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È morto Ryuichi Sakamoto, il grande compositore giapponese autore di colonne sonore indimenticabili come Furyo (1983) e L’ultimo imperatore (1987), quest’ultima premiata con l’Oscar.
Aveva 71 anni e da tempo era malato di cancro. Nato a Nakano (Tokyo) il 17 gennaio 1952, studi di pianoforte, Sakamoto inizia suonando in alcune orchestre jazz e prende parte ai movimenti studenteschi degli anni ’60. Nel 1970 entra all’Istituto d’arte di Tokyo per studiare composizione, svolgendo intanto attività di arrangiatore. Costituisce in seguito la “Yellow Magic Orchestra”, una delle più celebri formazioni pop del Giappone. Nel 1978 incide il suo primo disco, seguito poi da altri, tutti gratificati da un grande successo internazionale. Compie tournée di concerti di pianoforte e strumenti vari, compresi quelli elettronici. Nel 1990 si trasferisce a New York.
Come scrive Ermanno Comuzio nel suo Musicisti per lo schermo (Ed. Ente dello Spettacolo, 1983), “Sakamoto è stato un grande talento musicale in grado di fondere in risultati personalissimi e incisivi stili diversi come la musica etnica giapponese, quella primitiva di altri popoli, la musica classica, il rock e l’elettronica. Di questo eclettico e instancabile artista è stato detto che incarna più di ogni altro musicista contemporaneo le inquietudini dell’intellettuale a cavallo tra la fine del Novecento e l’inizio del terzo millennio.” Nel 1983 è chiamato dal regista Nagisa Oshima a musicare (e a interpretare un ruolo, con esito brillante) il film Merry Christmas, Mr. Lawrence (Furyo), “basato su un motivo insistente di sapore esotico che sa rendere il pericolo, ma anche il fascino morboso, che domina la vicenda”.
Seguono The Last Emperor - L’ultimo imperatore (1987, di B. Bertolucci), in cui Sakamoto è affiancato da David Byrne e da Cong Su: la colonna sonora – molto colorita, molto dinamica, molto sostenuta – merita l’Oscar; The Handmaid’s Tale (Il racconto dell’ancella, 1990, girato da V. Schlöndorff in USA); The Sheltering Sky - Il tè nel deserto (1990, di B. Bertolucci: commento classicheggiante – il compositore afferma di essersi ispirato al Requiem di Verdi – con larghe frasi ondose negli archi, solenni campiture sonore sui paesaggi sahariani, uso di canti tradizionali africani); Tacones lejanos (Tacchi a spillo, 1991, di P. Almodóvar: uso di un singolare jazz iberico, nonché di squillanti trombe, archi legati, più una canzone caratteristica); Topazu (Tokyo Decadence, 1992, di R. Murakami); Little Buddha - Piccolo Buddha (1993, di B. Bertolucci: uso massiccio del “sitar” e dei “ragha” indiani – è la voce che incanta il futuro Buddha e lo spinge a uscire dalla sua gabbia dorata – ma anche pagine sinfoniche decisamente “occidentali”); Love Is the Devil (idem, 1998, di J. Maybury); Snake Eyes (Omicidio in diretta, 1998, di B. De Palma: le atmosfere ambigue del film trovano perfetto riscontro, oltre che in un tema sinuoso, nell’elettronica “morbida”, in effetti degli archi “fasciati” in sonorità incerte, in suoni informi e note ribattute a sostegno ritmico); Gohatto (Tabù – Gohatto, 1999, di N. Oshima: ottima colonna sonora di tipo sperimentale, assai lontana dalle musiche tradizionalmente legate ai film di samurai, e in linea piuttosto, con le ricerche più audaci della musica contemporanea “colta”); Femme fatale (idem, 2002, di B. De Palma: parafrasi del Bolero di Ravel e melodismo moderno). Musiche di Sakamoto sono utilizzate in Cuore di cane (2001, di M. Agostinelli, ricostruzione di un vecchio film russo).
Sia nei suoi film che nelle musiche da concerto e da disco Sakamoto – che aveva dichiarato: “Elettronica e Oriente, così conquisto il mondo” – appare sempre meno orientale e sempre più occidentale. Attivo anche per serie televisive, negli anni Duemila ha lavorato con artisti sperimentali, tra ambient ed elettronica, come Fennesz e Alva Noto. Sostenitore della denuclearizzazione, Sakamoto ha organizzato il festival No Nukes 2012, che ha visto la reunion della Yellow Magic Orchestra. Tra le composizioni registrate negli ultimi anni da ricordare anche Nagasaki: Memories of My Son. All'inizio del 2023 aveva pubblicato 12, un album di pezzi minimalisti, alcuni dei quali contenevano il suono del suo respiro durante le cure.