PHOTO
È il giorno dei Premi agli Stati Generali del Cinema in Sicilia in corso al Castello Maniace di Siracusa. Nel panel Premio ergo sum, distinguere l’eccellenza o certificare i rapporti di forza, verso una regola aurea condotto da Federico Pontiggia si sono riunite Laura Delli Colli, Presidente del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – Premi Nastri d’Argento, Piera Dertassis, Presidente e Direttrice Artistica della Fondazione Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, Annamaria Granatello, Presidente e Direttice del Premio Solinas, Flavio Natalia, Direttrice di Ciak, e Cristiana Paterno, Presidente Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani.
Tra i tanti temi toccati, ha tenuto banco la cinquina dei David al miglior regista esordiente, dato che vede uno strapotere di attori e attrici passati alla regia a detrimento di giovani cineasti emergenti: "Quest'anno la cinquina è stata oggetto di discussioni, sono arrivati molti lamenti sul fatto che la composizione abbia depresso le possibilità di giovani autori di emergere, ma quelli nella cinquina erano film meritevoli” ha spiegato Detassis. Secondo la direttrice però, “è sbagliato parlare di uno star system che si impone nel cinema italiano, è un’espressione obsoleta, il cambiamento verso le serie, i social come forma di comunicazione, le saghe e il franchise hanno disintegrato l'idea di star che, per come la conoscevamo, non esiste più neanche in America”.
Piuttosto per Detassis, “questo passaggio massiccio alla regia dimostra che gli interpreti non sono contenti delle storie e dell’immagine che il cinema restituisce loro; noi abbiamo grandi registi ma abbiamo anche almeno due grandi generazioni di attori che chiedono di avere ciò che gli spetta: non solo maggiori diritti di rappresentanza sindacale, ma di plasmare la loro immagine, lavorare sulla narrazione che ne emerge”.
Gli fa eco sulla questione Laura Delli Colli Presidente del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani – Premi Nastri d’Argento: “Li abbiamo visti crescere, è un piccolo plotone di attori e attrici che aveva bisogno di essere incoraggiati a emergere. Come Nastri d’Argento – che quest’anno ritorneranno a Taormina . stiamo sempre attenti a premiarli, ma anche a dare spazio alle maestranze meno note e alle donne. Nelle candidature un direttore della fotografia, uno scenografo non noto accanto a nomi di grido. Quest'anno, per esempio, festeggiamo i dieci anni del premio dedicato ai casting director, agli Oscar arrivano solo l'anno prossimo".
Tutti sono d’accordo sul fatto che i premi “fanno promozione per i vari film che continuano in vario modo a ricevere visibilità. – sottolinea Detassis – Il lavoro dell'Accademia del cinema italiano dura tutto l’anno e coinvolge il cinema, le associazioni, i vari eventi per le donne e i rappresentanti dell’industria. Il David è un premio diverso per origine e per natura dai Nastri, dal Premio della Critica, dai Ciak d'Oro. Il David è un lavoro fatto con e per l'industria, a me pare più sensata questa unicità".
Laura Delli Coli, però, precisa: “i Nastri sono più liberi da questioni burocratiche come quella della date dell’evento che è legata ai diktat della Rai. Noi spesso arriviamo a premiare prima, ma non sovrapponendoci alle altre manifestazioni riusciamo a fare un lavoro di promozione più articolata. Il produttori e i distributori non usano i premi come dovrebbero, perché non rilanciare in sala certi film che hanno preso riconoscimenti? Questo é un meccanismo innescato solo di recente e solo in parte. Ma in generale ci deve essere maggior attenzione per il mondo femminile".
Sulla stessa lunghezza d’onda Flavio Natalia, Direttore di Ciak: “I premi servono, distinguono e fissano dei riconoscimenti a chi ha creato un'eccellenza nel prodotto. Il Premio Ciak è sempre stato il premio del Pubblico. Recentemente gli abbiamo dato una casa sul web e anche uno spazio televisivo su Sky. Il Premio ha registrato oltre 900 mila voti l'anno scorso. Il più bello è vedere i grandi registi felici di aver vinto o dispiaciuti di aver perso. Significa che questo premio ha lasciato una traccia”.
Per Cristiana Paternò, Presidente del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, invece, si rende necessaria “una riflessione sui premi che sono un grande traino di visibilità per chi li riceve e per chi li consegna. Dai David, ai Nastri, a Ciak, al Solinas, come Sindacato dei critici abbiamo scelto di essere estremamente selettivi, rimanendo legati alla qualità dell'opera. Il Film della Critica è assegnato da una commissione di 14 persone che lo definisce in modo molto rigoroso e severo. Non ci vogliamo paragonare a premi più glamour, il nostro è un lavoro continuo di ricerca e di scouting”.
Annamaria Granatello, invece, è Presidente e Direttrice Premio Solinas “una realtà unica sicuramente in Italia, forse al mondo. Siamo un completamento degli altri premi. – sottolinea Granatello – Il Solinas è fatto per distinguere le eccellenze e per dare diritti agli autori. Le storie sono il motore di tutta la filiera, chi crea quei mondi sullo schermo sono gli scrittori, gli sceneggiatori e vanno valorizzati. Al Solinas viene premiato il miglior Soggetto, poi la miglior sceneggiatura premiata da un’altra giuria. Di recente abbiamo il premio Experimenta Serie che favorisce le puntate pilota per le serie tv. Con queste sceneggiature ci arrivano proposte più sperimentali, con più voglia di osare e poi sui premi della serialità, non convenzionali. Ci arrivano storie interessanti e coraggiose. Ma le serie non sopravanzano il cinema, il lavoro al Solinas è un lavoro di ricerca e sviluppo continuo per il cinema e la tv”.
Poi Granatello conclude con un appello: “Sarebbe necessario un tax credit di ricerca e sviluppo per pagare bene il lavoro degli sceneggiatori, se i soldi si spendono prima bene, il lavoro è più lungo ma aumenta la qualità dell’opera”.