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Mabel Normand
Versatile, pionieristica, irregolare, maledetta. Mabel Ethelreid Normand è stata la regina incontrastata delle slapstick comedies tra gli anni Dieci e Venti. Talento tanto sfolgorante quanto rovinoso, fu attrice, spalla a spalla con Charlot, regista prodigio a soli vent’anni e più volte sceneggiatrice del primo Chaplin.
In 167 corti e 23 lungometraggi realizzati in un pugno d’anni (1910-22) conquistò le folle per l’innocenza sensuale, lo straripante talento comico, l’eclettismo, l’insuperato umorismo, la sensualità leggiadra e l’intraprendenza produttiva. Dopo Agnes Guy fu anche la prima a fondare una sua casa di produzione: la Mabel Normand Feature Film Company.
Di natali oscuri, Normand si affermò presto come fotomodella, prima del grande salto nel cinema: Mack Sennett (collega e vero amore della sua vita), Griffith, Leherman e Chaplin sono i registi a cui si legano le sue performance migliori.
Tra le prime a sperimentare rischi e benefici di una fama divistica, alimentata morbosamente dai rotocalchi, lottò per tutta la vita con il sospetto e la diffidenza dei cineasti maschi (ancora Chaplin, all’inizio scettico sulle sue qualità di regista comica).
Scandali, intrighi mai chiariti, alcolismo e instabilità mentale, però, ne segnarono tragicamente la carriera al tramonto degli anni Venti. Morì ad appena trentasette anni. Hollywood la ricorda con stella sulla Walk Of Fame, ma la sua fama resta oscurata dai misfatti in cui rimase coinvolta, e soprattutto dalle testimonianze scritte, tutte al maschile, sul suo lascito al cinema: oltre il Gore Vidal di Hollywood, le biografie di Sennnett e ancora Chaplin gettarono ombre sinistre che perdurano ancora oggi intorno alla leggendaria artista.
Per questo la rassegna CHAPLINIANA, promossa dall’ente no profit ASSOCIAZIONE MUSICALE TEMA, in programma mercoledì 5 luglio al Lecco Film Fest in Piazza Garibaldi, con inizio alle 21:00, è l’occasione per riscoprire il talento di una pioniera del cinema muto attraverso opere (sue e di Chaplin) che mettono al centro le sofferenze della vita da emarginati.
Sul palco, ad accompagnare le immagini, ci sarà l’Orchestra del Lago di Como, la Bellagio Festival Orchestra, diretta dal M° Alessandro Calcagnile, con le musiche di Rossella Spinosa, una delle più affermate compositrici per il cinema muto a livello internazionale.
I film in programma:
- The Vagabond (Il Vagabondo), interpretato, diretto e prodotto da Chaplin, proiettato per la prima volta il 10 luglio 1916, chiave di volta delle sue innovazioni registiche (evidenti fin dalla prima inquadratura), consegna l’attore alla fama mondiale fondando il mito del Vagabondo in bombetta, bastoncino e scarponi. Tra gag da slapstick, capovolgimenti, personaggi e atmosfere circensi, Chaplin costruisce una brillante trama romantica e drammatica al tempo stesso, calcando la mano sugli sconquassi della povertà, con uno spessore psicologico e un brio comico senza pari.
- Caught in a Cabaret (Charlot falso barone), 1914; regia di Mabel Normand; sceneggiatura: Mabel Normand, Charlie Chaplin; produttore: Mack Sennett; casa di produzione: Keystone Pictures Studio. Benché per gag e trovate molti la assegnano a Chaplin, i più sono convinti che la regia sia dell’allora ventiduenne Mabel Normand. Storia di un cameriere da bettola che si finge barone per conquistare Mabel, propone i temi (l’emarginazione, il travestimento e lo smascheramento, la dialettica miseria/nobiltà, la liaison amorosa) cardine del futuro Chaplin, fino almeno a Luci della città (ma, a ben pensarci, anche oltre). Elogiata dalla critica dell’epoca, la regia di Normand sfoggia solidità narrativa, profondità di personaggi, strategie comiche rodate e felici, oltre che un notevole studio dei piani visivi. Per molti, la performance migliore di Chaplin tra le produzioni targate Keystone.
- Mabel's Busy Day (Mabel e Charlot venditori ambulanti), 1914, di Mack Sennett. Scritta a quattro mani da Chaplin e Normand (a cui molti assegnano anche la regia), è la pietra angolare delle commedie slapstick prodotte nell’universo Keystone. L’intraprendente Mabel, corrompendo un poliziotto, entra in un autodromo per vendere hot dog, lì dove anche irrompe Charlot, in fuga dalla polizia. I due si aiutano, si coalizzano contro un bruto e si intralciano, fino alla rissa collettiva finale. Proprio la diva, pur nell’esiguità di trama, con una delle sue prove più iconiche stabilisce tono e ritmo della storia, rivelando il notevole sottotesto psicologico del suo personaggio: la sua apparente superficialità e il suo spirito intenerito contrastano mirabilmente con la sfrontatezza rissosa di Charlot. La critica, all’epoca, si spellò le mani per elogiare la strana coppia.
- Mabel's Married Life (Mabel si marita), di Mack Sennett. Innovativo e assurdo, è il film che salda il rapporto di coppia Normand- Chaplin, attori e sceneggiatori. Oggi è annoverato tra le prove migliori di Chaplin, marito sbevazzone e smemorato che smette la bombetta per il cilindro e fa a pugni con un manichino, scambiandolo per il suo rivale in amore. Normand incarna una donna indipendente e risoluto che si staglia su uomini immaturi e conquista per mimica facciale, e mobilità di corpo. Una performance iconica ed eclettica, a metà tra innocenza vulnerabile e risolutezza coraggiosa di fronte al mondo maschile.