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Pierfrancesco Favino con Dea Lanzaro, Antonio Guerra e il regista Gabriele Salvatores sul set di Napoli – New York
Ben quattro produzioni Netflix lo scorso anno, adesso una grande produzione Amazon e perfino Trieste trasformata in New York da Salvatores: il Friuli-Venezia Giulia va alla grande. Da due anni Chiara Valenti Omero è la coordinatrice della Film Commission di una regione “molto varia e piccola per certi aspetti, cosa che ci avvantaggia perché possiamo offrire tanti diversi paesaggi nell’arco di pochi chilometri, spaziando dal mare alla montagna, dalle città d’arte alle colline, che non saranno come quelle toscane, ma che hanno comunque il loro fascino”.
Insomma qualcosa nel cinema sta cambiando e non è più accentrato solo in alcuni luoghi come Roma per esempio?
Il lavoro delle Film Commission sui territori sta iniziando a dare dei frutti e delle risposte. Non è più tutto concentrato solo nelle regioni più importanti. C’è un’attenzione nei confronti dei territori e di tutte le regioni che favoriscono una vasta varietà di location. Noi stessi, che lavoriamo nel Friuli Venezia Giulia, notiamo una particolare attenzione da parte delle produzioni che vengono proprio nella ricerca di location nuove, di luoghi difficili da raggiungere e diversi rispetto al solito immaginario cinematografico.
Come si arriva a questo risultato?
Su questo voglio dare il merito anche all’Italian Film Commissions (l’associazione composta da venti Film Commission diffuse su tutto il territorio italiano, un punto di riferimento per le produzioni nazionali e internazionali, gli autori, gli operatori professionali e le istituzioni del cinema e dell’audiovisivo, ndr) che con un grande lavoro di coordinamento delle singole Film Commission regionali è riuscita a creare un supporto che va aldilà della sana competizione tra i territori. Spesso ci sono film che ottengono diversi contributi sulle varie regioni e c’è una collaborazione tra le stesse Film Commission nel supportare una diversa proposta alle produzioni dal punto di vista delle location.
È difficile promuovere il Friuli Venezia Giulia?
È impegnativo perché siamo ancora nel profondo nord est, ma siamo una delle prime Film Commission nate in Italia e scontiamo un po’ il nostro essere periferici. Lo siamo rispetto a Roma e all’Italia, ma siamo centrali rispetto all’Austria, la Slovenia, la Croazia, il Veneto e il Trentino. Una macro area del nord est che rispetto all’Europa è assolutamente centrale. Di fatto il porto di Trieste è a tutti gli effetti il porto di Vienna e il primo accesso sul mare di molti paesi europei. Promuovere il nostro territorio è una sfida allettante. Io ho trovato una situazione florida e ringrazio chi ha guidato prima di me, nonché Gianluca Novel e Guido Cassano, che lavorano oggi al mio fianco, e hanno contribuito nel lontano 2000 alla nascita della Film Commission.
Qual è la sfida di oggi?
Collaborare e mettersi su un piano di sana competizione con tutte le altre Film Commission. E poi non si può prescindere da cosa attrae una produzione aldilà delle location: quindi maestranze e Film Fund, il contributo economico che puoi dare a una produzione. Da quest’anno abbiamo cambiato il regolamento rispetto a quello che avevamo precedentemente, ormai obsoleto. Prima, infatti, un aspetto importante era legato alle giornate di ripresa. Oggi, invece, il nuovo regolamento dà il contributo in percentuale sulla ricaduta economica sul territorio.
Qual è la situazione delle maestranze locali?
Ci sono, ma sul nostro territorio cominciano ad essere poche. Oggi siamo in grado di coprire due produzioni e mezzo in contemporanea e sentiamo la necessità di formare nuove maestranze perché sicuramente vogliamo aumentare il lavoro come Film Commission. Un’attenzione particolare va data a tutto quel che riguarda la formazione di elettricisti, macchinisti, scenografi, reparto sartoria, amministrazione del set e tante altre figure. Vogliamo offrire alle produzioni sul nostro territorio questo tipo di servizi aggiuntivi. È uno dei nostri obiettivi.
E in effetti i progetti sono tanti. Undici sono stati approvati tra documentari e fiction, tra questi hanno già terminato: Margherita delle Stelle, film su Margherita Hack per la regia di Giulio Base, con Cristiana Capotondi nel ruolo dell’astrofisica e Cesare Bocci, una produzione Rai Fiction-Minerva Pictures; Gloria, di Tempesta Film, opera prima di Margherita Vicario “una storia bellissima girata in un convento” e ovviamente il già citato Napoli-New York, prodotto da Paco Cinematografica, di Gabriele Salvatores con Pierfrancesco Favino. “Siamo curiosissimi di vederlo, dalle prime immagini sembra fantastico”, commenta Valenti Omero.
Ventisei progetti sono ancora da vedere e valutare.
Sarei felicissima di finanziarne molti più di più se avessimo più budget. Nel 2022 abbiamo chiuso con l’entrata di Film Commission in Promo Turismo e c’è stato un balzo in avanti nella dotazione del Film Fund: siamo passati da 1 milione e 200mila a 1 milione e 650mila. Adesso siamo in attesa di sapere se riusciremo ad avere un ulteriore aumento. Ovviamente più lavoriamo, meglio lo facciamo e più produzioni vogliono girare qui ed essere finanziate. Ora sul territorio abbiamo anche una grande produzione Amazon che ahimè sta risentendo marginalmente dello sciopero americano, il titolo è Heads of State-Hos. Siamo bloccati con le riprese che prevedevano la presenza di star, ma vanno avanti quelle che riguardano la seconda unità. Sono qui da febbraio e portano sul territorio un grandissimo indotto.