peasants (Chłopi), animazione di DK Welchman e Hugh Welchman (registi di Loving Vincent) – poiché inviso al governo, il coraggioso Green Border di Agnieszka Holland ha tutte le carte per giocare la sua partita per gli Oscar principali. In seguito all’annuncio che la regista presenterà il film in Vaticano in occasione della preapertura del Tertio Millennio Film Fest (dove riceverà il Premio Fuoricampo), sta girando un appello affinché la Città del Vaticano proponga il dramma sui migranti come “candidato nazionale” (ma si tratta di una iniziativa simbolica, anche a causa delle scadenze per la presentazione all’Academy).
I favoriti
Rispetto alle altre categorie, quella per il film internazionale segue regole tutte sue e, date le scadenze, ha generalmente un piano d’azione anticipato rispetto alla partita principale. Le previsioni delle testate americane si orientano sugli stessi titoli, a partire dalla cinquina degli esperti di Variety che vede, al momento, The Zone of Interest in pole position, Perfect Days (e Wenders, in grande spolvero, può contare anche sulla possibile candidatura per il miglior documentario grazie all’immersivo Anselm), The Teachers’ Lounge, The Taste of Things (venduto come “un nuovo Chocolat”) e Society of the Snow (titolo forte di Netflix), Awards Watch – tra i siti più autorevoli sul tema – allarga la rosa dei frontrunner con Shayda e The Monk and the Gun, Indiewire tiene sott’occhio Los delincuentes. E non dimentichiamo che negli ultimi anni l’Academy sta sorprendendo con alcune scelte inaspettate: l’irlandese The Quiet Girl (2022), Lunana dal Bhutan (2021), Better Days da Hong Kong (2020), segnali che quella del film internazionale è una partita spesso imprevedibile.