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C'è ancora domani (foto di Claudio Iannone)
C’è ancora domani è diventato il miglior incasso italiano dall’inizio della pandemia. Grazie ai 334.383 euro raccolti nella giornata di lunedì 6 novembre, il film di e con Paola Cortellesi è arrivato a un incasso complessivo di 7.376.904, battendo il record attualmente detenuto da Il grande giorno di Massimo Venier, successo natalizio con Aldo, Giovanni e Giacomo. Inoltre, l’opera prima dell’attrice ha superato il milione di spettatori in dodici giorni (1.043.575).
Considerando le prospettive di crescite (Robert Bernocchi pronostica un risultato molto importante), C’è ancora domani potrebbe diventare il miglior incasso della carriera di Paola Cortellesi: nei prossimi giorni supererà La befana vien di notte (7,7 milioni di euro) e Nessuno mi può giudicare (7,9) e si avvia a battere anche Sotto una buona stella (10,7), Come un gatto in tangenziale (circa 11) e Un boss in salotto (più di 12). Nell’arco di un decennio, l’attrice e neo-regista si è imposta come una delle sicurezze del botteghino: pensiamo ai risultati di Scusate se esisto! (5,8), Ma cosa ci dice il cervello (5,1), Mamma o papà (4,5), che la rendono una delle attrici più redditizie del cinema italiano.
E considerando che nel 2023 il maggior incasso al box office nazionale è Barbie di Greta Gerwig, il successo di C’è ancora domani ci mette di fronte una situazione mai vista prima (almeno da noi): i due film più forti dell’anno, cioè il campione d’incassi generale e il titolo nazionale più visto, sono diretti da due donne. E al di là del mercato, non è assurdo definire C’è ancora domani il Barbie italiano: entrambi lavorano all’interno di un immaginario consolidato (l’uno commerciale con lo “smontaggio” della bambola più iconica, l’altro cinematografico con la rilettura delle tendenze neorealiste), raccontano due percorsi di autodeterminazione di genere (i finali sono ampiamente emblematici) e offrono una prospettiva femminista al largo pubblico favorendo il riconoscimento e l’identificazione.