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Hayao Miyazaki in Il regno dei sogni e della follia, @LuckyRed
“Talvolta lo paragonano a me. Mi dispiace per lui perché lo abbassano di livello.”
Così Akira Kurosawa parlava di Hayao Miyazaki, ben prima che il più grande autore d’animazione vivente (liquidato troppo spesso come «il Walt Disney giapponese») divenisse un’istituzione globale grazie a una carriera straordinaria, premiata con l’Oscar (2014) e con il Leone d’oro durante la Mostra di Venezia 2005. Come ha sottolineato in tale occasione Marco Müller, Miyazaki “unisce romanticismo e umanesimo a un piglio epico, una cifra di fantastico visionario che lascia sbalorditi. Il senso di meraviglia che i suoi film trasmettono risveglia il fanciullo addormentato che è in noi.”
In attesa de Il ragazzo e l’airone (in originale Kimi-tachi wa dō ikiru ka?, ossia “E voi come vivrete?”), al cinema dal 1° gennaio 2024, ripercorriamo la strada del cantore di una filosofia umanissima e, al tempo stesso, fin troppo ricca e stratificata per essere incanalata nei canonici binari dell’intrattenimento animato occidentale. Nei film del sensei, infatti, trovano sempre spazio l’impegno pacifista, la denuncia politica e sociale, la causa ambientalista e il rifiuto di dividere il mondo fra buoni e cattivi. I suoi personaggi prediletti sono ragazze coraggiose che lottano per raggiungere la propria indipendenza, ma è cruciale anche il ruolo dell’infanzia, dal momento che, nell’ottica di Miyazaki, è del tutto sbagliato ritenere i più piccoli meno intelligenti o degni di considerazione rispetto agli adulti.
NEL SEGNO DI LUPIN III
Nato a Tokyo il 5 gennaio 1941 e figlio di un ingegnere aeronautico (che gli trasmette la passione per il volo e per i veicoli aerei), Miyazaki muove i primi passi come disegnatore per la Toei e, insieme al collega Isao Takahata, lavora a una sfilza di serie animate famosissime anche in Italia, fra cui Le avventure di Lupin III (1971), Heidi (1974), Marco (1976), Le nuove avventure di Lupin III (1977), Rascal, il mio amico orsetto (1977), Conan il ragazzo del futuro (1978), Anna dai capelli rossi (1979) e Il fiuto di Sherlock Holmes (1984). Ed è proprio grazie al personaggio del ladro gentiluomo creato dal mangaka Monkey Punch (alias Kazuhiko Kato) che Miyazaki debutta al cinema con Lupin III – Il castello di Cagliostro (Rupan Sansei – Kariosutoro no shiro, 1979). Pur non incassando le cifre sperate, la pellicola eserciterà un’enorme influenza su John Lasseter (futuro autore di Toy Story e fondatore della Pixar), il quale dichiarerà: “Ebbe un fortissimo impatto su di me perché sentii che quello era il primo lungometraggio animato pensato per intrattenere ogni tipo di pubblico. Scatenò nel mio animo un impulso che diceva: “Questo è ciò che voglio creare.” Alla Pixar, quando abbiamo un problema che sembra irrisolvibile, guardiamo un film qualsiasi di Hayao Miyazaki e troviamo l’ispirazione!”
LO STUDIO GHIBLI
Per ottenere i finanziamenti necessari a trasformare in lungometraggio Nausicaä della Valle del vento (Kaze no tani no Naushika, 1984, in cui la Terra, intossicata dalle conseguenze di una guerra termonucleare, è tornata a una sorta di Medioevo), Miyazaki disegna l’omonimo manga, il cui successo gli permette di realizzare la pellicola, che segna l’inizio della sua storica collaborazione con il musicista Joe Hisaishi. Con i soldi guadagnati grazie a Nausicaä, Miyazaki e Takahata (che del film è stato il produttore esecutivo) fondano, insieme a Toshio Suzuki, la loro casa d’animazione: lo Studio Ghibli, il cui nome si rifà sia al vento caldo del deserto, sia al soprannome dell’aereo Caproni Ca.309, un bimotore del tutto innovativo per l’epoca in cui venne concepito (la seconda metà degli anni Trenta). Le prime pellicole miyazakiane dello studio sono Laputa – Castello nel cielo (Tenkū no shiro Rapyuta, 1986, ispirata a I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift), Il mio vicino Totoro (Tonari no Totoro, 1988, il cui iconico protagonista diventa il simbolo della casa di produzione), Kiki – Consegne a domicilio (Majo no takkyūbin, 1989, basato sull’omonimo libro per ragazzi di Eiko Kadono) e Porco Rosso (Kurenai no buta, 1992, il cui protagonista, asso dell’aviazione e maiale antropomorfo a causa di un misterioso sortilegio, ha scelto di diventare un cavaliere solitario dei cieli per non servire il regime fascista).
LA CONSACRAZIONE
Nel 1997 il maggior incasso al botteghino giapponese non è Titanic, ma Principessa Mononoke (Mononoke-hime, letteralmente “La principessa spettro”), ambientato in una versione fiabesca del tardo periodo Muromachi e incentrato sullo scontro fra la Natura (protetta da antiche divinità e guardiani soprannaturali) e l’uomo, che la sta progressivamente distruggendo per sfruttarne le risorse e favorire l’avvento dell’industrializzazione. Il film viene distribuito in tutto il mondo (Italia inclusa, anche se in pochissime copie e con diverse censure) e il quasi sessantenne Miyazaki decide di andare in pensione. Ma, poco dopo, torna al lavoro per realizzare quello che Steven Spielberg ha definito “ uno dei più grandi film d’animazione mai realizzati e che potrebbe essere meglio di qualsiasi film Disney abbia mai visto”: La città incantata (Sen to Chihiro no kamikakushi, 2001), liberamente ispirato al libro di Sachiko Kashiwaba Il meraviglioso paese oltre la nebbia e premiato sia con l’Orso d’oro a Berlino, sia con l’Oscar come miglior film d’animazione nel 2003.
TRIPLETTA VENEZIANA
È la Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia a ospitare le anteprime dei successivi tre lavori di Miyazaki, ovvero Il castello errante di Howl (Hauru no ugoku shiro, 2004, basato sull’omonimo fantasy di Diana Wynne Jones, è presentato in concorso e Premio Osella per il miglior contributo tecnico), Ponyo sulla scogliera (Gake no ue no Ponyo, 2008, soprannominato “la Sirenetta secondo Miyazaki”) e Si alza il vento (Kaze tachinu, 2013), che mescola ricordi autobiografici del regista stesso con la vita dell’ingegnere aeronautico Jiro Horikoshi (1903–1982), inventore dei primi caccia monoplani della Mitsubishi. Nella versione originale del film, il protagonista ha la voce di Hideaki Anno (il creatore della serie Neon Genesis Evangelion), che Miyazaki aveva scoperto come animatore già ai tempi di Nausicaä della Valle del vento. La proiezione di Si alza il vento viene tuttora ricordata come l’unica volta in cui il regista si è commosso in pubblico guardando un suo film.
Il 6 settembre 2013 Miyazaki annuncia il proprio ritiro, ma, nel 2017, ci ripensa e comincia la lavorazione de Il ragazzo e l’airone, ispirato al romanzo E voi come vivrete? di Genzaburo Yoshino. Secondo le parole di Toshio Suzuki, co-fondatore e Presidente dello Studio Ghibli, “Miyazaki ha realizzato il film espressamente per il nipote. È il suo modo di dire: il nonno presto se ne andrà, ma ti lascerà questo film.”