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Andrea Purgatori (Webphoto)
Era la quintessenza del giornalismo d’inchiesta, Andrea Purgatori, scomparso oggi dopo una breve e fulminante malattia. La notizia è stata data dai figli Edoardo (attore con Ferzan Özpetek e Paolo Virzì), Ludovico, Victoria e dalla famiglia rappresentata dallo studio legale Cau. Aveva 70 anni.
Romano, nato nel 1953, a 23 anni inviato del Corriere della Sera, per tutta la vita si è occupato di
terrorismo, criminalità, servizi segreti, firmando alcune delle i nchieste più importanti del dopoguerra. Il nome di Purgatori è legato ad almeno due casi che hanno segnato la nostra storia: la strage di Ustica (27 giugno 1980), che ha ricostruito e “decifrato” raccogliendo le verità inconfessabili di apparati dello Stato, sfidando il sistema politico e il deep state, eludendo i moltissimi depistaggi nazionali e non solo; e la scomparsa di Emanuela Orlandi (22 giugno 1983), il “cold case” italiano più celebre e doloroso che Purgatori ha affrontato fino a pochi giorni fa, suggellando il quarantennale impegno con la partecipazione (ma è riduttivo definirla così) alla popolare docuserie di Netflix Vatican Girl.Purgatori ha raccontato il sequestro e il delitto di Aldo Moro del 1978 e i delitti di mafia dal 1982 fino alla cattura di Totò Riina, realizzato reportage sul conflitto in Libano nel 1982, sulla guerra tra Iran e Iraq degli anni Ottanta, sulla guerra del Golfo del 1991, l’Intifada e le rivolte in Tunisia e Algeria. Giornalista tenace e militante, Purgatori sapeva essere anche un narratore coinvolgente e carismatico, talmente appassionato alle storie da farle diventare delle vere e proprie ossessioni. Magnifiche ossessioni che hanno attraversato tutta la sua incredibile carriera, come dimostrano le puntate della trasmissione Atlantide, che ha curato e condotto su LA7 dal 2017.
Inevitabile l’incontro con il cinema: dopo alcune collaborazioni con Marcello Avallone trova subito “il film della vita” con Il muro di gomma (1991), diretto da Marco Risi, scritto insieme a Sandro Petraglia e Stefano Rulli e interpretato da Corso Salani (è Rocco, giornalista del Corriere alter ego di Purgatori), straordinaria restituzione della strage di Ustica che, a nove anni dalla vicenda, già offriva quella che oggi sembra essere la verità nascosta (un missile che ha colpito l’obiettivo sbagliato).


Il muro di gomma (Webphoto)
Purgatori ritrova Risi e Salani con la commedia Nel continente nero (1992), aprendo un filone “brillante” consacrato qualche anno dopo con l’incontro con Corrado Guzzanti: per lui sarà attore e co-autore del programma satirico Il caso Scafroglia (2002), del film Fascisti su Marte (2006, è il camerata Frecchia) e della trasmissione comica Aniene (2011-2012).
Purgatori continua a frequentare il cinema civile, collaborando alle sceneggiature di Il giudice ragazzino di Alessandro Di Robilant su Rosario Livatino (1994), Segreto di Stato di Giuseppe Ferrara sulle stragi del 1993 (1995), Il fantasma di Corleone di Marco Amenta su Bernando Provenzano (2004), Fortapàsc ancora di Risi sul giornalista Giancarlo Siani (2009). E se in televisione continua ad affrontare tematiche “scomode” come le conseguenze della strage di Capaci in L’attentatuni – Il grande attentato di Claudio Bonivento (2001), La Sindone – 24 ore, 14 ostaggi di Lodovico Gasparini (2001), Attacco allo Stato di Michele Soavi (2006), Lo scandalo della Banca Romana di Stefano Reali (2010).
Ma non c’è solo l’impegno nella sua attività da sceneggiatore: Purgatori scrive anche il biopic romanzato Vallanzasca – Gli angeli del male di Michele Placido (2011, ma ritirò la firma dalla sceneggiatura disconoscendone il risultato), il dramma L’industriale di Giuliano Montaldo (2011), il crime Cha Cha Cha di Risi (2013). È stato attore in molte occasioni, spesso in piccoli ruoli per amici: discografico in Posti in piedi in Paradiso di Carlo Verdone (2012), medico in Orecchie di Alessandro Aronadio (2016), rabbino in Io c’è di Alessandro Aronadio (2018), l’avvocato Kalemzuck in Boris (quattro episodi dal 2008 al 2022: uno degli autori di quella serie, Mattia Torre, è morto quattro anni fa proprio nello stesso giorno in cui ci lascia Purgatori, il 19 luglio), commissario di maturità nella seconda stagione de La compagnia del cigno (2019), se stesso in The Bad Guy di Giancarlo Fontana e Giuseppe Stasi (2022). Membro dei 100autori, dal 2019 era il presidente delle Giornate degli Autori.