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Valerio Carocci (al centro) e i "ragazzi" del Cinema Troisi @Rolando
Ha riaperto i battenti il 21 settembre 2021, dopo otto anni di chiusura e un restauro costato un milione e 500mila euro. Nel 2022 il Cinema Troisi si è aggiudicato il Biglietto d’Oro, raggiungendo il maggior numero di spettatori nella categoria monosale. Nei primi sei mesi di attività ha incassato 229mila euro, superando la media nazionale pre-pandemia che era di circa 82mila euro. Un successo da fare invidia ai migliori multiplex.
“Il Troisi nasce dall’attesa del Cinema America, che stiamo ancora aspettando di capire se potrà tornare in attività. È un luogo di sperimentazione, uno spazio d’incontro: aula studio attiva h24, proiezioni in lingua originale. Si supera l’idea di sala per diventare operatori culturali sul territorio. Eravamo indecisi con il cinema Alcazar, ma il Troisi aveva un’enorme zona adibita alle caldaie da trasformare in un’aula studio sempre in funzione. Ci sono voluti sei anni per avere la concessione. Il gruppo è lo stesso, i ragazzi del Cinema America. Il lavoro in piazza è stato propedeutico al Troisi, è stata un’evoluzione naturale. Adesso siamo cresciuti, siamo una fondazione, la nostra forza è che non ci vediamo solo d’estate, ma tutti i giorni al cinema”, spiega il presidente della Fondazione Piccolo America Valerio Carocci.
La chiave è una forte identità, la sinergia con le scuole e i venditori al dettaglio di Trastevere. Anche qui si parla di multiprogrammazione, con i film che iniziano alle 11 del mattino e finiscono di notte. “Il sabato abbiamo le retrospettive, collaboriamo anche con collettivi formati da ex-studenti. Puntiamo su titoli che magari non hanno avuto una distribuzione, come Vortex di Gaspar Noè. Ci siamo messi direttamente in contatto con la Wild Bunch. Poi anteprime e ospiti: Damien Chazelle, M. Night Shyamalan, The Northman”.
L’importanza del fenomeno del Cinema Troisi si comprende ancora meglio se si pensa che nel 2021, nel primo mese di attività, con una capienza ridotta del 50% a causa della pandemia, ha fatto registrare 34.896 spettatori. Si tratta di una realtà in controtendenza, che nasce dalla visione di un nuovo modo di concepire il cinema della Fondazione Piccolo America. “La Fondazione ha nove collaboratori, ma ci occupiamo anche del Cinema in Piazza. La struttura del Troisi conta una quarantina di ragazzi, alcuni più occasionali mentre altri a tempo indeterminato”. Nel 2022 il Troisi ha vinto il Biglietto d’Oro con 60mila spettatori. “Stiamo studiando i dati. A Natale abbiamo fatto registrare un +100%. Facciamo grandi risultati con film che magari non sono nella top ten di Cinetel. Creiamo dei percorsi di avvicinamento, come con Le otto montagne. Prima della visione, abbiamo organizzato incontri con alpinisti esperti. Abbiamo collaborato con le maggiori associazioni di trekking romane, e non solo. Per Everything Everywhere All At Once c’è stata una lezione sul multiverso con un docente di Tor Vergata. L’idea è coinvolgere anche chi magari non è direttamente interessato a vedere il film”.
La storia del Troisi risale ai primi decenni del Novecento. Inizia nel 1933 con la sua costruzione all’interno dell’ex Casa GIL (Gioventù Italiana del Littorio) su commissione dell’Opera Nazionale Balilla. Utilizzata inizialmente come sala conferenze e teatro dalla Gioventù Italiana, negli anni Cinquanta cambia veste e nome diventando il Cinema Induno. Nel 1997 viene comprata da Cecchi Gori, che la dedica a Troisi, morto pochi anni prima. Una società del Gruppo Ferrero ne rileva la gestione dal fallimento del Circuito Safin di Cecchi Gori, di cui resta titolare fino al 2013, quando il Cinema Troisi viene chiuso definitivamente, fino allo sgombero del 6 marzo 2015 disposto da Roma Capitale. I lavori di riqualificazione sono stati finanziati con i fondi messi a disposizione dal Ministero della Cultura, con il “Piano straordinario per il potenziamento del circuito delle sale cinematografiche e polifunzionali” (1.041.554 euro), dalla Regione Lazio con il bando Lazio Innova (100.000 euro), con fondi propri e donazioni (300.000 euro) e con le sponsorizzazioni ottenute tramite la SIAE e da BNL del Gruppo BNP Paribas (100.000 euro). Ai finanziamenti si è aggiunta la linea di credito di 700.000 euro concessa da BNL, garantita dai soci fondatori della Fondazione Piccolo America.
La sala del Cinema Troisi ha 300 posti, di cui due riservati alle persone diversamente abili, collocati all’interno dell’ampio spazio polifunzionale. “I film che hanno significato di più per noi sono stati È stata la mano di Dio, Freaks Out, Le otto montagne, America latina, Licorice Pizza e Crimes of the Future. Sono state le storie che hanno incuriosito maggiormente. Per quanto riguarda invece la situazione difficile delle sale, mi piace citare Scola, che diceva che il cinema è in crisi da quando è nato. La soluzione non sono maggiori fondi o interventi dello Stato, che sono comunque necessari. Bisogna reinventare il rapporto col pubblico. Servono modelli che hanno avuto fortuna per poterli replicare”.