Ha avuto una carriera parca ma intensa, Lelia Goldoni, scomparsa il 22 luglio (ma la notizia è stata resa nota solo ieri) alla The Actors Fund Home di Englewood, nel New Jersey. Aveva 86 anni.

Nata a New York il 1° ottobre 1936 e cresciuta a Los Angeles, Lelia Goldoni muove i primi passi come ballerina, guadagnandosi il soprannome di “Angelo Nero”. Tornata a New York, entra nel laboratorio di recitazione gestito da Burt Lane e John Cassavetes. Proprio quest’ultimo la sceglie come protagonista di uno dei suoi capolavori, Ombre (1959), che rappresenta l’esordio sia per il regista sia per l’interprete (che, alla fine degli anni Quaranta era apparsa in due film non accreditata). Goldoni, nel ruolo di una donna nera che si fa passare per bianca, ottiene una nomination ai BAFTA come miglior attrice promettente.

Dopo un ruolo televisivo sempre con Cassavetes, Goldoni si trasferisce nel Regno Unito. Torna a recitare nel 1965 in Hysteria di Freddie Francis e, nel 1967, e la coprotagonista di Il teatro della morte, un horror con Christopher Lee. Appare, non accreditata, in Un colpo all’italiana (1969), ma è nel 1974 che Goldoni ritrova un personaggio importante e le attenzioni della critica: grazie ad Alice non abita più qui di Martin Scorsese, in cui interpreta un’amica della protagonista, riceve una seconda nomination ai BAFTA, stavolta come miglior attrice non protagonista.

La ritroviamo in Il giorno della locusta di John Schlesinger (1975), Una strada chiamata domani di Robert Mulligan (1978), Terrore dallo spazio profondo di Philip Kaufman (1978) e in vari film indipendenti, il più famoso dei quali è Somebody to Love - Qualcuno da amare di Alexandre Rockwell (1994). Nel 1993, dirige e produce Genius on the Wrong Coast sul coreografo Lester Horton.

Membro a vita dell’Actors Studio, Goldoni ha insegnato tecniche di recitazione e analisi della sceneggiatura al Lee Strasberg Theatre Institute, all'UCLA e all'Hampshire College e ha tenuto conferenze a Stanford, CalArts e all'Università del Massachusetts.