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Nosferatu - dettaglio del teaser poster
Nosferatu , il film di Robert Eggers, che torna al cinema dopo The Northman , è molto più di un film di genere, di una rivisitazione di un classico, è semmai un’evoluzione di esso, che diventa specchio della realtà e della quotidianità di oggi. Chi è il mostro nella nostra società? Da chi dovremmo difenderci? E soprattutto perché fingiamo che tutto vada bene?
Guardare questo film è come guardarsi intorno e capire che per combattere il male, bisogna prima accettare che esista, proprio come dichiara il Professor Albin Eberhart Von Franz, interpretato da un sempre più camaleontico Willem Dafoe.
La storia riprende le fila del classico espressionista del 1922, Nosferatu il vampiro di Murnau che a sua volta è un adattamento del libro Dracula di Bram Stoker, in cui si racconta la storia di una coppia di giovani sposini, Ellen (Lily-Rose Depp) e Thomas (Nicholas Hoult), e del vampiro che li perseguita, il conte Orlok. Nel cast anche Emma Corrin e Aaron Taylor-Johnson, che interpretano la coppia di amici dei due novelli sposi.
Un film che affronta diverse tematiche usando come espediente principale il tema della passione che sfocia in ossessione, raccontando anche la paura di sentirsi soli e il bisogno di attenzioni, il fallimento, il bigottismo e il terrore del concepire come fingere che vada tutto bene in realtà è una farsa che porta alla distruzione.
I personaggi del film di Eggers – che sarà nei cinema italiani dal primo gennaio 2025 - sono contemporanei, vittime stesse delle loro fragilità, il vampiro stesso lo è, accecato dalla sua sete e dal suo stesso potere non si rende conto di ciò a cui si espone pur di soddisfare i propri impulsi, i propri bisogni. Nonostante il film sia ambientato nel 1838, è impossibile quindi non rivedere lo stato attuale della nostra società, dei suoi fallimenti e della facilità con la quale si è pronti a puntare il dito verso il diverso, piuttosto che guardarsi dentro e capire che c'è bisogno di un cambiamento e trattare chi lo fa come un pazzo, un folle, o un visionario.
Il conte Orlok, altro non è che una storia personale dello stesso regista che ha vissuto con il pensiero di questo film e di questo personaggio da sempre:“Seppur non sia una storia generata da me, è comunque su qualcuno che ha vissuto dentro di me e che ho sognato fin dall’infanzia” con queste parole Robert Eggers inizia a descrivere il suo personale pensiero sul vampiro Nosferatu. Ma che tipo di mostro ha generato? “In molti miei ricordi c'è la figura di Max Schreck e la sua performance che mi perseguitava come la Germania baltica del 1830, ma non è un qualcosa che ho capito subito, ci ho messo anni per arrivare a questa conclusione” -dichiara Eggers - “C’era qualcosa di essenziale e al tempo stesso misterioso nella figura del vampiro Nosferatu, come quando Hutter spalanca il coperchio della tomba di Orlok, sono sicuro che in quel momento il pubblico sussultava per il terrore e immaginava il fetore del mostro non morto.”
Stupore, realismo, un gioco di ombre e una grande interpretazione di Bill Skarsgård, il suo Orlok non è un seduttore, un eroe scintillante, è un vampiro che incarna la malattia, il sesso e la morte, in modo brutale. Uno degli horror più spaventosi e difficili da vedere dell’anno.