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“Abbiamo superato le insidie più gravi di una pandemia che ha lasciato segni drammatici e profondi nella vita sociale. Ha imposto una frenata a tante attività. Ma l’industria del cinema non si è fermata neppure durante il lockdown e ha ripreso velocemente il suo percorso. La sempre più stretta correlazione tra produzioni cinematografiche e televisive, la molteplicità delle piattaforme, hanno aperto strade nuove, che le professionalità del cinema sono riuscite a utilizzare con grandi risultati.” È uno dei passaggi chiave del discorso che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha pronunciato al consueto incontro che precede la cerimonia dei David di Donatello, in programma stasera negli Studi Lumina di Cinecittà e trasmessa in diretta su Rai a partire dalle 21.30 con la conduzione di Carlo Conti e Matilde Gioli. Una cerimonia presenziata dai candidati ai David e accompagnata dall’esibizione al pianoforte di Danilo Rea, che ha rivisitato in chiave jazzistica alcuni temi celebri del cinema italiano, e dalla presentazione briosa e irriverente di Geppi Cucciari.
L’ironia di Geppi Cucciari e l’omaggio a Gina Lollobrigida
A lei il compito di rompere il ghiaccio e di ravvivare una cerimonia che altrimenti avrebbe corso il rischio di apparire troppo ingessata, con una serie di punzecchiature che non hanno risparmiato nessuno, a partire dallo stesso Presidente Mattarella (“Presidente poteva svagarsi, andare al cinema. Invece è stato costretto a far venire tutto il cinema qui al Quirinale"), passando dall’ossessione italianista di una parte politica (“Quest'anno i David si chiameranno i Davide di Donatello. Perché non c'è bisogno di tutte queste parole straniere quando abbiamo il nostro bell'italiano") per arrivare ai David medesimi (“Ho notato una dimenticanza nella lista dei candidati: manca tra i nomi Pierfrancesco Favino"). Commozione all’inizio quando, nel filmato di archivio dei David di Donatello con cui si apre la cerimonia, scorrono le immagini di Gina Lollobrigida, Lino Capolicchio e Alessandro D'Alatri, che ci hanno lasciato nell’ultimo anno. Con loro si ricordano i tanti anniversari di quest’anno, dai trent’anni dalla morte di Federico Fellini ai cinquanta dalla scomparsa di Anna Magnani.
Piera Detassis: “Guardare avanti, con il sorriso”
Il Direttore Artistico dell'Accademia del Cinema Italiano - Premi David di Donatello, Piera Detassis, ricorda la riforma sul voto e l'impegno, col Ministero della Cultura, per aprire sempre più i David ai giovani e al tema dell’educational. Sottolinea dei David il senso di appartenenza per tutti coloro che lavorano e amano il cinema che “mi piace pensare come una grande famiglia allargata, si spera sempre un po’ disobbediente, capace di lavorare sullo scambio artistico e sull’affetto, soprattutto verso il pubblico”. Come lo scorso anno rilancia l’impegno a difesa della sala “che rimane il luogo del cinema, da dove parte il dibattito pubblico". E chiude con soddisfazione su un bilancio: "Il premio guarda avanti, senza steccati, riscoprendo il valore del sorriso. Non prendiamoci sul serio, ma prendiamo sul serio il cinema italiano".
Il Ministro della Cultura Sangiuliano: “Istituzioni faranno la loro parte”
"Far parte della famiglia dei David di Donatello è motivo di prestigio e di impegno. Voi che ne fate parte siete il biglietto di visita dell'Italia. Dovete per questo essere supportati dal Ministero della Cultura”, ha detto il Ministro della Cultura Sangiuliano. Che ha ringraziato i registi passati e presenti per avere arricchito “quel lessico italiano” che è patrimonio di tutti.
I David Speciali
Sono intervenuti infine anche i tre premiati ai David speciali di quest’anno: la produttrice Marina Cicogna ha colpito i presenti confessando la sua malattia ma condividendo la speranza di superarla e di poter vivere ancora. Dopo i molti anni trascorsi negli Stati Uniti, la produttrice ha ammesso di aver trovato “un’Italia diversa, un paese dove era cambiato l'amore per il cinema. È bene che registi e produttori si parlino. E che anche lo Stato faccia la sua parte". Isabella Rossellini ha invece scherzato sulla sua passione animale: “La mia fonte di ispirazione sono gli animali. Non immaginate quanto possano far ridere gli animali. Darwin ha scritto un libro che riguarda noi attori, perché parla di espressioni". Più lungo l’intervento di Enrico Vanzina, terzo David speciale, che ha ringraziato il padre Steno per avergli trasmesso passione e conoscenza del cinema e il fratello Carlo per aver condiviso un’intera carriera con lui: “La mia famiglia ha viaggiato leggera nel mondo del cinema. E la leggerezza non è mai superficialità". Sulla sua specialità, la commedia, ha ricordato che per farla bene “bisogna guardare, osservare gli altri. E farlo affettuosamente. Anche quando hanno dei difetti perché le fragilità degli altri sono anche le nostre". Infine un pensiero a uno dei suoi più grandi successi, Sapore di mare, che proprio nel 2023 festeggia i suoi primi quarant’anni: “Mi sono sempre chiesto perché continuasse a piacere nel tempo. Probabilmente perché è un film sincero. È il racconto di come si diventa grande. E quando lo fai con sincerità e leggerezza non sbagli mai"