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Corpo celeste
Oltre Maria Maddalena, numerose sono le figure femminili che sul grande schermo si sono distinte per la loro fiducia e perseveranza nei confronti di un ideale, un progetto, una missione, o addirittura Dio. In particolare, la fede nel Dio di Gesù Cristo è stata indagata attraverso donne singolari, reali o di finzione, esemplari o meno, che ne hanno saputo evidenziare molteplici aspetti. Un primo gruppo riguarda Sante e Beate, appetibili più per fiction e miniserie televisive, ma che hanno guadagnato un posto anche al cinema.
Al primo posto troviamo Giovanna d’Arco con ben tredici pellicole, segue Teresa di Lisieux dieci volte al cinema. Chiude il ciclo delle sante francesi santa Bernadette con tre film, tra cui Bernadette (1943), con una giovane Jennifer Jones fedele nello spirito alla mistica di Lourdes. In area tedesca emerge l’ottimo Vision di Margarethe von Trotta (2009), basato sulla vita di Ildegarda di Bingen, mentre meno riusciti sono l’italiano Maìn - La casa della felicità (2012) sulla salesiana Maria Mazzarello e Faustina (1995) dedicato alla santa polacca. Edith Stein, infine, ha avuto il volto di Maia Morgenstern ne La settima stanza (1995).


La passione di Giovanna d'Arco
Un secondo e più interessante gruppo è costituito da quelle donne laiche la cui fede o la ricerca della volontà di Dio vengono messe a dura prova dalla vita. Donne esemplari, non prive di difetti, capaci di interrogare lo spettatore su cosa avrebbe fatto al loro posto. È il caso di Philomena di Stephen Frears (2013), nel quale si ripercorre la vera storia di una settantenne (un’intensa Judi Dench) che si reca negli Stati Uniti alla ricerca del figlio, partorito da ragazza, poi sottrattole dalle suore e venduto a una coppia. La fede di Philomena è la fede dei semplici, ma non è una fede semplice. È la fede di chi non ha perso la speranza, anche quando tutto sembra andare per il verso sbagliato. È la fede di una donna che dona il perdono ancor prima di sentirsi perdonata.
Non da meno è la protagonista del francese Marie Heurtin - Dal buio alla luce (2014), quattordicenne nata sorda e cieca che, grazie all’amicizia di una giovane suora, riuscirà a comunicare finalmente al mondo la propria insostituibile bellezza. In ricerca è, invece, la Jasmine Trinca di Un giorno devi andare di Giorgio Diritti (2013), che sbarca sulle sponde brasiliane sorda al richiamo di qualsiasi dio e refrattaria alla condotta missionaria, decisa a dare un senso alla sua vita. Spaesata e disgustata dall’ambiente ecclesiale è la tredicenne protagonista di Corpo celeste (2011), esordio alla regia di Alice Rohrwacher, che grazie all’incontro con un prete anziano, verrà affascinata e iniziata alla vera conoscenza di Cristo e ai misteri della fede.


Agnus Dei
Terzo e ultimo gruppo, molto sondato al cinema, è quello delle suore. Tra sorelle canterine (Sister Act, 1992), novizie innamorate (Tutti insieme appassionatamente, 1965), crudeli aguzzine (Magdalene, 2002) e peccatrici indomite (L’indiscreto fascino del peccato, 1983), spiccano figure degne di nota come l’infermiera Audrey Hepburn de La storia di una monaca (1959) o la giovane protagonista del polacco Ida (2013) che, alla vigilia dei voti perpetui, è inviata a visitare la poco ortodossa zia che le rivelerà le ferite del suo passato.
Suore in conflitto fra loro sono quelle presenti nell’americano Il dubbio (2008) e nel francese Agnus Dei (2016): nel primo Amy Adams si ritrova suo malgrado ad alimentare i dubbi della superiora Meryl Streep, mentre nel secondo le suore di un convento polacco, divise tra l’essere donne per natura e spose di Cristo per scelta cercheranno di trovare nella maternità – frutto di violenza – un’inedita risposta alla loro vocazione. Non si dimentichi poi la Susan Sarandon di Dead Man Walking (1995), chiamata come direttore spirituale di un omicida condannato a morte: la fede le darà una lucidità tale da conciliare il senso di pietà e quello di giustizia e aiutare l’uomo ad affrontare le conseguenze delle proprie azioni.
(Questo articolo è stato pubblicato sulla Rivista del Cinematografo di marzo 2018)