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Papa Francesco tra la folla
Venerdì 14 aprile 2023, nella cornice della sede di Confcooperative a Roma, si terrà il 19° Seminario Nazionale sulla Custodia del Creato dal titolo “Costruire pace nella transizione ecologica. Un contributo ai cantieri sinodali della Chiesa italiana”, organizzato dal Tavolo di studio Custodia del Creato della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) in collaborazione con Fondazione Ente dello Spettacolo.
Il seminario inizierà alle 10 con i saluti da parte del dott. M. Gardini, presidente di Confcooperative; mentre l’introduzione ai lavori vedrà Margherita Mazzucco, attrice italiana protagonista nel film Chiara che, per l’occasione, leggerà il Cantico delle creature di San Francesco e don Bruno Bignami, direttore Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro – CEI, che evidenzierà motivazioni e finalità del seminario.
Alle relazioni il compito di approfondire, secondo prospettive diverse ma tra loro integrate, il rapporto tra pace e ambiente: in primis il prof. D. Garrone -biblista e presidente FCEI- con un intervento dal titolo “Amore e verità s'incontreranno, giustizia e pace si baceranno”. Diverse sono le riflessioni che questo versetto (Salmo 85,11) suggerisce, a partire dalla considerazione che la pace, parola che condivide l’origine etimologica di pagina e di patto, si dà nella libertà, nel rispetto dell’altro, nella giustizia. E la giustizia riguarda anche l’ambiente e il diritto internazionale, come vuole sottolineare il contributo della prof.ssa M. Lugato, delegata LUMSA per la Rete delle Università per la pace. Infine, il prof. E. Giovannini, docente di Sviluppo Sostenibile, Statistica ed Economia a Tor Vergata – Roma, esporrà le potenzialità che il PNRR, ma non solo, offre per contribuire alla transizione ecologica.
Nel pomeriggio saranno proposte due sessioni parallele; la prima (coordinata dal dott. M. Mascia) verterà sul tema dell’emergenza idrica grazie al contributo del dott. Giustino Mezzalira (Veneto Agricoltura) mentre la seconda (coordinata dal prof. M. Marchetti) avrà il focus su energia e suolo su cui interverrà il prof. Stefano Masini (Coldiretti). A don Giuliano Savina, Direttore dell’Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso, il compito di chiudere la giornata di studio sottolineando gli spunti emblematici emersi per contribuire ai cantieri di Betania.
Diverse le priorità emerse nel cammino sinodale del primo anno: dall’ascolto alla cura dell’altro, dalla comprensione delle ferite al senso di responsabilità e di condivisione, ispirati al Vangelo di Gesù. I cantieri di Betania prevedono tre strade di cui la seconda richiama la casa e l’ospitalità e ci invita a considerare il pianeta come casa comune e a riscoprire come poter “camminare insieme” nella corresponsabilità. Ciò è legato a quanto papa Francesco ha scritto nella lettera enciclica Laudato sì. Sulla cura della casa comune: “Tutto è in relazione”, “tutto è collegato”, “tutto è connesso”.
L’Enciclica ha avuto un’inedita eco: secondo il giurista D. Jamieson è il “testo ambientale più importante del XXI secolo”, l’economista G. Giraud ha asserito che è “senza dubbio il più importante documento magisteriale della Chiesa cattolica dal Concilio Vaticano II a oggi”, l’economista J. Sachs ha affermato che “il Papa ci chiama a riprendere l'idea che l'economia deve servire al benessere umano, e non il contrario”. Il Pontefice vuole unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e nel dare impulso a un diverso modello di essere Chiesa in dialogo con il mondo.
L’urgenza con cui si sta manifestando la crisi sociale e la drammaticità delle immagini di un pianeta maltrattato hanno spinto Papa Francesco a proporre il concetto di “ecologia integrale”: un paradigma di lettura della realtà che assume una connotazione di giustizia sociale e ambientale, comprendendo le interazioni esistenti tra l’ambiente naturale, la società e le sue culture, le istituzioni, l’economia.
In questo quadro, il termine ecologia viene inteso non come una generica preoccupazione “verde”, ma come considerazione degli ecosistemi ambientali e sociali nei quali ciascun elemento è in relazione. Dall’altro lato, il termine “integrale” rimanda all’intero sistema, concedendo la possibilità di cercare soluzioni che considerino le interazioni dei sistemi naturali tra loro e con i sistemi sociali: “integrali” per l’appunto. È quindi facilmente comprensibile come da questo sguardo paradigmatico si generi una complessa e poliedrica interconnessione tra elementi anche diversi e distanti: il riscaldamento globale e le migrazioni (LS, 25), l’inquinamento e il lavoro, ma anche la vivibilità e la bellezza degli spazi urbani (LS, 150 ss.), come pure il rapporto con il proprio corpo (LS, 155) o le dinamiche sociali e istituzionali a tutti i livelli (LS, 142).
La crisi ecologica va letta anzitutto come una manifestazione della crisi etica, culturale e spirituale dell’epoca moderna, le cui soluzioni devono coinvolgere necessariamente ciascuno di noi: i valori etico-sociali e quelli etico-religiosi che nutriamo e coltiviamo, attraverso uno sguardo diverso. Seppur conservi una forte tensione all’azione, e quindi trasformativa, il paradigma dell’ecologia integrale è anzitutto un modo di guardare al mondo, ai suoi fenomeni, cogliendone le intime connessioni e ponendo al centro le relazioni.
Ecco che la vera sfida a cui siamo esposti è educativa, poiché il primario impegno risiede nella possibilità di assumere lo sguardo integrale capace di superare le frammentazioni e promuovere un modello di sviluppo solidale e di cura verso gli altri e la casa comune, attraverso “un atteggiamento del cuore, che vive tutto con serena attenzione, che sa rimanere pienamente presente davanti a qualcuno senza stare a pensare a ciò che viene dopo, che si consegna ad ogni momento come dono divino da vivere in pienezza” (LS, 226).
*Responsabile Alta Formazione dell’Alta Scuola per l’Ambiente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e membro del Tavolo di studio “Custodia del Creato” della Conferenza Episcopale Italiana