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Giulio Base
“Vorrei che il pubblico ricordasse questo Festival come un grande atto di amore per il cinema e soprattutto per la sala. Non c’è evento che non si svolgerà lì e che non prevederà una proiezione su grande schermo. E poi vorrei che negli anni successivi, il TFF piano piano si potesse avvicinare per importanza ai grandi festival internazionali come Cannes, Venezia, Locarno etc.”
Giulio Base, torinese di nascita e romano d’adozione, è il direttore artistico del Torino Film Festival dopo il biennio condotto da Steve Della Casa. La rassegna, nata nel 1982 e giunta alla 42esima edizione, si svolgerà nel capoluogo piemontese dal 22 al 30 novembre 2024. In programma i 16 film del concorso, quelli fuori concorso, la sezione documentari, retrospettive, omaggi e opere sperimentali.
Direttore, che festival sarà?
Un festival di grande amore per i film. Avevo promesso che avrei cercato di mantenere dritta la barra sul cinema ed evitare eventi, masterclass, incontri ed altri appuntamenti paralleli che potessero risultare dispersivi. Per ora penso di esserci riuscito. Sarà un festival che rimette al centro i film, le pellicole, che celebra l’amore per il cinema in quanto oggetto filmico e non tanto come aspetto ludico o di spettacolo legato a sfilate, lustrini e pailettes. Nel concorso ci sarà un allargamento e un‘inclusività di sguardo, mentre le sezioni collaterali saranno piene di cinema più ‘commestibile’, godibile, adatto ad un pubblico più ampio, anche non avvezzo al cinema. Ma in tutte le sezioni ci saranno film che cercano di avvicinare le persone alla sala.
Le sezioni sono sei. Due competitive. I film centoventi. L’anno scorso erano centottanta.
C’è stato, come avevo promesso, uno snellimento del programma. Quando sono arrivato il direttore del Museo del Cinema, Domenico De Gaetano mi disse che tutti i direttori artistici provano a ridurre ma poi nessuno ce la fa. Per ora penso di esserci riuscito. Ci tengo a una concentrazione sulla qualità piuttosto che sulla quantità; da regista, da frequentatore di festival, da lettore delle giuste critiche che muove spesso la stampa, noto che le grandi abbuffate non giovano a nessuno. Il Torino Film Festival sarà più snello, con sezioni precise, ordinate e definite.
Il comitato selettivo non è mai stato così giovane.
Da quando ho fatto questa scelta un po' in controtendenza, posso dire che è il mio vanto, ne sono tanto contento. Si riconnette alla tradizione del festival che era nato ormai più di quarant’anni fa come Festival Cinema Giovani. Volevo degli sguardi puri, degli occhi puri sul cinema contemporaneo. Questa scelta però non è un cosa da mettere sul biglietto da visita, questi sei ragazzi scrivono su riviste importanti, già dirigono festival, organizzano rassegne. Sono qualificati. Volevo regalare un po’ di fiducia alla nuova generazione, io che ho avuto la fortuna di esordire nel cinema a 24 anni. Il festival ha nel suo DNA l’aver scoperto nuovi registi, nuovi attori. Spero che possa scoprire anche nuovi critici, nuovi direttori che un giorno possano dirigere il festival di Locarno, o Cannes o altri rassegne importanti.
La retrospettiva quest’anno è su Marlon Brando.
Sono un suo fan, un suo studioso da sempre, al limite dell’ossessivo. Non appena sono stato nominato direttore artistico, sapevo che nel 2024 sarebbe stato il centenario della sua nascita e mi sono subito prodigato affinché la realizzasse il Torino Film Festival prima che potesse farlo qualcun altro. Trovo che sia un bellissimo regalo dalla vita il fatto che possa farlo io. Proietteremo ventiquattro titoli, sarà una retrospettiva piuttosto completa ed esaustiva, che include la sua unica regia (I due volti della vendetta, ndr). Soprattutto per i ragazzi sarà importante: per la prima volta su grande schermo potranno vedere capolavori come Fronte del porto o Apocalypse Now. E poi ogni film, o almeno quelli più recenti, sarà introdotto da qualcuno ha avuto direttamente a che fare con Brando. Tutti gli altri saranno introdotti da me, come avevo promesso.
Una novità di quest’anno è la sezione dello Zibaldone.
A casa abbiamo tutti un cassetto dove mettiamo cose preziose, importanti, che magari, però, non sappiamo bene dove sistemare. Un cassetto dove c’è un po’ di tutto e ogni cosa ha un valore. Questa sezione è cosi. Per non allargare la poliedricità delle altre sezioni e delle sottosezioni e non creare troppa confusione abbiamo creato questa sezione “leopardiana”. Ci sarà il film omaggio, la retrospettiva, la videoarte, la celebrazione di un particolare attore, la novità assoluta, il film non catalogabile e indefinibile. Una sezione che contiene sempre qualcosa di speciale.
A proposito di celebrazioni, in questa sezione è previsto un omaggio particolare.
Proietteremo Il vangelo secondo Matteo, capolavoro di Pier Paolo Pasolini a sessant’anni dall’uscita in sala con un’introduzione speciale a cura di Davide Milani, Presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo.
Un festival, però, che non rinuncia alla sua vena cinefila, ma cerca anche di essere popolare.
Il concorso, come da tradizione, rimarrà graffiante, indipendente, nuovo, giovane, anticonvenzionale. Pieno di film sorprendenti e innovativi. Fuori concorso entreranno buone storie, con un sapore più popolare, con una capacità di attirare in sala un pubblico che magari non è del settore.