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Christian De Sica in Gigolò per caso © Amazon MGM Studios
“Ho sempre interpretato delle carogne con l’obiettivo di prenderle in giro: si ride col demonio, non con i buoni. Spesso nei cinepanettoni abbiamo esagerato con il turpiloquio: se dovessi farne uno oggi mi carcererebbero. Però oggi mi sembra ci sia troppa paura nel fare battute. E poi alla mia età non posso più fare certe cose”. A parlare è Christian De Sica, dal 21 dicembre su Prime Video con Gigolò per caso, comedy series in sei episodi coprodotta da Amazon Studios con Mattia Guerra, Stefano Massenzi, Andrea Occhipinti per Lucky Red, diretta da Eros Puglielli.
De Sica è Giacomo Bremer, un “veterano del piacere” costretto a mettersi in congedo dopo un infarto: “Ormai faccio solo malati di Alzhemeir come ne I limoni d’inverno o vecchi principi – scherza – ma sono entusiasta che si torni a fare questo tipo di commedia così sofisticata. Giacomo è un uomo disincantato e surreale, per farlo mi sono ispirato a mio padre Vittorio, all’atteggiamento padronale ma cialtrone del Conte Max, e ad Alberto Sordi. Ho fatto 102 film, da Roberto Rossellini a Nando Cicero, spesso mi chiedevano di far ridere e si dimenticavano di scrivermi qualcosa. Qui finalmente c’è del bel materiale. E poi Eros è una rivelazione: è veloce, ha uno swing molto americano”.
E per il regista è prodigo di complimenti anche Pietro Sermonti, il vero, esplosivo protagonista della serie: “Eros aleggia su di noi dai tempi di Dorme, un film cult per la mia generazione. Fa tanti tagli, per due guitti come me e Christian è una sorpresa continua, ma ha sempre ragione lui”. Sermonti è Alfonso, un sensibile orologiaio travolto dalla rivelazione del padre, che lui credeva antiquario e in realtà è un rinomato gigolò: “Alfonso è un valzer di imbarazzo, un inetto fesso manipolato dalla moglie e dalla psicoterapeuta, un razionale che rumina femminismo da sempre senza capirlo davvero. Eredita le anziane clienti del padre, ma scopre che per loro il sesso può essere un sogno. È una serie in cui il sesso è sussurrato, senza sguardo pruriginoso”.
Le due donne che lo “manipolano” sono Ambra Angiolini e Asia Argento: “Negli anni Novanta eravamo le due che tutte volevano vedere insieme – dice la prima – e finalmente ci vedrete davvero insieme”. “Non sono tipa da commedia – riflette Argento – perché non mi viene naturale. Ma con loro è stato tutto fluido e mi sono divertita”.
Un’intimacy coordinator ha seguito le scene di sesso sul set: “Diciamo la verità, è una figura nata per proteggere la produzione – sentenzia Argento – ma è fondamentale: ho appena fatto un film in Inghilterra, per capire se io e l’altro attore eravamo a nostro agio ci hanno fatto stare prima a dieci metri, poi a cinque, poi a due, infine attaccati”. “È grazie a quest’assistenza – afferma Angiolini – se la coppia nella serie è raccontata in modo corretto. Un protocollo che non avevo mai sperimentato e che ho trovato molto giusto. Dopotutto è una serie in cui è molto chiaro che le donne non appartengono a nessuno se non a se stesse”.
“Da uomo posso essere scettico su alcuni metodi – riflette Sermonti – ma devo impegnarmi a capire che è necessario: è una presenza fondamentale per una giovane attrice che ha bisogno di un punto di riferimento nelle scene di sesso”. E anche se non risponde su quel che resta del #MeToo (“Pietà!”), Argento è convinta che sia una serie “femminista: esiste anche grazie al #MeToo”. D’accordo Angiolini: “La serie fa un piccolo passo in avanti: all’inizio nel rapporto matrimoniale c’è una donna indecisa, un po’ innamorata e un po’ desiderosa d’altro, che mette in atto un sadico narcisismo e c’è un uomo fragile che cerca una rivalsa senza successo”.
E, ampliando il discorso, è Sermonti a centrare il tema di una nuova consapevolezza maschile: “Ogni uomo deve iniziare a capire quante volte nella sua vita ci sono state delle vesciche di violenza. Gli uomini che stanno male fanno stare male. E, per quanto possa tirarmi fuori, c’entro anche io: perché ci dimentichiamo delle cose che abbiamo fatto. L’uomo deve rinunciare a essere più forte fisicamente, servono sincerità e spietatezza”.
Nel cast di Gigolò per caso anche Frank Matano (l’amico prete di Alfonso), Greg (l’inquietante capo di Alfonso), Antonio Bannò e Francesco Bruni (due ladruncoli con sorpresa), Giorgia Arena (la vicina di casa), Marco Messeri e Sandra Milo (due anziani promessi sposi) e Stefania Sandrelli (la madre di Alfonso), con Gloria Guida, Isabella Ferrari e Virginia Raffaele come special guest star.
Alla regia c’è Puglielli, già autore di un’altra serie di Prime Video, Sono Lillo: “Alfonso abita nel quartiere popolare della Garbatella, Giacomo nell’elegante Coppedé: sono due punti legati da un viaggio in bici, sempre incerto, come incerto è il percorso dei personaggi che devono fare i conti con loro stessi, in una Roma che è una bolla magica. Quando si lavora con i grandi è più facile, sembra di stare su un tappeto volante: è stato divertente, facile e misterioso, perché ogni passo era una scoperta”.