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Hanno ucciso l'Uomo Ragno @ Lucia Iuorio
“Questa storia ha un cuore caldo, due amici che hanno successo. Oggi la parola successo non ha più senso, all’epoca averlo significava essere conosciuti da un intero paese. Problema, questi due erano destinati all’insuccesso, programmati ed educati per l’insuccesso, invece sfidando il destino sgarbato hanno avuto un successo estremo”.
Parola di Sydney Sibilia, che esordisce nella serialità con Hanno ucciso l’Uomo Ragno, sottotitolo: La vera storia degli 883. Scritta con Francesco Agostini, Chiara Laudani e Giorgio Nerone, diretta con Francesco Ebbasta e Alice Filippi, la serie è una produzione Sky Studios e Groenlandia (Matteo Rovere e lo stesso Sibilia) e arriverà in esclusiva su Sky, e in streaming su Now, nel 2024: a incarnare gli 883 Max Pezzali e Mauro Repetto sono rispettivamente Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli, chiamati a rendere i leggendari anni Novanta partendo da Pavia e arrivando all’Aquafan di Riccione, dove complici Radio Deejay e Claudio Cecchetto sigleranno il trionfo dell’album d’esordio nell’estate del 1992.
Proprio la sequenza del concerto, custodita nell’ultima delle otto puntate della prima stagione (ce ne sarà una seconda), viene girata in questi giorni al parco acquatico Hydromania di Roma, riadattato per l’occasione: dietro la macchina da presa Ebbasta, sul palco Nuzzolo e Giuggioli, di fronte 180 comparse con costumi e acconciature rigorosamente vintage.
Tra le fonti Sibilia, in carnet Smetto quando voglio e Mixed by Erry, cita senz’altro il libro I cowboy non mollano mai dello stesso Pezzali, nonché “i testi degli 883: sono preghiere per noi”, ma il focus è su questi “due nerd che spuntano dal nulla, all’improvviso, e non sono fighi come quelli di Big Bang Theory, ma veri sfigati che con orgoglio lo rivendicano”. Basti considerare come s’appellano, 883, l’entry level delle Harley Davidson: “Cioè, il tuo sogno – constata col sorriso Sibilia – è il modello base”.
Del duo gli interessa “la parte umana, le persone che si ribellano”, ogni sera manda a Pezzali il girato ricevendo “vocali entusiastici: è contentissimo, sta in fissa”, ma è Repetto, che pure non sta collaborando alla serie, “il personaggio straordinario: senza di lui, che pure ballava e basta, non avremmo una sola canzone. È il più interessante, è la bomba H che fa detonare la bomba idrogeno”.
Debuttante davanti alla macchina da presa, Elia Nuzzolo parla di un “grande lavoro di osservazione su Max”, fondamentale per “trovare un personaggio senza scadere nell’imitazione e nel macchiettismo”. Sul versante canoro, Nuzzolo ha lavorato, dice Sibilia, “più sulla timbrica che l’estensione” con il già Neri per caso Ciro Caravano e ha inciso tutti i pezzi di Hanno ucciso l’Uomo Ragno.
Nei panni e nei balletti pre-TikTok di Repetto, Matteo Oscar Giuggioli, già visto ne Gli sdraiati e Billy, confessa di “divertirsi tanto, ballare un sacco: con Elia siamo amici, sicché Max e Mauro con noi esistono nel multiverso”.
La serie sarà sul set tra Roma e Pavia fino al 5 dicembre, Sibilia assicura che non contemplerà “lati oscuri di Pezzali: semplicemente non ci sono” e “farà divertire, tra comedy, teen drama e coming of age”, mentre Nils Hartmann, Executive Vice President Sky Studios Italia e Germania, rischiara l’appetibilità internazionale di Hanno ucciso l’Uomo Ragno: “Local is the new global, come già per Romanzo criminale e Gomorra. Qui c’è l’archetipo dell’amicizia, la provincia che entra in città: se le cose sono autentiche, passano e funzionano”.