“È da quattro, cinque mesi che ho questo incarico, e l’ho accettato soltanto a condizione di totale libertà e indipendenza. Io sono un uomo mai appartenuto a nessuno, se non alla mia esperienza e storia”.

Attore, regista e sceneggiatore, Sergio Castellitto apre alla stampa le porte della sua nuova residenza professionale, al civico 1524 di via Tuscolana a Roma: il Centro Sperimentale di Cinematografia.

Intenzioni

“Avrei tentato, mi son detto, di fare questa esperienza con la stessa attitudine di quando faccio film: un rapporto molto forte con i dipartimenti, che io preferisco chiamare reparti. C’è una dimensione familiare, ci sono molti docenti con cui ho condiviso il lavoro, da Frigeri a Calvelli”.

Consiglio di amministrazione

“Un CdA militante, i membri non si limitano ad attendere la convocazione, ma hanno chiesto e ottenuto di conoscere la macchina, di scendere in campo”.

Buon governo

“A me non interessa il potere, bensì l’amministrazione, il governo”.

L’arte della guerra

“Ho avuto l’idea di accogliere la diaspora degli artisti in guerra, per rompere la cupola del convento: il CSC è un luogo che deve imparare a essere più affettuosamente aperto all’esterno. Abbiamo due guerre a due ore e mezza di volo dalle nostre case, quindi ho pensato fosse interessante e emozionante che il CSC si facesse casa per ospitare cineasti, studenti, artisti per un confronto, un conflitto nei limiti del dialogo. Ne verrà un film-testimonianza di questi tre giorni, realizzato dagli studenti con l’aiuto dei loro docenti”.

Master

“In cantiere ho messo due master di alto livello, uno sulla scrittura creativa con minimum fax, l’altro con Anica Academy su management”.

Studenti

“La prima cosa che ho fatto quando mi sono insediato è stata l’assemblea con gli studenti. Il CSC ha un patrimonio di 80mila titoli della Cineteca da restaurare e digitalizzare e il capitale umano degli studenti. Io non sono mai stato qui al CSC, a parte recitare in un saggio diploma, e non sono partito da presunti inadempimenti di chi mi ha preceduto”.

Cinema Fiamma (e PNRR)

“Il Fiamma è una questione complessa, c’è in corso una serie di riflessioni, sull’opportunità (di farne la sala della Cineteca come previsto, NdR). Di certo non può essere un progetto ascritto a PNRR, abbiamo avviato da un mese una rimodulazione dei progetti, e abbiamo rinunciato a parte dei finanziamenti: una decina di milioni sui 36 del PNRR”.

Teatro bruciato

“Il problema dell’edilizia scolastica al CSC è sensibile, al cosiddetto teatro bruciato vorrei fare una sala mix e un teatro di posa”.

II atto

“Questa conferenza stampa coincide con la fine del primo atto della sceneggiatura, ora viene il secondo, con rapporti, conflitti, iniziative”.

E vissi d’arte…

“Questa è una scuola d'arte, i capisaldi sono Cineteca e Scuola: noi lavoriamo sul talento, su questo oggetto misterioso.

Ancora sugli studenti

“Gli studenti troveranno posto nel consiglio didattico, non in cda. Non ho ancora fatto l’incontro con il rappresentante degli studenti”.

San Servolo

“La sede del CSC in quel luogo è immaginata e costruita come decisiva tra Biennale Arte e Festival di Venezia, un progetto importantissimo”.

Manager? No, grazie

“Non voglio morire manager, mi piacerebbe aprire un mio percorso interdisciplinare. Continuo a capire, ma il mio qui non è un percorso veloce: le rivoluzioni si fanno in una notte e lasciano solo il sangue”.

Burocrazia

“La burocrazia è ostacolo più grosso della nostra vita, non solo del CSC. È come il colesterolo, c'è quello buono e quello cattivo”.

Legami e legatoria

“Il legame con le cineteche, in particolare quella di Parigi, per organizzare un corridoio significativo. Il reparto editoria ha bisogno di essere un po' più sviluppato”.

Colleghi coltelli

“Non pensassero di avermi archiviato a tagliare nastri, i miei colleghi”.