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Diego Abatantuono in Improvvisamente Natale
Una commedia natalizia pop, family e d’autore: è Improvvisamente Natale, il nuovo film di Francesco Patierno, disponibile su Prime Video dal primo dicembre. Protagonista assoluto è Diego Abatantuono nei panni di un nonno che rischia di vendere il suo hotel e che cerca di preservare la sua amata nipotina (Sara Ciocca) da una coppia in crisi (Violante Placido e Lodo Guenzi). Per farlo cerca di avverare un suo desiderio: festeggiare il Natale a Ferragosto.
Nel cast anche Anna Galiena, Antonio Catania, Michele Foresta, Gloria Guida (“una bellissima donna e una bravissima attrice che non appariva da tanto”, dice il regista), Paolo Hendel e Nino Frassica, nei panni di un prete che non accetta il fallimento di un matrimonio da lui celebrato. “Ero intrigato dalla sfida con film più industriali e volevo cercare di raggiungere il grosso pubblico, sia grandi che piccoli, con una storia profonda – dice Patierno (Il mattino ha l’oro in bocca, La gente che sta bene) da sempre affascinato dalla commedia francese e americana, ma anche dalle serie tv – Un film sincero che si concentra comunque su una storia: qui i bambini sono adulti viceversa gli adulti sono bambini. Quello natalizio di sicuro è un genere in crisi, ma mi piacciono le sfide perché credo di avere tante nature non solo il cinema d’autore”.
E Abatantuono nel ruolo di questo super nonno dice: “Faccio sempre il nonno, poi a Natale faccio anche Babbo Natale. Quindi non è una parte inaspettata per me. D’altronde penso che gli attori devono interpretare l’età che hanno. Io ho tre nipoti. È neorealismo questo. Anche se è ferragosto, questo è un film di Natale per tutti. Ma dal punto di vista ambientale è solo purtroppo un presagio vista la minaccia ecologica”.
Al suo fianco la piccola attrice Sara Ciocca, definita da Abatantuono: “Una replicante, talmente è brava. Anna Magnani le fa un baffo. Io la chiamavo Anna sul set”. “Diegone è una persona molto schietta e leale e io ho bisogno delle persone che mi dicono la verità perché sennò sto male – ribatte Sara Ciocca –. Lui mi diceva sempre tutto in faccia sia le cose positive che quelle negative. Nel film sono una ragazzina ottimista, sagace e determinata. Noi ragazzi moderni siamo molto lamentosi invece bisogna essere più ottimisti. Al cinema tutto quello che mi viene proposto è oro per me. Niente va escluso. Io sono scolara di questo mondo e voglio esplorare più registi possibili. Fare tanti ruoli e spaziare dai film dei fratelli D’Innocenzo alla ragazza con il ciuffo viola di Carrisi. Ho tanti sogni nel cassetto e tante ambizioni e spero di lavorare all’estero. Improvvisamente Natale è uno dei più bei film che ho fatto”.
E Violante Placido: “Questa è una commedia corale fatta di personaggi ricchi di sfumature. Al centro vi è una coppia in crisi che sta male e fa fatica a comunicarlo alla figlia. È un film di conflitti. Poi ci sono i bambini che con la loro fantasia e coraggio rimettono a posto le cose”. Sui film di Natale Abatantuono dice: “Non sono tutti uguali. Io scelgo in base al copione. Ho fatto Babbo Natale perché la sceneggiatura mi sembrava buona. Nel 1990 feci Vacanze di Natale con Boldi e De Sica perché era un bel film. Il Natale non è per forza un marchio di qualità bassa, ma può essere anche di qualità alta. L’importante è anche il regista con cui lavori: Vanzina, Giovanni Veronesi e ovviamente Patierno”.
Ma perché farlo uscire su Prime Video e non al cinema? “È una domanda da fare a un produttore perché la scelta non è mia – risponde Abatantuono –. Noi non sappiamo prima se reciteremo sul grande schermo o meno. La gente non andava più al cinema, e il grande pubblico si è abituato a vedere film sul televisore che ormai è come un grande schermo”. Risponde allora il produttore Guglielmo Marchetti di Notorius Pictures: “Fare l’imprenditore significa anche far tornare i conti e guardare alla redditività delle aziende. Veniamo da due anni e mezzo drammatici per il cinema. Ormai dobbiamo parlare di cinema anche sul cellulare”.
Infine Patierno conclude: “Il mio è un film per e sulla famiglia. Sono un attento osservatore di questa realtà. Tante volte mi sono sentito figlio più che padre. Per questo ho scelto di raccontare questo ribaltamento generazionale”.