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Marlene Dietrich in Il cantico dei cantici
Linda Pocher, Immagini di Maria, immagini della donna
Se la Sacra Scrittura è più libro di immagini che di concetti, non stupisce la vitalità della riflessione teologica sul cinema. Superata la fase illustrativo-pedagogica, l’approccio pastorale al film è oggi incardinato nel metodo storico-critico. Paradigma in cui si inscrive questo lavoro editoriale sull’immaginario mariano nel grande schermo – Immagini di Maria, immagini della donna (Paoline, pp. 178, € 14,00) curato da Linda Pocher. Organizzato in tre parti – teologia, psicologia della religione, critica cinematografica – il volume è un tentativo affascinante di restituire la complessità di Maria come figura di donna, in un dialogo fecondo con la sensibilità del nostro tempo. – Gianluca Arnone
Marlon Brando, Le canzoni che mi insegnava mia madre
Ghiotta questa autobiografia di Marlon Brando, Le canzoni che mi insegnava mia madre (La nave di Teseo, 496 pp., 20,00 €), che torna in libreria a trent’anni dalla pubblicazione. Vergata con Robert Lindsey, punta intenzionalmente a “separare la verità da tutte le leggende inventate su di me”. Del resto, di Brando basta, e avanza, la prima. A pagina 320, per dirne una, il litigio con Charlie Chaplin, “l’uomo più sadico che avessi mai conosciuto”, che per un ritardo sul set de La contessa di Hong Kong lo apostrofa “una vera e propria vergogna per il mondo artistico”. Brando si chiuse in camerino, “Chaplin bussò alla porta e si scusò con me”. Ciliegina sul memoir, “la recitazione, e non la prostituzione, è il più antico mestiere al mondo”. – Federico Pontiggia
Oriana Fallaci, Gli adorabili
Audrey Hepburn e Marilyn Monroe, James Dean e Marlon Brando, Ava Gardner e Joan Collins, Yul Brynner ed Errol Flynn, Brigitte Bardot e Ingrid Bergman, senza scordare le nostre Sophia Loren e Anna Magnani. Finiscono tutti nel mirino (o meglio, sotto l’implacabile penna) di Oriana Fallaci ne Gli adorabili (Rizzoli, pagg 352, € 18,50), libro che raccoglie i servizi realizzati per L’Europeo a Hollywood, luogo tanto moralista quanto pettegolo e spregiudicato. Davanti a schiere di divi che si dicono ossessionati dalla privacy (salvo andare in crisi se non si parla abbastanza di loro), Miss Fallaci riporta a terra tali irraggiungibili oggetti di venerazione, raccontandone vizi e virtù, debolezze e paranoie con il suo piglio arguto e inconfondibile. – Angela Bosetto
Michele Sancisi e Simone Annicchiarico, 100% Walter. Chiari. Biografia di un genio irregolare
100% Walter. Chiari. Biografia di un genio irregolare (Baldini + Castoldi, pagg. 480, € 22,00) è un libro bipartito: in tondo scrive il biografo Michele Sancisi, in corsivo il figlio Simone Annicchiarico, e ne viene un peana senziente, consapevole e (auto)critico al più libero e fallibile dei talenti dello spettacolo tricolore. Tra rigore documentario e calore familiare, “il dolcissimo cattivo maestro” (Sancisi) e “l’Errol Flynn mischiato a Jacques Cousteau” (Annicchiarico) risplende di senso e verità – non era fascista, per dirne una – annoverando zone d’ombra – la droga – e dubbi terminali – si lasciò andare?. Conclude Sancisi, “lui era la possibilità dell’incredibile, in cui si può, si deve credere”. – F.P.
Riccardo Lestini, Wim Wenders. Lo sguardo inquieto degli angeli
Autore “cinema viaggiante” (“dove ogni cosa, dai personaggi alla trama, dagli ambienti ai suoni, ai dialoghi, è movimento, scoperta, cambiamento e metamoforfosi”), Wim Wenders viene considerato da Riccardo Lestini una sorta di Omero contemporaneo, capace di guidare gli spettatori oltre le coordinate pre-esistenti e, al tempo stesso, di viaggiare insieme a loro, lasciandosi conquistare dalla scoperta di territori inesplorati. Non stupisce, quindi, che la celebrazione del “multiforme ingegno” (nel senso greco del termine) sia il fulcro di Wim Wenders. Lo sguardo inquieto degli angeli (Bibliotheka, pagg. 212, € 17), un viaggio (e non potrebbe essere altrimenti) nell’arte, nella vita, nei sogni e nelle ossessioni del cineasta tedesco. – A.B
Simon Edelstein, Cinema abbandonati nel mondo
Per oltre dieci anni, il direttore di fotografia svizzero Simon Edelstein ha viaggiato fra i continenti alla ricerca dei più suggestivi cinema abbandonati del pianeta, riscoprendoli come un archeologo a caccia di antichi tesori. Questi maestosi edifici (ormai sommersi dalla polvere, deturpati dall’incuria e minacciati dall’oblio) sono il fulcro del volume Le crépuscule des cinémas (2020), che approda finalmente anche in Italia con il titolo Cinema abbandonati nel mondo (Jonglez, pagg 286, € 39,95) e con la traduzione di Laura Perreca. Un’opera che, da un lato, rende omaggio a un’epoca d’oro ormai irrimediabilmente perduta e, dall’altro, mantiene vive le storie dei luoghi che hanno segnato l’immaginario di migliaia (se non milioni) di persone. – A.B.
Charles Elton, Michael Cimino
Michael Cimino, chi era costui? Cinquantanove ciak ripetuti per il colpo di frusta di Kris Kristofferson, Piccolo Buddha e Ayatollah per soprannomi sul set, una fama intatta eppure misteriosa a otto anni dalla morte: Michael Cimino rivive in parole, opere e missioni nella penna biografica di Charles Elton (Baldini + Castoldi, pagg. 544, € 25,00). Il nume Il cacciatore, l’epocale I cancelli del cielo e il prezzo delle visioni che il regista newyorchese classe 1939 ha pagato caro: (non) fece fallire la United Artists, (non) compromise la New Hollywood, ma fece vincere la leggenda. E la sua idiosincrasia: “Come faceva con ogni aspetto della sua vita, Cimino chiudeva gli amici in compartimenti separati e mai sovrapposti, e mostrava a ognuno aspetti diversi di sé”. – F.P.
Davide Mazzocco, Il cinema che non c’è. Storie di film incompiuti, boicottati, o solo sognati
Cosa hanno in comune il Don Chisciotte di Orson Welles, Napoleon di Stanley Kubrick, À la Recherche du temps perdu di Luchino Visconti, The Freak di Charlie Chaplin, Number 13 di Alfred Hitchcock, Il Viaggio di G. Mastorna, detto Fernet di Federico Fellini, I, Claudius di Josef von Sternberg, L’assedio di Sergio Leone, Night Skies di Steven Spielberg, Ronnie Rocket di David Lynch, Dune di Alejandro Jodorowsky e Watchmen di Terry Gilliam? Sono solo alcuni dei più celebri esempi di grandi film mai realizzati, di cui la storia del cinema è piena e che vengono raccontati (per quanto possibile, vista la loro natura) da Davide Mazzocco in Il cinema che non c’è. Storie di film incompiuti, boicottati, o solo sognati (Bietti, pagg 90, € 4,99). – A.B.
Alfred Polgar, Marlene. Ritratto di una dea
“Tra le tante fantasmagorie con cui il cinema cerca di scacciare (…) la brutta immagine del mondo così come è, quella legata al nome di Marlene Dietrich è una delle più belle e singolari”. All’amica, musa e mito Dietrich l’austriaco Alfred Polgar ha dedicato tra 1937 e 1938 – venne pubblicato solo nel 2015, trent’anni dopo la morte dell’autore – Marlene. Ritratto di una dea (Adelphi, pagg. 112, € 12,00), ghiotta indagine tra Dolce stil novo e psicoanalisi. Folgorato a teatro dalla “seconda da sinistra”, si consacra a L’angelo azzurro e ce ne fa godere a piene pagine: “Fa sognare il nostro sangue nelle vene”. Dal viso alla voce atta a “parlare lacrime”, la fa a pezzi, ma per lodarla meglio: innamorato con licenza, il nostro Polgar. – F.P.
Fabio Giovannini, L’Opera secondo Argento
Nel 1986 Fabio Giovannini fu uno dei primi a dedicare uno studio approfondito a Dario Argento (Il brivido, il sangue, il thrilling), che l’anno successivo avrebbe girato uno dei suoi film più barocchi e ambiziosi: Opera . Oggi l’autore torna a celebrare il regista concentrandosi proprio su quella pellicola. Il risultato è L’Opera secondo Argento (Shatter, pagg. 204, € 23), volume suddiviso in quattro capitoli (La genesi di Opera, Il film, Dentro Opera e Miscellanea), che va dall’analisi della sceneggiatura alle varie curiosità relative alla realizzazione del film, più un’intervista al maestro dell’horror. Per i superfan, la casa editrice propone anche la novelization di Opera, firmata dallo stesso Giovannini con pseudonimo di Ivo Scanner. – A.B.