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Luca Marinelli in M. Il figlio del secolo
Una delle serie più attese del 2024 è M. Il figlio del secolo. È ispirata dall’omonimo bestseller di Antonio Scurati. Si concentra sulla figura di Mussolini, interpretato da Luca Marinelli. Ne abbiamo parlato a Bressanone, nell’ambito di INCONTRI, la Film Conference di IDM Film Commission dell’Alto Adige, con Francesca De Lisi, development supervisor di The Apartment Pictures. “La sfida è portare sullo schermo un grande romanzo storico, un bestseller che ha avuto molto successo. Si tratta di un coming of age politico”, spiega De Lisi.
Quanto è fedele la serie al libro?
La prima stagione è abbastanza aderente. Inizia nel 1919 con la fondazione dei Fasci di combattimento e termina dove finisce la storia scritta da Scurati. Gli eventi fondamentali, i principali snodi narrativi i lettori li conoscono già. È stato un percorso avventuroso, inedito.
Chi è M?
Un personaggio che infrange la quarta parete, che parla direttamente allo spettatore. È una vicenda che ha più di cento anni. Bisognava ragionare sul perché fosse qualcosa di ancora moderno.
Il protagonista è Luca Marinelli.
È stata la prima scelta di Lorenzo Mieli, prima ancora di decidere chi dovesse essere il regista. È onnipresente, pieno di talento. Poi è arrivato Joe Wright per dirigerlo. È un cineasta sorprendente, appassionato. Nonostante non sia italiano, ha compreso la natura del fascismo e come rappresentarlo. Ci raccontava che da giovane era un punk, e spesso tra loro si dicevano: “You are a fascist!” (sei un fascista, ndr). Ma senza capire davvero il significato di quelle parole. Wright ha un passato un po’ da “rivoluzionario” (ride, ndr), non nasconde i suoi conflitti con il sistema. Ha sposato l’anima di M: essere non convenzionale, restituire la fascinazione che Mussolini esercitava sui suoi sostenitori, indagare la natura del suo potere. Perché gli italiani dell’epoca furono sedotti? Questo è M.
Quanti episodi vedremo?
Sono otto. Ma l’obiettivo è andare avanti, realizzando una tetralogia, tre stagioni ricchissime. Ci sono già delle idee, ma è troppo presto per analizzarle. Abbiamo girato in Italia: principalmente Roma, ma anche Napoli, Gorizia. Le riprese sono durate più di sei mesi, con un ritmo molto intenso. Abbiamo avuto bisogno anche di una seconda unità, guidata da Sophie Muller. Ciò che mi ha colpito di Wright è il suo rispetto, la dedizione, lo studio, la sua cifra stilistica riconoscibile.
Chi è per lei M?
Un personaggio impresso nell’immaginario, insito nella nostra identità, con cui non abbiamo mai abbastanza fatto i conti.
Quando arriverà in Italia?
Uscirà su Sky in autunno. (Sarà presentata in anteprima alla Mostra di Venezia?, ndr).