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E sciopero fu.
Dalla mezzanotte di ieri la SAG-AFTRA — fusione della Screen Actors Guild e dell’American Federation of Television and Radio Artists — ha aderito allo stato di agitazione degli sceneggiatori hollywoodiani (riuniti nella sigla della WGA) entrando in sciopero contro le compagnie cinematografiche e televisive, dopo che un accordo sul rinnovo contrattuale non è stato raggiunto. D’ora in avanti e finché un nuovo contratto non verrà firmato, gli attori non potranno partecipare a nessuna attività promozionale sui film di cui sono interpreti.
Le ragioni degli attori
È la seconda volta che accade nella storia dell’industria cinematografica americana. Il primo sciopero associato di attori e sceneggiatori risale al 1960: allora, alla presidenza dello Screen Actors Guild c’era Ronald Reagan.
"Siamo vittime di un'industria molto avida", ha dichiarato il presidente del SAG-AFTRA Fran Drescher durante la conferenza stampa di giovedì che ha annunciato la protesta. Secondo le linee guida della gilda, i membri SAG-AFTRA non potranno partecipare ad anteprime, rilasciare interviste, partecipare a cerimonie di premiazione o a festival cinematografici e persino promuovere i propri lavori sui social.
Dietro le ragioni dello sciopero c’è il rifiuto del modello di business imposto al sistema dalle piattaforme di streaming e le preoccupazioni per i contraccolpi lavorativi che l’uso incontrollato dell’intelligenza artificiale potrebbe arrecare. "Se non restiamo vigili in questo momento – ha proseguito Drescher - saremo tutti in pericolo. Non puoi cambiare il modello di business come è stato fatto in questi anni e non aspettarti che cambi anche il contratto”. Infine la stoccata contro gli studios: "Mi rifiuto di credere che invochino la povertà, che dicano di perdere soldi a destra e a manca, quando danno centinaia di milioni ai loro amministratori delegati. E' disgustoso".
Gli studios non ci stanno
Dal canto suo, l'Alliance of Motion Picture and Television Producers, che rappresenta studios e piattaforme di streaming, sostiene di aver presentato un accordo che offriva "aumenti salariali, limiti sostanzialmente più alti sulle pensioni e sui contributi sanitari, protezioni per le audizioni, periodi di opzione delle serie abbreviati e una rivoluzionaria proposta di intelligenza artificiale che protegge le sembianze digitali degli attori per i membri SAG-AFTRA”. "Uno sciopero - si legge nella nota di AMPTP - non è certamente il risultato che speravamo in quanto gli studios non possono operare senza gli artisti che danno vita ai nostri programmi TV e film. Il sindacato ha scelto purtroppo un percorso che porterà a difficoltà finanziarie per innumerevoli migliaia di persone che dipendono dall'industria". Le piattaforme hanno tuttavia rifiutato una richiesta chiave di entrambi i sindacati (attori e sceneggiatori) tuttavia: condividere i dati sugli spettatori in streaming e pagare di più autori ed attori degli show.
A rischio produzioni e festival
Che succederà adesso? Tutte le produzioni sotto il contratto SAG-AFTRA TV and Film si fermeranno immediatamente, portando i progetti a un punto morto sia negli Stati Uniti che in tutto il mondo. Problemi sono previsti anche per i festival internazionali, laddove (come nel caso di Venezia, che solo pochi giorni fa ha annunciato l’apertura dell’80ma edizione con Challengers di Luca Guadagnino, con Zendaya), molte star potrebbero dare forfait e lasciare il tappeto rosso ai soli registi.