“Ho interpretato tante pazzerelle al cinema. In questo caso sono un personaggio affamato di vita e di mondo”. Così Micaela Ramazzotti protagonista del nuovo film di Guido Chiesa, fresco vincitore del premio per il miglior film del concorso ‘Per il Cinema Italiano’ al Bif&st 2025 con Per amore di una donna. Questo si intitola 30 notti con il mio ex, è prodotto da PiperFilm e Colorado in collaborazione con Netflix e sarà in sala dal 17 aprile sempre con PiperFilm. Al fianco della Ramazzotti ovviamente ci sarà il suo ex, interpretato da Edoardo Leo, che si troverà costretto ad ospitare in casa la sua vecchia fiamma appena uscita da un lungo percorso di recupero emotivo. Nel cast anche Gloria Harvey e Anna Bonaiuto, rispettivamente nei panni della figlia della coppia e della psicoterapeuta della donna.

“Questo film parla di una coppia distrutta- dice Guido Chiesa, che ha scritto anche la sceneggiatura a quattro mani con Nicoletta Micheli-. Si racconta la difficoltà che tutti abbiamo di relazionarci con l’altro: dal marito al collega di lavoro fino ai figli. Il nostro limite è che vorremmo che l’altro fosse come siamo noi. Qui due persone che si vogliono molto bene riescono poco per volta a dialogare mettendosi nei panni l’uno dell’altro. Comunque non volevamo fare un film depressivo, ma che seguisse un po’ la commedia all’italiana con una protagonista che sembra svampita, ma dice la verità un po’ come Marilyn Monroe. D’altronde penso che il modo migliore per parlare del disagio psicologico sia quello di ascoltare e ridere insieme a queste persone. Proprio come fanno al teatro patologico con spettacoli come Io sono un po’ matto… e tu?, nel quale tra l’altro ha lavorato anche Edoardo Leo”.

Edoardo Leo e Guido Chiesa sul set di 30 notti con il mio ex
Edoardo Leo e Guido Chiesa sul set di 30 notti con il mio ex

Edoardo Leo e Guido Chiesa sul set di 30 notti con il mio ex

(Loris T. Zambelli)

E Edoardo Leo dice: “La cosa più difficile dello stare insieme è trovare un punto di equilibrio. Tutti siamo stati amati da qualcuno con il quale è stato difficile convivere. È una sensazione frustrante che tutti abbiamo provato e questo film assolve bene questo compito. Il mio personaggio è uno ingabbiato nelle regole di una presunta normalità. Con il tempo si è intristito. La sua ex moglie invece infrange non la legge, ma le regole di convivenza quotidiana. Tutti noi talvolta aneliamo la libertà di dire quello che vogliamo e che ci passa per la testa senza freni. Loro due a un certo punto si scambiano i ruoli. Forse in una coppia potrebbe essere utile farlo per scoprire delle cose di sé stessi. In quel gioco ci si mette nei panni degli altri”.

Mentre Micaela Ramazzotti racconta: “Terry ascolta e intuisce e come tutti i mattarelli è geniale e ha una mente brillante. Lei sente le voci interne ed esterne e vive in una grande confusione. Il mio personaggio in un certo senso è anche fortunato perché ha un ex marito che la accoglie, una figlia che le vuole bene, una brava psicoanalista e un buon centro diurno. Non bisogna avere paura della malattia mentale, ma bisogna affrontarla. E Terry è una che ha fatto coming out della sua malattia. Al contrario penso che quando non se ne parla, lo stigma aumenta. La mente umana è fatta di paure e fragilità e se ne deve parlare. Chi sta in queste strutture ha già attivato un percorso di guarigione, al contrario di chi sta fuori”. Infine conclude: “Stare in ascolto degli altri è fondamentale. Dovremmo guardare meno il telefono e di più lo sguardo di chi abbiamo di fronte”.