Il Vangelo secondo Matteo è stato presentato da mons. Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo e direttore della Rivista del Cinematografo, al Torino Film Festival. Un’occasione importante per riscoprire non tanto il valore di quest’opera ma un Pasolini all’apice espressivo della verità su Gesù Cristo.

Come Pasolini stesso ha ammesso, il suo progetto è stato quello di realizzare un'opera che seguisse fedelmente il testo del Vangelo secondo San Matteo, senza trasformarlo in una sceneggiatura né ridurlo, ma traducendolo in immagini senza omissioni o aggiunte. L'autore ha voluto creare un'opera poetica, non religiosa nel senso tradizionale né ideologica.

«Questa fascinazione “senza la luce” della fede consegna alla storia del cinema un film unico sulla figura di Cristo, una drammatica “sacra rappresentazione” che fa entrare lo spettatore in contatto con la forza rivoluzionaria delle sue parole e idee, grazie anche alla magnifica voce di Enrico Maria Salerno che doppia Enrique Irazoqui/Gesú – afferma mons. Davide Milani –. Un’opera che non è catechistica: le musiche che spaziano da Bach alle ballate sacre etniche, le scelte di regia con la spiccata “visibilità” della macchina da presa, il cast di attori scelti principalmente tra gli amici intellettuali (e la madre Susanna ad interpretare la Madonna), ne fanno un lavoro dal forte sapore politico. Questa era la sua urgenza “spirituale”».

Mons. Davide Milani aggiunge: «Oggi, la lettura liturgica del testo sacro, anche per la quasi inesistente cura con cui viene proclamato nelle chiese, spesso spegne la forza di questa Parola, soprattutto a causa della proposizione per brani isolati dal contesto (e per la scarsa percentuale di praticanti che hanno mai letto i vangeli integralmente): la visione del “Vangelo” pasoliniano ne è potente antidoto e necessario compendio per la comprensione».