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Apre alla grande il Med Film Festival con la presentazione di Le Bleu du caftan, il film marocchino candidato agli Oscar 2023. Il secondo lungometraggio di Maryam Touzani scritto con il marito Nabil Ayouch, passato allo scorso Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard, racconta una storia ambientata nei nostri giorni in una delle medine più antiche del Marocco e vede protagonista l’icona del cinema mediterraneo Lubna Azabal.
L’attrice nata a Bruxelles, da padre marocchino e madre spagnola, divenuta nota dopo la sua interpretazione in Exils di Tony Gatlif, ha nel corso della serata d’apertura anche ricevuto il Premio alla Carriera del Med Film Festival 2022, da lei dedicato a suo fratello, recentemente scomparso, che fin da piccola l’ha introdotta al mondo dell’arte e alla letteratura.
In Le Bleu du caftan interpreta Mina, una donna sposata e profondamente innamorata di Halim, interpretato da Saleh Bakri (visto recentemente in Amira, Costa Brava e Lebanon), con il quale gestisce un negozio di caftani tradizionali. Per fare fronte ai tanti ordini decidono di assumere un giovane apprendista, Youssef (Ayoub Messioul) che li aiuta nella cucitura di un caftano blu, un abito che richiede grandi sforzi per essere completato. Contemporaneamente la malattia di Mina avanza inesorabilmente, mentre Halim inizia a nutrire un interesse particolare per Youssef.
Mina è un personaggio che sfugge a una definizione: dolce, assertiva, sfuggente. “Il mio personaggio è molto complesso. Da subito quando la regista Maryam Touzani mi ha proposto questo film leggendo la sceneggiatura come prima donna mi è venuta in mente Frida Kahlo. Lei mi ha guidato nella costruzione del mio personaggio per il suo amore generoso, profondo e incondizionato per suo marito Diego Rivera, nonostante le ferite e le sofferenze che questo rapporto le aveva provocato. Loro due erano riusciti a creare un rapporto complesso, profondo, forte, fragile e bellissimo. Un rapporto che mi ha ispirato nella costruzione del rapporto tra Mina e Halim sullo schermo. Poi ho trasportato questa loro relazione nella cultura marocchina anche se questa è una storia universale”. A colpirla maggiormente è stato il tema della libertà. “Mina sa che suo marito Halim è omosessuale, l’ha sempre saputo, a un certo punto questo non detto diventa detto e lei gli dà una possibilità: la libertà di essere sé stesso. È questa la cosa più bella di tutte. È una storia di grande umanità”.
Non solo l’omosessualità di Halim e i suoi tradimenti, ma anche la malattia di Mina, una donna che però non viene mai percepita come vittima nonostante sia molto malata e nonostante il marito sia innamorato di un altro uomo. Come è riuscita a rendere questa grandezza dolente? "Nella mia vita ho perso il mio migliore amico, una delle persone a me più care- racconta-. L’ho visto morire di cancro e ho visto la progressione della malattia sul suo corpo. Ma ho anche visto la sua vitalità, la sua determinazione e il suo desiderio di vivere fino all’ultimo. Volevo quindi incarnare un personaggio che avesse in sé questi due aspetti: una persona che sta per morire, ma anche una persona che resiste. C’è questo aspetto di vitalità e amore nei confronti delle persone che la circondano. Volevo che ci fosse la vita nonostante la morte fosse incombente. Non volevo poi recitare la malata e chiudermi nel ruolo della donna morente, anche se ho perso nove chili per interpretare questo ruolo. Ho voluto che il mio corpo raccontasse che stavo per morire senza metterci patetismo nella recitazione. In Mina c’è un aspetto primordiale di attaccamento alla vita. Lei è generosa fino alla fine dei suoi giorni. Lei sa che morirà, è sempre stata la parte forte della coppia e conosce le fragilità di suo marito. La cosa toccante del mio personaggio è che quando capisce che sta per morire dà a lui la possibilità di essere libero e di essere sé stesso, prendendo consapevolezza di chi è e della sua identità. In questo lei è straordinaria”. Infine conclude: “Mina è una donna forte. Proprio come tutte le donne iraniane che non hanno paura di scendere per strada e dire cosa sono e soprattutto cosa non vogliono più”.
Il film uscirà nelle nostre sale prossimamente distribuito da Movies Inspired.