I migliori film del 2024 secondo Cinematografo

Tag:

La zona d'interesse Flow - Un mondo da salvare Challengers Anora Estranei Vermiglio Giurato Numero 2 Parthenope Le occasioni dell'amore Perfect Days

PHOTO
La zona d'interesse

Un anno di cinema in dieci film

(sono considerati i film usciti in Italia dall’1 gennaio al 31 dicembre 2024)

La zona d’interesse di Jonathan Glazer (12 voti)
Liberamente ispirato al romanzo di Martin Amis, il dramma straniato e ponderato, agghiacciante e serafico inquadra il famigerato comandante di Auschwitz, Rudolf Höss, e la moglie Hedwig, che vivono con i figli e la servitù in una villetta ai margini del campo. Se non la banalità, la familiarità del male. Gran Premio della Giuria a Cannes 2023, due Oscar (film internazionale e sonoro).

La zona d'interesse (Credit: Courtesy of A24)

Flow – Un mondo da salvare di Gints Zilbalodis (11 voti)
Un gatto, un’alluvione, la civiltà perduta, la salvezza. Tra implicazioni filosofiche, smarrimenti benigni, omaggi a Béla Tarr (e un senso compiuto di appagamento – ludico, intellettuale, ed estetico – un’animazione autarchica e personale, affascinante e misteriosa che fluttua nel tempo interiore dello spettatore come l’acqua increspata di un bene perduto.

Challengers di Luca Guadagnino (10 voti)
A tennis si può giocare in due. Al massimo in quattro. Quando si è in tre c'è poco da fare, o non si gioca o ci si alterna. Il ménage à trois non è semplice ammicco a Jules e Jim o The Dreamers, ma un paradigma delle infinite possibilità che si nascondono nei rapporti. Lascia a tratti senza fiato proprio come un batti e ribatti infinito: colpire al centro, colpire al cuore.

(L to R) Mike Faist as Art, Zendaya as Tashi and Josh O'Connor as Patrick in CHALLENGERS, directed by Luca Guadagnino, a Metro Goldwyn Mayer Pictures film. Credit: Metro Goldwyn Mayer Pictures © 2023 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved.

Anora di Sean Baker (9 voti)
Può esistere la favola in un mondo che non sia la fantasia di un film hollywoodiano? Una versione indie di Pretty Woman: dall’estasi del sogno alla malinconia del risveglio. Un’istantanea di felicità e il suo negativo. L’ennesimo gesto di attenzione verso i dimenticati, che non sanno che cosa desiderare e non saprebbero nemmeno impararlo. Ma che almeno vogliono vivere. Palma d’Oro a Cannes 2024.

Estranei di Andrew Haigh (9 voti)
Ogni storia d’amore è una storia di fantasmi. Un’esperienza sensoriale che trascende il realismo, un melodramma cosmico e un fantasy dilaniato, che passa dal tattile al fantasmatico: la necessità di prendersi cura del prossimo e il dovere di fare pace con se stessi. Un’esplosione di cinema che crede nella forma come contenuto e che si incarica di trasmettere le cose che contano.

Paul Mescal e Andrew Scott in Estranei © 2023 20th Century Studios All Rights Reserved.

Vermiglio di Maura Delpero (9 voti)
Dopo il pluripremiato Maternal, la regista si volge al padre rintracciando nel vissuto un piccolo mondo antico e le improntitudini dell’oggi. L’albero degli zoccoli, sì, ma anche la finesse dei bambini di Doillon e Philibert e un esprit de geometrie da Haneke. Si va nel quotidiano, nella distensione che prepara all’epifania, con la polifonia familiare che è flusso di coscienza.

Giurato Numero 2 di Clint Eastwood (8 voti)
Eastwood ha novantaquattro anni e non ha tempo da perdere. Il suo ennesimo film terminale ha il passo quieto del classico, il colpo dritto del grande intrattenimento, il nitore del racconto morale. Trascende il pessimismo nella malinconia, preferisce l’esercizio del dubbio alla facilità del dogma e ci ricorda che un mondo perfetto non esiste.

Nicholas Hoult in Giurato Numero 2
(Claire Folger)

Parthenope di Paolo Sorrentino (8 voti)
“Era già tutto previsto”: l’ode definitiva del regista al mistero della giovinezza e al mistero di Napoli, attraverso la vita di una donna bellissima, indefinibile e malinconica. L’antropologia come sguardo, per un film astratto e lacerante, popolato di fantasmi sospesi, in bilico tra la realtà e la fantasia: alla morte dell’illusione e della spensieratezza, contrappone il distacco, l’epifania, la meraviglia.

Celeste Dalla Porta in Parthenope - Foto Gianni Fiorito

Le occasioni dell’amore di Stéphane Brizé (6 voti)
Un uomo, una donna. Un amore finito, il mare d’inverno, un ritorno inatteso. E le verità più scomode: che le cose finiscono; e che non siamo persone straordinarie. Non c’è tragedia: se la vita è andata com’è andata, un motivo ci deve essere. Perché l’amore è qualcosa d’irripetibile se non con chi abbiamo amato. Memorabile Guillaume Canet, Alba Rohwracher mai così luminosa.

Perfect Days di Wim Wenders (6 voti)
Minimalista e trascendente, Wenders ripassa devoto la lezione di Ozu e si ritrova ai vertici della propria arte, innalzando lo sguardo dalla toilette agli alberi fino al cielo. E lo fa con un uomo confinato in un impiego umile, ma quasi miracolosamente destinato a incarnare servizio e bene pubblico, soddisfazione personale ed esternalità positive. Un’epifania poetica, un atto politico.