Venerdì 2 giugno, è morto il regista Jacques Rozier, figura di spicco del cinema francese, tra i pionieri della Nouvelle Vague. Aveva 96 anni.

Nato a Parigi nel 1926, dopo aver studiato cinema e lavorato in televisione, dalla metà degli anni Cinquanta ha realizzato alcuni cortometraggi considerati precursori della Nouvelle Vague, Rentrée des classes (1956) e Blue Jeans (1958). Nel 1962 debutta nel lungometraggio con Desideri nel sole (titolo originale: Adieu Philippine), tra i film più emblematici di quel movimento che ha rivoluzionato l’estetica mondiale. Girato in Corsica tra mille traversie produttive (molti gli scontri con Georges de Beauregard, produttore che gli viene presentato da Jean-Luc Godard), viene presentato alla prima edizione della Semaine de la critique al Festival di Cannes.

Negli anni successivi, Rozier si guadagna la fama di “enfant terrible” e incontra molte difficoltà nel dirigere altri film. Dopo vari tentativi, nel 1969 riesce a realizzare Du Côté d'Orouët, che arriva in sala solo nel 1973 e lancia Bernard Ménez come attore comico. Nel 1976 gira Les Naufragés de l'île de la Tortue (1976), commedia fortemente sostenuta dal protagonista Pierre Richard all’epoca all’apice della fama, ma all’uscita si rivela un fallimento commerciale.

Torna a lavorare con Ménez nel 1986 con la commedia Maine Océan che gli vale il premio Jean Vigo, mentre nel 2001 realizza l’ultimo lungometraggio, Fifi Martingale, altra commedia di ambiente teatrale, che viene presentato alla Mostra di Venezia senza ottenere grandi riscontri (non esce nemmeno in sala). Riceve il premio René-Clair nel 1997 e la Carrosse d’or nel 2002.

Pur non prolifico, Rozier si è imposto tra i cinefili come voce unica e preziosa, con un’attenzione particolare ai temi del viaggio e agli scenari marittimi, la scelta di lunghe durate (le sue commedie durano più di due ore, cosa rara per il genere e l’epoca) e attori popolari, la contaminazione tra documentario e fiction e l’improvvisazione.