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Diciannove
(Cinematografo/Adnkronos) – "Luca Guadagnino mi dato libertà totale, rispettando sempre la mia visione. Sono stato privilegiato ad avere come produttore un regista di questo genere, capace di comprendere le esigenze di un autore. Ha sempre fatto in modo che le esigenze autoriali trionfassero rispetto quelle produttive". Così Giovanni Tortorici, regista di 'Diciannove', racconta come è stato lavorare insieme a Luca Guadagnino che ha prodotto il suo film presentato nella sezione 'Orizzonti' alla Mostra del Cinema di Venezia. Il film è un'immersione nell'animo di un ragazzo di 19 anni, tra fragilità e ricerca di una propria identità. L'inquietudine giovanile emerge dal racconto di uno stile di vita "atipico", di un modo di essere studente "alienato, fuori controllo", che si lascia andare ad eccessi alcolici e di sostanze.
Un'inquietudine che, precisa Tortorici, non legata a difficoltà materiali, ma figlia di un contesto familiare privilegiato che, paradossalmente, può rivelarsi ancora più soffocante. "Volevo far emergere questo aspetto del rapporto con i genitori, il modo in cui influenza il suo essere. Spesso, anche in famiglie agiate che offrono molte opportunità, si celano dinamiche profondamente repressive. Dietro le buone maniere, in questi contesti, si nascondono a volte i lati peggiori dell'animo umano". Nel film, racconta Tortorici, "ci sono molti elementi autobiografici. Ho sempre amato l'autobiografia anche nei libri. Mi piace l'intimità del personalismo".
Il soggetto del film, dunque, "nasce proprio da un'autoanalisi di quel periodo della mia vita, a 19 anni, e ho pensato che sarebbe stata una storia fascinosa". E gli elementi autobiografici si ritrovano anche nella scelta delle location: "A Palermo abbiamo girato nella casa dei miei genitori dove sono cresciuto". Protagonista di 'Diciannove' è Manfredi Marini, anche lui diciannovenne al suo debutto sul grande schermo. "Prima del film ero uno studente di liceo classico con le idee confuse. Volevo fare regia o dedicarmi alla sceneggiatura ma quando il mio professore di filosofia, che ha creduto in me, mi ha parlato di questo casting mi sono fidato. Ed è andata bene".