Un giamaicano, una donna di malaffare e un pugile illegale entrano in un bar. No, non è l’inizio di una barzelletta bensì il possibile incipit per descrivere A Thousand Blows , la nuova miniserie inglese di HULU/Disney+, disponibile dal 21 febbraio, che riporta in vita la Londra del passato. Un titolo che ha subito fatto parlare di sé per i nomi coinvolti davanti e dietro la macchina da presa.

Il creatore di Peaky Blinders, Steven Knight torna infatti al suo genere preferito, il period drama, e dipinge ancora una volta una Londra sporca, inospitale, truffaldina, tanto per chi vi è nato come il personaggio di Erin Doherty, quanto per chi vi arriva colmo di speranze come se fosse il Nuovo Mondo come quello di Malachi Kirby. Siamo nella capitale britannica vittoriana del 1880 e il furto è dietro l’angolo, la rissa alla mercé di tutti e spesso questa diviene materia di scommessa e scambio, come nel caso della boxe illegale nel retrobottega di alcuni locali. Proprio questo è il (sotto)bosco che l’autore sceglie di andare ad esplorare con questo racconto, senza fare come sempre sconti a nessuno.

A Thousand Blows © 2023 Disney and its related entities
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Si sporcano anche la regia e la fotografia, sul ring come nelle strade di Londra, che non sono poi così diversi. Il tema affrontato dalla serie sembra essere infatti quello della fortuna – se essa sia il risultato della volontà degli uomini che se la creano oppure se questi debbano sottostare a leggi più grandi - delle coincidenze e del caso. Esiste un destino già scritto per noi oppure siamo artefici del nostro, godendo di libero arbitrio? Non si tratta però di una riflessione fatta in modo filosofico ma terreno, mentre ci si riempie le mani d sangue sul ring. Il mondo raccontato è quello di una giungla in cui sopravvivere, non lontana da quella da cui sono fuggiti Hezekiah Moscow (Kirby) e il suo migliore amico Alec Munroe, convinti di aver trovato l’occasione della loro vita nella cosiddetta civiltà.

A Thousand Blows © 2023 Disney and its related entities. Subscription required, 18+.
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(Robert Viglasky)

Un’East End brutale, un ventre criminale che partorisce figli ma non sembra poi volerli accudire – ed è sintomatico che la sequenza iniziale mostri subito la doppia faccia dei personaggi e della città. La serie è ispirata a persone realmente esistite; come il pugile interpretato da Stephen Graham (anche produttore), che conferma così le sue doti trasformiste anche in quanto a fisico (già aveva lavorato con Knight nell’ultima stagione di Peaky Blinders). O come la famigerata Regina dei Quaranta Elefanti, a capo della più grande organizzazione criminale femminile dell’epoca; una donna in un mondo di uomini senza peli sulla lingua, che non perde occasione per sfruttare il talento degli altri e in ogni persona vede un’opportunità di guadagno. Chiunque può essere venduto e chiunque può essere comprato, al giusto prezzo. Perché tutti ne hanno uno, pur di sopravvivere e salire di livello ad una vita migliore.

Sei episodi da un’ora ciascuno che non filano via lisci come l’olio, poiché figli di quella scrittura prolissa e un po’ ampollosa, risultato del tempo che racconta e dello stile del creatore. Ma il ritratto che ne esce è sicuramente ammaliante e seducente, e allo stesso tempo respingente e minaccioso. Due mondi – vecchio e nuovo – che vanno a scontrarsi per capirne l’egemonia. Che vinca il migliore? No, che vinca il più furbo e che non ha nulla da perdere.