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Il Mohicano
“La Corsica era riuscita a restare piuttosto selvaggia e con un habitat protetto. Ma ora vedo arrivare tanti movimenti che hanno interessi al di sopra della legge”. Così il regista corso Frédéric Farrucci che nell’ambito di Rendez Vous ha presentato la sua opera seconda: Il Mohicano, in uscita l’8 maggio con No.Mad Entertainment.
Presentato nella sezione Orizzonti Extra di Venezia 81., il film vede protagonista l’ottimo Alexis Manenti, Premio César come Miglior Attore Esordiente per I Miserabili, nei panni di uno degli ultimi pastori di capre sul litorale della Corsica, che si oppone con tutte le sue forze alla minaccia della mafia pronta ad acquistare la sua terra per realizzare un progetto immobiliare, un uomo disposto a sacrificare la propria libertà pur di preservare i suoi ideali.
“È un pastore che vive nel Sud della Corsica, una zona ormai invasa da ville, villaggi turistici e campi da golf- racconta il regista-. Lì c’è un turismo di altissimo livello, molto caro. Le coste sono sovrappopolate d’estate, ma poi ci sono tantissime città fantasmi durante l’inverno. Questo pastore viene contattato in modo molto insistente da un imprenditore del settore del turismo che gli intima di vendergli la terra, lui si rifiuta e il film parla dunque delle conseguenze di questo no”. E sulla speculazione edilizia in Corsica dice: “Sono preoccupato. È un’isola straordinaria minacciata da questa standardizzazione e da questa omologazione che fa in modo che queste forze ultraliberali vadano verso lo sfruttamento turistico massiccio di tutte le coste. Le coste vengono destinate soltanto al turismo. È come se non avessimo imparato nulla dopo quello che è successo anni fa in tanti luoghi del Mediterraneo distrutti dalla speculazione turistica selvaggia”.
Una legge che difende il territorio da tutto questo c’è. “Ci è voluto tempo per farla promulgare e dice che non si può costruire a meno di 300 metri dalla costa. Ma questa legge viene spesso aggirata con l’accordo delle autorità locali, anche quando ci sono le sentenze dei tribunali. Vige solo la legge del più forte e questo è molto inquietante”.
E sul personaggio interpretato da Alexis Manenti: “E’ di finzione. Nel 2017 ho realizzato un doc su un pastore del sud della Corsica che si definiva appunto da solo un resistente. Si considerava lui stesso un’anomalia nel paesaggio perché vedeva che intorno ai suoi terreni nascevano edifici dall’oggi al domani. Aveva ricevuto diverse proposte di acquisto delle sue terre e le aveva sempre rifiutate. Non se la sentiva di lasciare l’attività ai suoi figli perché lui era stato in grado di resistere e temeva che per loro sarebbe stato semplicemente un regalo avvelenato. Lui stesso si definiva l’ultimo dei mohicani proprio perché sapeva di essere una specie in via d’estinzione”.
E ancora: “Il film si ispira a situazioni reali di pastori e agricoltori che sono stati minacciati o in termini economici e non riescono più a portare avanti la propria attività. Il paradosso è che in Corsica siamo tutti discendenti dai pastori, ma stiamo perdendo totalmente questa identità e queste diversità culturali andando verso un appiattimento da villaggio turistico”.
Sui movimenti di resistenza alla speculazione racconta: “C’è un calo della speranza. Ci sono alcune associazioni ambientaliste molto coraggiose che prendono posizione, ma ora sono sfinite dalle lotte che continuano a perdere, mentre in passato avevano vinto alcune battaglie. Ci sono ultimamente due associazioni antimafia che si danno molto da fare per essere presenti sui media e sulla stampa, ma sono molto fragili perché non hanno il sostegno politico di nessuno”.
Infine guardando all’Italia e alla nostra Sardegna, che vive una situazione simile e anzi ancor più grave rispetto alla Corsica, soprattutto nella zona della costa Smeralda, conclude: “Mi sembra ancora più folle che i Corsi che hanno la Sardegna a soli 11 chilometri di distanza, avendo un esempio così proprio davanti ai loro occhi e avendo visto quello che è successo e la catastrofe che ne consegue, non facciano di tutto per proteggere la loro terra”.