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Il musical narco-trans di Jacques Audiard, Emilia Perez , è il trionfatore dell’ottantaduesima edizione dei Golden Globes, i riconoscimenti della stampa estera a Hollywood, con quattro premi importanti: miglior film commedia, miglior attrice non protagonista (Zoe Saldana), miglior canzone originale e miglior film non in lingua inglese, categoria nella quale ha battuto l’italiano Vermiglio di Maura Delpero. C’è poca Italia nella notte dei Globes, con Isabella Rossellini, candidata come non protagonista per Conclave, sconfitta dalla Saldana e Challengers di Luca Guadagnino che si consola con la miglior colonna sonora firmata da Trent Reznor & Atticus Ross.
Soddisfazione per The Brutalist di Brady Corbet, che porta casa tre premi dal peso specifico importante, come miglior film drammatico, miglior regia e miglior attore protagonista, con Adrien Brody premiato nei panni di un architetto ungherese di origine ebraica, László Toth, genio del Bauhaus, che arriva nel 1947 negli Stati Uniti dopo essere sopravvissuto a Hitler e all’esperienza drammatica del campo di concentramento. Ma l’America non si rivelerà la Terra Promessa.
Grande soddisfazione per Demi Moore che , a 62 anni, trionfa tra le attrici della commedia/musical per la coraggiosa prova nell’horror femminista The Substance. .
A sorpresa, Fernanda Torres di I'm Still Here ha ricevuto il premio come migliore attrice in un film drammatico per il suo straziante ruolo di una donna il cui marito viene rapito e fatto sparire dalla polizia durante la dittatura militare brasiliana. Ha battuto concorrenti più accreditate come Nicole Kidman (Babygirl) e Angelina Jolie (Maria).
Sebastian Stan ha ricevuto il premio come miglior attore in un film comico per A Different Man, in cui ha interpretato un artista affetto da neurofibromatosi che si sottopone a una radicale procedura medica per cambiare il suo aspetto. (Ha ricevuto anche una menzione per aver interpretato un giovane Donald Trump in The Apprentice).
Kieran Culkin si è aggiudicato il premio come miglior attore non protagonista per la sua interpretazione in A Real Pain nei panni di un uomo emotivamente disagiato che intraprende un tour in Polonia con il cugino.
Sul fronte seriale Shogun, l’epica saga giapponese, porta a casa quattro premi importanti, The Bear solo quello per Jeremy Allen White. Bene anche Hacks, la serie sulla stand up comedy. Baby Reindeer , con cui Richard Gadd ha messo in scena la sua esperienza con una stalker, è stata giudicata miglior miniserie.