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Alessandro Siani in Succede anche nelle migliori famiglie
“Volevo catturare il pubblico col ritmo, per non farlo distrarre dai TikTok”. Alessandro Siani torna alla commedia pura, alla comicità “dritta per dritta” come la appunta il distributore Paolo Del Brocco che con la sua 01 Distribution porterà Succede anche nelle migliori famiglie in 400 sale dal primo gennaio 2024, presentato oggi alla stampa.
Un film prodotto da Rai Cinema e la IIF di Federica Lucisano che sceglie la via della stringatezza, nei toni, nell’umorismo e anche nella durata di 77 minuti, un’anomalia nel panorama della commedia popolare italiana: “Volevo portare al pubblico un film indirizzato alla risata pura, trovare altre strade, altri linguaggi e parole tanto rispetto ai miei inizi come regista, nel 2013 che pare lontanissimo, quanto ai miei ultimi lavori più malinconici”.
Uno spunto classico
La sua settima regia vede Siani, che è anche protagonista e sceneggiatore del film con Fabio Bonifacci, nei panni della pecora nera della famiglia Di Rienzo, illustre e stimata, i cui pezzi cominciano a crollare quando il padre (Sebastiano Somma) muore e la madre (Anna Galiena) prende la decisione di risposarsi con un uomo incontrato casualmente (Antonio Catania). Siani insieme ai fratelli Dino Abbrescia e Cristiana Capotondi dovranno cercare di risolvere il problema, peggiorando ovviamente la situazione.
“Chi fa commedia oggi va controtendenza - dice Siani - in sala quest’anno non c’è il classico film di Natale e questo è uno dei motivi per cui sono voluto tornare alla comicità, per comunicare con le famiglie in un periodo come quello delle feste. Col film giusto, per esempio, C’è ancora domani, la gente va in sala e speriamo che sia il momento per cui anche le commedie nostrane tornino a riempire le sale”.
Slapstick e screwball comedy
Per Succede anche nelle migliori film, Siani si rifà allo slapstick e alla screwball comedy, nobili padri anglosassoni che il napoletano amalgama con elementi tipicamente italiani come la riflessione sulla famiglia, sulle verità, i segreti e gli affetti che covano sotto lo stesso tetto, e un lavoro sull’improvvisazione, tanto che, come ha dichiarato Abbrescia, nemmeno prova le scene con gli attori: “Non essendoci una trama che necessitasse di un bilanciamento drammatico, sapevamo di dover andare spediti verso la gag o la battuta, per cui ci siamo affidati molto alle invenzioni e alle modifiche estemporanee, per rendere fresco il film e creare sempre la giusta atmosfera sul set: per esempio, il personaggio del mafioso interpretato da Sergio Friscia era molto piccolo nel copione, ma poi, lavorando con lui ha preso spazio. Si è preso pure il finale, che non esisteva sulla carta”.
E questo lavoro gli ha permesso di far convivere dentro un film così breve tutti gli elementi della commedia, da quella fisica all’equivoco, dalla battuta allo sketch della tradizione: “Ma oltre questo - sottolinea Galiena - ci sono i sentimenti che rendono una commedia degna di essere vista, come i film che hanno fatto scuola a tutti noi”. Sulle sorti della commedia si sono ovviamente interrogati anche i produttori del film, in particolar modo Del Brocco ha riflettuto sulle dinamiche produttive del genere: “Il problema non sono le commedie, quanto la saturazione di commedie brutte, che hanno intossicato il mercato e distrutto l’audience della commedia al cinema, passando per le piattaforme. Unica strada che abbiamo oggi, visto che ne produciamo meno, è cercare di farle migliori possibile, per far tornare quella voglia di risata collettiva”.
La commedia si trova in un momento di precarietà che rispecchia quella del mondo in cui viviamo: “È anche normale - conclude Siani - che ogni tanto un genere abbia momenti di debolezza, come accade con tutti gli altri generi, ma aver sentito le risate durante la presentazione alle Giornate professionali di Sorrento mi dà la forza per continuare su questa strada. Oggi la commedia pura, popolare resta come sfondo e si perde sulle piattaforme, mentre penso che sarebbe ora di tornare a ridere al cinema”.