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Che in Islanda le storie siano scolpite sulle rocce e raccontate dal vento, protette da un mare ghiacciato nel quale nessuno può fare il bagno è verità universalmente accettata. Che il popolo nascosto, ossia quello di elfi, troll e altre impalpabili creature nordiche, sia il vero autore di trame sottili e magiche, la mano segreta dietro romanzi dalla prosa incantata e sofferta è un inconfessabile sospetto che viene a molti: così si spiega, forse, il fatto che in Islanda scrivano in tanti, e i risultati siano spesso così interessanti da varcare i confini nazionali, pur nella difficoltà che incontra ogni tentativo di traduzione non anglofona.
Tra loro, Audur Ava Ólafsdóttir: molto amata in patria e fuori, in Italia è pubblicata da Einaudi, nel cui catalogo ci sono molti libri, nessuno deludente, ha scritto di recente Eden, un romanzo insieme islandesissimo e universale. Protagonista è Alba, una linguista appassionata di vita, morte (frequente) e rinascita (rara) degli idiomi, che vive a Reykiavík e prende di frequente l’aereo, come tutti gli isolani, per spostarsi in Europa e partecipare a convegni che la interessano. Proprio con un convegno si apre il romanzo, dopo il quale Alba calcola che per compensare l’inquinamento prodotto dai suoi viaggi dovrebbe piantare cinquemilaseicento alberi.


Incomincia così un viaggio dentro sé stessa, dentro una storia che, come tutte quelle di Ólafsdóttir ha a che fare con maternità mancate o contraddittorie, solitudine, rapporti familiari fatti di silenzi ed equilibri precarissimi. E come tutte le storie islandesi non può non tenere conto di una natura che, in quella parte di mondo, è una entità incontrastabile, autarchica, piena di stupore.
Alba decide di occuparsene, nonostante sia una donna molto urbana, una cittadina dei libri e dello studio. Per scoprire come tirar su il suo bosco guarda tutorial on line e incappa in molte incertezze, ci appare teneramente goffa, ma decisa. L’amore, nella sua vita, ha lo stesso cuore ghiacciato della sua isola. Compare a un certo punto un giocane rifugiato che arriva, alla lettera, da un altro pianeta, sta fuggendo da una guerra, un conflitto reale, non come quello, silenzioso e difficilmente comprensibile, della protagonista.
Eppure, in questo romanzo magnetico, tutti hanno un conflitto degno di essere raccontato. Tutti, a partire da Alba con la sua luce ingannatoria nel nome, hanno il diritto di lottare contro il proprio buio, per cercare, al di là di sé stessi, un Eden possibile.
Audur Ava Ólafsdóttir, Eden (Einaudi, 192 pp, 18,00 €)