Con il successo di The Substance – il cui incasso, al momento, ha superato i 2 milioni e mezzo di euro – e in attesa di vedere sul grande schermo Le occasioni dell’amore (dal 19 dicembre), si chiude un anno davvero straordinario per I Wonder Pictures. Anno, il 2024, iniziato con il trionfo de La zona d’interesse, un complesso e rigoroso capolavoro sull’orrore del nazismo che ha portato in sala oltre settecentomila persone con quasi 5 milioni al botteghino (risultato che ha reso l’Italia il quarto mercato al mondo dopo Germania, Francia e Stati Uniti).

Due scommesse, certo, ma non solo, come spiega Emanuela Ceddia, Vice-President di I Wonder Pictures, che alla 47a edizione delle Giornate Professionali di Cinema – Next Generation presenta il listino del 2025: “Incontrare il gusto del pubblico è sempre una fortuna, ma non è solo questo. Abbiamo lavorato affinché i valori di questi film arrivassero nel modo giusto. E mentre crescevano sui social e sulla stampa, ecco che aumentava sempre di più l’interesse del pubblico”.

Successi sorprendenti, per certi versi dei veri e propri casi.
Non era assolutamente scontato che dei film così difficili trovassero un successo di pubblico. Ma La zona d’interesse e The Substance rappresentano quel tipo di film che oggi sempre più persone vogliono andare a vedere al cinema: quando l’hai visto, sai di aver fatto la cosa giusta; quando non l’hai visto, pensi di aver bucato un’occasione.

Sarà questa la linea del prossimo anno?
Il nostro cinema del 2025 sarà tutto così. I film devono tenere il punto sulla coolness, sull’approccio innovativo, su autori e interpreti che conquisteranno il pubblico. Deve ripetersi ciò che di straordinario è già accaduto quest’anno.

Si consolida la partnership con A24.
Una collaborazione che confermiamo distribuendo in Italia film enormi come The Smashing Machine di Benny Safdie con Dwayne Johnson ed Emily Blunt, Death of a Unicorn di Alex Scharfman con Paul Rudd e Jenna Ortega, Opus di Mark Anthony Green con Ayo Edebiri e John Malkovich, The Legend of Ochi di Isaiah Saxon con Willem Dafoe e Finn Wolfhard.

Si può applicare questo modello anche sul cinema italiano?
È una delle sfide del prossimo futuro. Abbiamo già lavorato su titoli nazionali, la nostra intesa con i produttori italiani è la base su cui lavorare.

I Wonder si sta distinguendo sul fronte dei classici.
Sono nel DNA della nostra cinefilia. Ma abbiamo capito un punto fondamentale: c’è un pubblico giovane che ha voglia di andare al cinema e che non ha mai visto alcuni grandi classici. Che può scoprire, e non riscoprire, proprio al cinema. È una delle nostre mission. Per esempio è stato bellissimo lavorare su Quarto potere: l’abbiamo trattato come se fosse un film inedito, lanciandolo con materiali nuovi. Faremo alcune collaborazioni, è un terreno fertile tutto da esplorare. C’è un patrimonio bellissimo, è assurdo lasciare quei film negli archivi.