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Giulio Base e Anne Parillaud À la Recherche
“Ho nostalgia degli anni Settanta perché oggi si parla senza ascoltare l’altro, esiste solo un muro contro muro. Il cuore del film, invece, è la dialettica, un confronto-scontro che è anche lotta di classe: lei è aristocratica, io sono uno sceneggiatore fallito, lei è francese, io italiano, lei è una ribelle, io un conformista che segue il denaro più che l’ideologia. Però troviamo una zona di conforto l’uno nelle braccia dell'altra”.
Il futuro direttore del Torino Film Festival, Giulio Base presenta alla kermesse capitolina À la Recherche, “un titolo che non rimanda solo all’incipit del romanzo di Proust, ma alla volontà di ricerca di due persone”.
Al centro della storia un’attrice e uno sceneggiatore di B movies che provano ad adattare il romanzo di Proust per Luchino Visconti: “Un giorno l’amico e sodale Paolo Fosso mi portò un soggetto in cui mi disse che vedeva me come attore protagonista, - ricorda il regista -fatto strano perché quasi nessuno mi vede solo come tale. Me ne innamorai subito, anche se Paolo mi presentava come uno sceneggiatore sfigato, un conformista che aveva fatto tanti compromessi, dissipando il suo talento dietro le donne, ma era una metafora per arrivare al cuore del film”.
Il protagonista Pietro, infatti, è "uno scrittore abituato ad adeguarsi, vota comunista perché lo fa Visconti, ma in fondo, è di animo barbaro”. Uno sceneggiatore che vive a margini di un’epoca in cui “il cinema e la società erano imbevuti di politica. Ne era immerso fin sopra i capelli anche Visconti, che faceva campagna per il PCI e ammetteva che il partito lo aveva aiutato a fare i primi due film, come ad avere un allargamento e riconoscibilità pubblica del suo lavoro”.
Un film, dunque, intimista e politico “un regista non deve essere per forza militante, – aggiunge l’autore - ma raccontare quello che gli vibra dentro, perché quello è politico”, che mette al centro “la parola, la mia passione da uomo di teatro. Per prepararmi a questo film ho riletto le Note sul cinematografo
di Bresson, dove nota come in molti film gli obiettivi della cinepresa cambiano di continuo, ma quando si legge non si cambia continuamente occhiali o gradazione delle lenti. In À la Recherche, allora, ho usato un obiettivo per sequenza, passando da quelli larghi a quelli più stretti per avvicinarmi sempre di più ai protagonisti”.A chi gli chiede, poi, se il cinema italiano abbia sottovalutato, o bistrattato il suo percorso confessa: “Il fatto che io non mi sia mai sentito organico a una certa militanza, o che più volte mi sia professato cristiano credente, probabilmente mi ha chiuso molte porte. Finché posso fare questi film, però, che in totale costano meno di certi compensi che prendono solamente i registi per fare interi progetti, sono contento”.
Controcanto femminile di Pietro è Anne Parillaud che interpreta Arane, “una donna lungimirante, in anticipo sugli anni Settanta. Un’attrice senza figli, non sposata, sintonizzata sui movimenti e i cambiamenti dell’epoca. Ha un modo di pensare molto moderno, imprevedibile: è drammatica e comica, folle e aristocratica”.
L’ex Musa di Besson comunque non dimentica le difficoltà di avvicinamento al personaggio: “Giulio ha un modo di girare a cui non sono abituata. -spiega l’attrice - Gira lunghe sequenze, filmando parti di dialogo che richiedono un impegnativo sforzo di memoria. – spiega Parillaud – Il lavoro, però, non consisteva tanto nel lavorare sui limiti, quanto nello scoprire un terreno di espressione inesplorato. Dopo tanti anni di recitazione, è molto interessante essere sopresi e stimolati dal lavoro”.
Il film arriverà nelle nostre sale il 2 novembre è prodotto dalla francese Rosebud Entertainment Pictures con le nostre Rai Cinema e Agnus Dei di Tiziana Rocca: “È stata un’esperienza importante in quanto è il mio secondo titolo prodotto completamente. – spiega la produttrice – È stato molto bello immergersi negli anni Settanta, condurre una ricerca molto dettagliata partendo dalla villa, fino agli oggetti di scena, come la pantera di Visconti che i due protagonisti a un certo punto si contendono”.
Anche Rocca, infine, come il regista si dice “fortunata di aver potuto lavorare con Anne: Giulio (Base, ndr) ha avuto l’illuminazione sul fatto che fosse la protagonista del film. Lei all’inizio era spaventata da questa sceneggiatura piena di dialoghi. Hanno fatto, però, tantissime prove con uno sforzo di memoria che forse questi giorni al cinema non si fa più. Anne conosce molto bene quegli anni, è piena di gusto e stile. C’era molta armonia sul set tra i due”.