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House Of Cards
Meriterebbe almeno una candidatura all’Oscar, come attrice non protagonista. L’avete vista in ogni film in cui compare una ricostruzione cinematografica dello Studio Ovale della Casa Bianca, l’ufficio del presidente degli Stati Uniti. Anche se in realtà era quasi sempre sostituita da una controfigura. Era lì in prima fila a combattere gli alieni in Independence Day. Si è offerta come solido punto di appoggio per la perfidia della presidente Meryl Streep in Don’t Look Up. Ha origliato i discorsi dei fratelli Kennedy sulla crisi dei missili di Cuba in Thirteen Days. Ha reso presidenziali Michael Douglas, Morgan Freeman, Anthony Hopkins, Jamie Foxx, Jack Nicholson e chiunque abbia interpretato il leader of the free world sullo schermo. Ed è comparsa praticamente in ogni puntata di West Wing, House of Cards o Designated Survivor.
Si chiama Resolute, è la più celebre scrivania al mondo e non poteva mancare tra gli oggetti, i simboli e le tradizioni del nostro Countdown verso le elezioni presidenziali americane di novembre. Perché in fin dei conti tutta la sfida tra i candidati in corsa per la Casa Bianca ha un solo obiettivo finale: sedersi a quella scrivania. Farsi ritrarre al lavoro su quel tavolo, magari come JFK con il piccolo John John che giocava sotto il celebre desk di quercia antica. O con le gambe distese provocatoriamente sopra quel cimelio, come piaceva fare a Barack Obama.
La Resolute dice molto sull’istituzione della presidenza degli Stati Uniti, proprio a partire dalle origini di quel tavolo da lavoro che in passato era qualcosa d’altro. Come gli stessi Stati Uniti, la Resolute un tempo era un pezzo del Regno Unito. Il legno apparteneva a una storica nave da esplorazione britannica poi dismessa e smantellata, la HMS Resolute. Fu un dono confezionato e fatto arrivare da Londra dalla regina Vittoria all’America nel 1880, destinato al presidente dell’epoca, Rutherford Hayes. Erano gli stessi anni in cui gli Stati Uniti ricevevano un altro regalo, stavolta dalla Francia: la Statua della Libertà.
Un secolo dopo la rivoluzione americana e l’indipendenza dalla Corona britannica, inglesi e francesi facevano insomma a gara nel fare doni a quel Paese oltreoceano che aveva raccolto tante delle loro eredità e le stava mettendo a frutto in modo nuovo. L’America era senz’altro erede della Rivoluzione francese e dell’illuminismo e la sua Dichiarazione d’Indipendenza faceva sussultare gli animi a Parigi, al punto da mettersi a costruire una gigantesca statua dedicata alla libertà da regalare agli americani. Ma anche la Corona britannica, che da quelle terre era stata cacciata con una guerra, rivedeva molti suoi tratti nelle ex colonie ed è significativo che all’apice dell’era vittoriana e dell’espansione dell’impero britannico, la regina sentisse il bisogno di regalare al presidente degli Stati Uniti una scrivania intarsiata, ricavata dal legno di una antica nave inglese demolita. È un oggetto che aiuta a farci una domanda: che cos’è la presidenza americana? Un’alta carica elettiva e democratica, o una nuova forma di sovrano o di imperatore?