Alcuni hanno avuto un certo successo (qualcuno di nicchia, ma uno è stato addirittura trionfale), altri sono stati un po’ ignorati (complici anche distribuzioni clandestine o improvvise apparizioni on demand). Parliamo degli esordi più interessanti o rilevanti tra quelli usciti in Italia nel 2024 – quindi non troverete opere prime acclamate come Nickel Boys di RaMell Ross e Armand di Halfdan Ullmann Tøndel: il periodo considerato è dall’1 gennaio al 31 dicembre – e che qui raccogliamo in una lista, in ordine alfabetico, che non è una classifica ma una guida per scoprire talenti emergenti.

All We Imagine as Light – Amore a Mumbai

Payal Kapadia (Francia, India, Paesi Bassi, Lussemburgo, Italia)

Nel caos di Mumbai, città che annulla e divide, due infermiere condividono un appartamento e amori sfigati: l’una ha sposato senza conoscerlo un uomo che subito dopo si è trasferito in Germania, l’altra vorrebbe stare con un musulmano inaccettabile agli occhi della sua famiglia indù. Diario quotidiano sulle donne alle periferie dell’immaginario, con empatia radicata e coraggio stilistico, vocazione realista e fughe astratte. Un film minimalista e politico: “Bisogna credere nelle illusioni, altrimenti si impazzisce”.

Payal Kapadia / All We Imagine as Light – Amore a Mumbai
Payal Kapadia / All We Imagine as Light – Amore a Mumbai

Payal Kapadia / All We Imagine as Light – Amore a Mumbai

(Ariela Ortiz-Barrantes)

American Fiction

Cord Jefferson (USA)

Un professore universitario, irritato irrita per la sensibilità culturale dei suoi studenti, rosica perché gli editori rifiutano il suo ultimo romanzo perché “non abbastanza nero”. Finché, in un impeto di rabbia, ne scrive uno che combina tutti gli stereotipi neri, inventandosi un’identità alternativa: trionfo. Da Erasure (“cancellazione”) di Percival Everett, una satira del “black trauma porno” e un grande affresco della società statunitense, un’intelligente polemica sulle ipocrisie dell’apparato culturale e un’acuta rappresentazione di una famiglia della classe medio-alta. Oscar per la sceneggiatura non originale.

Cord Jefferson / American Fiction
Cord Jefferson / American Fiction

Cord Jefferson / American Fiction

(Claire Folger/Orion Releasing)

Autobiography – Il ragazzo e il generale

Makbul Mubarak (Indonesia, Francia, Germania, Polonia, Singapore, Filippine, Qatar)

Indonesia rurale. Rakib, che ha il papà in carcere e il fratello all’estero, diventa assistente e seguace di un ex generale in pensione che aspira a diventare sindaco. Girato dal regista a trentadue anni (uscito da noi due anni dopo), un intreccio spietato di elementi autobiografici – da cui il titolo – e dinamiche di potere – da cui il sottotitolo italiano – per riflettere su un trauma storico collettivo ancora irrisolto e sui retaggi dell’autoritarismo. Il racconto di una rivalsa sociale costruita attraverso la costruzione di un inquietante senso di straniamento.

Makbul Mubarak / Autobiography – Il ragazzo e il generale
Makbul Mubarak / Autobiography – Il ragazzo e il generale

Makbul Mubarak / Autobiography – Il ragazzo e il generale

Augure – Ritorno alle origini

Baloji (Belgio, Congo, Paesi Bassi, Francia, Sudafrica, Germania)

Dopo quindici anni in Europa, Koffi torna in Congo per presentare la sua compagna alla famiglia. Ma nel villaggio lo considerano uno stregone. Il riflesso tra realtà e finzione parte dall’onomastica: in lingua swahili, Baloji starebbe per “uomo di scienza”, ma in epoca colonialista il significato si è ribaltato: la riappropriazione di una tradizione restituisce la prospettiva al passato più mitico e ancestrale. Una specie di performance immersiva, un’autofiction in cui l’inconscio è collettivo prima che personale e l’identità singolare si riverbera nella pluralità delle esperienze.

Baloji / Augure – Ritorno alle origini
Baloji / Augure – Ritorno alle origini

Baloji / Augure – Ritorno alle origini

(Kristin Lee Moolman)

Los colonos

Felipe Gálvez Haberle (Cile, Argentina, Francia, Danimarca, Regno Unito, Taiwan, Svezia, Germania)

1901. Un meticcio cileno, un capitano britannico e un mercenario statunitense intraprendono una spedizione per delimitare e riprendere le terre che la Repubblica del Cile ha concesso a José Menéndez. In realtà si sta organizzando il genocidio dei Selk’nam. Un western che un tempo avremmo definito revisionista: la retorica della terra da conquistare che nasconde la tragedia di un popolo da sopprimere, un feroce racconto sulla violenza (e le sue origini) che non può non configurarsi quale allegoria del presente. Valori altissimi (fotografia e sonoro in primis).

Felipe Gálvez Haberle / Los colonos
Felipe Gálvez Haberle / Los colonos

Felipe Gálvez Haberle / Los colonos

(Óscar Fernández Orengo)

Daughters

Angela Patton, Natalie Rae (USA)

Nell'ambito di un programma sulla paternità in un carcere di Washington, quattro ragazze si preparano per un ballo con i loro padri detenuti. Premio del pubblico al Sundance, frutto di otto anni di riprese e di lavoro, un documentario intimo e dolente sulle ferite di chi è rimasto fuori e su quelle di chi sta dentro: con cura ed empatia, le autrici si mettono accanto a dolori e stupori dei protagonisti ed esplorano la complessità di relazioni messe alla prova dalla vita, tanto lacerate quanto profonde.

Natalie Rae, Angela Patton / Daughters
Natalie Rae, Angela Patton / Daughters

Natalie Rae, Angela Patton / Daughters

(Liz Rosa/LA Stories/Netflix)

Gasoline Rainbow

Bill e Turner Ross (USA)

Cinque adolescenti della provincia dell’Oregon in viaggio verso la costa del Pacifico. In furgone, in barca, in treno e a piedi, un’odissea nella natura selvaggia e nelle periferie industriali. Compendio sincero e simpaticamente scombiccherato, eruttivo e citazionista (c’è dentro di tutto), dentro un mondo e lungo le sue strade perdute: un po’ cinema del reale e un po’ contenuti social, un po’ heavy metal e un po’ corsa a perdifiato. Indie al di là del cliché, inseguendo le vibrazioni dei personaggi e le tensioni del paesaggio più che la linearità o la logica narrativa.

Bill Ross, Tuner Ross / Gasoline Rainbow
Bill Ross, Tuner Ross / Gasoline Rainbow

Bill Ross, Tuner Ross / Gasoline Rainbow

(Mubi)

Ho visto la TV brillare

Jane Schoenbrun (USA)

La vita tranquilla di un adolescente cambia quando una sua compagna di classe gli mostra un misterioso programma televisivo notturno. Una riflessione giocosa sul passaggio tra analogico e digitale e sul dialogo tra reale e soprannaturale, con risonanze sia sul piano teorico (il rapporto cannibale con la nostalgia, con il revival degli anni Novanta) che su quello identitario (la transizione di genere attraverso il prisma queer). È piaciuto molto a Martin Scorsese, che l’ha messo nella sua lista dei preferiti dell’anno.

Jane Schoenbrun / Ho visto la TV brillare
Jane Schoenbrun / Ho visto la TV brillare

Jane Schoenbrun / Ho visto la TV brillare

How to Have Sex

Molly Manning Walker (GB)

Tre adolescenti britanniche in vacanza a Creta: bevono, vanno in discoteca, fanno amicizie in quella che dovrebbe essere la migliore estate della loro vita. La trentenne Manning Walker prende di petto un macigno della contemporaneità, il sesso, e lo mette in scena come desiderio, rito di passaggio, gioco, aggregatore sociale, paura. Non solo un coming of age ma anche un affresco sull’essere adolescenti (oggi), sulla vergogna dello stare al mondo, sul deficit d’esperienze, sul conflitto tra autodeterminazione e individualismo. Vincitore della sezione Un Certain Regard a Cannes 2023.

Molly Manning Walker / How to Have Sex
Molly Manning Walker / How to Have Sex

Molly Manning Walker / How to Have Sex

(Billy Boyd Cape/Mubi)

Inside Out 2

Kelsey Mann (USA)

Nuove emozioni nella mente dell'adolescente Riley: c'è pure Ansia. Più di un miliardo e mezzo in tutto il mondo: è nella top ten dei maggiori incassi della storia, ma pochi hanno notato che, pur nelle mani della corazzata Pixar, si tratta dell’opera prima di uno storico animatore della casa. Meno dirompente e spericolato del prototipo ma comunque coinvolgente e profondo, con momenti irresistibili e passaggi lancinanti: pubertà e altri disastri in un sequel su misura della GenZ, istruttivo esempio di racconto di formazione dall’interno dove l'approdo è capire che la divergenza va inclusa e non respinta (le emozioni negative).

Kelsey Mann / Inside Out 2
Kelsey Mann / Inside Out 2

Kelsey Mann / Inside Out 2

(Disney/Pixar)

Invelle

Simone Massi (Italia, Svizzera)

Dal 1918 al 1978, tra la fine della Grande guerra e il sequestro Moro, i destini dei personaggi, bambini nel tempo e per sempre, si rincorrono, si intrecciano, si toccano. Massi, un maestro dell’animazione abituato a lavorare sulle brevi durate, convoca i fantasmi di una comunità, entra nel corpo vivo della memoria, cavalca i decenni con una missione: salvare i sommersi. In un non-luogo depredato dalla Storia ufficiale, un’azione artistica che è atto politico al crocevia tra celebrazione della tradizione orale e slancio artigianale. Un canto lirico, un poema mitico, una canzone popolare.

Simone Massi / Invelle
Simone Massi / Invelle

Simone Massi / Invelle

Janet Planet

Annie Baker (USA)

Nel Massachusetts del 1991, un’undicenne trascorre le vacanze estive sola con la madre eccentrica e impara a guardarla con occhi diversi. Drammaturga premiata con il Pulitzer, Baker si espone con una storia evidentemente personale, in cui all’eccesso e all'urlo preferisce la sottrazione e il mormorio. L’imperfezione sovrasta la compiutezza, tra il torpore di un’estate senza retorica e l’estasi di un passaggio decisivo. Bel duetto tra la mamma Julianne Nicholson e la figlia Zoe Ziegler.

Annie Baker / Janet Planet
Annie Baker / Janet Planet

Annie Baker / Janet Planet

(John D. and Catherine T. MacArthur Foundation)

Past Lives

Celine Song (USA, Corea del Sud)

Un ragazzo incontra una ragazza, si piacciono ma lei lascia la Corea del Sud per trasferirsi con la famiglia in America. Vent’anni dopo – e molte videochiamate dopo – lui decide di andarle a trovarla. Ma lei è sposata. Il film che ci ha insegnato il concetto di “in-yun”: il gioco del destino, i legami tra persone che si sfiorano e si scoprono legate perché c’è stato qualcosa tra loro nelle vite passate. Oppure, più semplicemente, “una cosa che dicono i coreani per sedurre qualcuno”. Il mélo indie di Song ci dice che le cose vanno come devono andare: prima ci dilania, poi ci rassicura.

Celine Song / Past Lives
Celine Song / Past Lives

Celine Song / Past Lives

(Jens Koch/Jon Pack)

Reality

Tina Satter (USA)

L’FBI piomba a casa di Reality, una veterana reinventatasi maestra di yoga, per interrogarla: niente sarà più come prima. Sydney Sweeney all’esame di maturità (prima volta da protagonista: curioso per una che sembra nata per essere star): da una storia vera diventata un caso politico, una sequenza di primi piani che testimonia la precisione chirurgica e la stratificazione emotiva (dalla tensione minacciosa alla fuga surreale) di un’attrice completamente allineata alla visione quasi documentaristica della regista.

Tina Satter / Reality
Tina Satter / Reality

Tina Satter / Reality

(Seaview)

Scrapper

Charlotte Regan (GB)

Dopo la morte della madre, una dodicenne che vive da sola deve fare i conti con il giovane padre riapparso dal nulla. La ragazzina vuole preservare la propria autonomia, ma a poco a poco capisce che tocca a lei prendersi cura di lui. La tradizione tutta britannica dei racconti di formazione ai margini della società colpisce ancora: il tono agrodolce mitiga il realismo e apre alla speranza, la più prevedibile brutalità cede il passo a una meno scontata tenerezza, il rapporto tra i protagonisti è pieno di grazia (il papà è Harris Dickinson, rising star dallo sguardo malinconico e il piglio sicuro). Miglior commedia agli EFA 2023.

Charlotte Regan / Scrapper
Charlotte Regan / Scrapper

Charlotte Regan / Scrapper

(Subject)

Se solo fossi un orso

Zoljargal Purevdash (Mongolia, Francia, Svizzera, Qatar)

Nei freddi sobborghi di Ulan Bator, la capitale più inquinata del mondo, un ragazzino geniale desidera una borsa di studio in Fisica ma deve fare i conti con una famiglia complicata e una società piena di limiti. Nel primo film mongolo presentato nella selezione ufficiale di Cannes, la trentatreenne regista decide di parlare di ciò che conosce meglio. Credibile nel suo essere glocal, con uno sguardo onesto e capace di intercettare sogni e bisogni di un personaggio incardinato nella sua comunità e al contempo bisognoso di emanciparsene.

Zoljargal Purevdash / Se solo fossi un orso
Zoljargal Purevdash / Se solo fossi un orso

Zoljargal Purevdash / Se solo fossi un orso

(Zoljargal Purevdash)

Sotto il cielo grigio

Maria Tamkovich (Polonia)

Una giornalista bielorussa viene arrestata dopo un livestream segreto sulla repressione dei manifestanti pacifici. Il marito la sostiene mentre il regime cerca di spezzarla. Ispirato alla storia vera di due reporter arrestati nel novembre 2020, un cupo e teso atto d’accusa alla violenza del regime che trascende cronaca e geografia e si proietta nell’allegoria. Impegno civile e approccio militante, senza fronzoli né eccessi, arriva dritto al punto senza rinunciare all’impatto emotivo e al lessico sentimentale.

Maria Tamkovich / Sotto il cielo grigio
Maria Tamkovich / Sotto il cielo grigio

Maria Tamkovich / Sotto il cielo grigio

(Anna Wardejn)

To Leslie

Michael Morris (USA)

Madre single completamente allo sbando: vince alla lotteria ma dilapida tutto, viene sfrattata, si fa nemici tutti, cerca un rapporto con il figlio adolescente già operaio. Cerca una svolta tornando in Texas. Budget inferiore a un milione di dollari, quintessenza dell’indie per carattere, spirito, forme e parabole: nel solco di John Cassavetes, Barbara Loden e Jerry Schatzberg, un malinconico country in cui Andrea Riseborough giganteggia nel corpo sbrandellato e nell’anima martoriata di una reietta in attesa di redenzione.

Michael Morris / To Leslie
Michael Morris / To Leslie

Michael Morris / To Leslie

Upon Entry – L’arrivo

Alejandro Rojas e Juan Sebastián Vásquez (Spagna)

Un venezuelano e una catalana decidono di trasferirsi negli Stati Uniti nella speranza di una vita migliore. Ma all’immigration point dell’aeroporto di New York sono costretti a subire un interrogatorio che metterà in discussione la loro stessa relazione. Si va dritto al punto, senza cedere a sociologia d’accatto e patetismi didascalici, con un minutaggio ecologico: un incubo claustrofobico per condannare l’isolazionismo americano, denudare il sogno americano, denunciare le storture di un sistema ipocrita.

Alejandro Rojas e Juan Sebastián Vásquez / Upon Entry - L'arrivo
Alejandro Rojas e Juan Sebastián Vásquez / Upon Entry - L'arrivo

Alejandro Rojas e Juan Sebastián Vásquez / Upon Entry - L'arrivo

Vermin

Sébastien Vaniček (Francia)

Un ragazzo acquista un ragno velenoso in un bazar e se lo porta nel suo appartamento in periferia. La bestia, in breve, scappa e si riproduce: la palazzina viene invasa, la polizia blocca l’edificio, i condomini devono provare a sopravvivere. L’horror per interpretare la realtà, il genere come spazio ideale per prendere di petto i temi senza restare prigionieri dei discorsi a tesi: l’infestazione si configura così quale metafora della pandemia, della minaccia del capitalismo selvaggio, dello “stato di polizia” nelle banlieu parigine.

Sébastien Vaniček / Vermin
Sébastien Vaniček / Vermin

Sébastien Vaniček / Vermin

(lykenny)